Massaja
Lettere

Vol. 1

/32/

29

Al padre Giusto Recanati da Camerino OFMCap.
prefetto del Collegio S. Fedele – Roma

[F. 1r]R.mo Padre Prefetto Amat.mo

Alessandria 28. Giugno 1846.

Nel poco di ozio che mi rimane rivolgendo le carte ho trovato una lettera spettante all’affare del Priore di Brozzo Piemontese che lasciai a Lei raccomandato, unitamente alla coppia del decreto del Vescovo – mi faccio un dovere spedirgliela, affinchè venga unito al rimanente delle carte risguardanti il medesimo affare, che di nuovo Le raccomando –

Coll’occasione per la prima volta ho l’onore di presentarmi alla P. V. R.ma e carissima nella qualità di Missionario suo allievo, che intende compiere un suo dovere con darLe conto dell’avvenuto dopo la sua partenza – Avrà già inteso dal mio P. Lettore R.mo Venanzio /33/ come il mio viaggio da Roma a questa Capitale dell’Egitto è stato, grazie al Cielo, felicissimo; ora mi gode l’animo poterLe soggiungere, che le cose proseguono sempre bene – Di sanità stiamo tutti bene a fronte del gran caldo che si fa sentire in questi paesi affatto secchi per il ritardo delle consuete innundazioni del Nilo – Qui ci troviamo ottimamente trattati dal Vescovo, dai Religiosi, e dai medesimi Consoli, i quali già si esibirono per ogni occorrente protezione nel viaggio – Appena giunto qui, trovai il piano di viaggio già fatto dal Console Sardo, e come allestito, già esposto a Propaganda etc – per parte mia avendo trovato niente in contrario lo confermai in una mia lettera a S. E. Franzoni... Stando questo piano noi avremo sicurezza, e protezione fino alle porte dei Gallas, ove trovasi ancora una città di dominio Egiziano da potersi acentrare, e formare come presidio – per entrarvi poi in campo quando vedremo conveniente – così l’aggiunta del P. Felicissimo fatta subito sarebbe convenientissima, perché dovendo prendere una barca a nostro soldo, poco aggiungierebbe di spesa un più un meno, d’altronde giunti là, uno di più mi dicono che sarà tant’oro, e ci prolungherà il bisogno di una seconda spedizione – fratanto Ella parlando in Propaganda mi farebbe piacere incalzarne la partenza del medesimo, affinchè possa raggiungerci almeno in Cajro, di dove noi partiremo [f. 1v] prima di avere un riscontro da Propaganda stessa rapporto al piano di viaggio, quale riscontro, qualora non sia ancor fatto, guardi Ella di farcelo fare al più presto – Il piano prefato di viaggio pel Nilo, o per l’alto Egitto, con tutti i numeri favorevoli che ha sopra quello dell’Abissinia, non lascia di avere le sue difficoltà, fra le altre quella di privarmi di un’abboccamento con De-Jacobis, il quale mi potrebbe darmi molti lumi, tanto più che questi, come alcuni mi assicurano, di quest’anno inviò ai Gallas un suo Missionario certo → Luigi Montuori P. Montorio, quale trovasi ancora attualmente là – ciò nulladimeno io lo credo ancora preferibile – d’altronde, io giunto qui trovai la cosa come fatta, già compromessi gli uni, e gli altri, a segno che politamente non avrei potuto cangiar sistema senza un’ordine superiore, che io per altra parte non avrei potuto invocare, mancandomi le ragioni, e le opposizioni sufficienti... Se potrò guarderò di combinare questo aboccamento, ma sarà difficile, perlomeno spero di aboccarmi col P. Montorio, che probabilmente trovasi nel Gojam – Se io fossi ora nel caso ancor vergine di spedizione, colla poca sperienza che ho già potuto avere, vorrei regolarmi affatto diversamente, vorrei che nessuno sapesse la mia partenza... quanto sarebbe meglio! il Missionario è risponsabile dei passi che fa, eppure non è sempre libero – giunto qui trovai la cosa publica, e publicissima, ed io prudentemente ho dovuto secondar la corrente, restituendo le visite che mi si facevano, e così allontanarmi dai moniti ricevuti costì in Propaganda a questo riguardo – Ciò non ostante spero che la cosa non lascierà di avere buon’esito... io ne ho tutta la fiducia, e guarderò per parte mia di non lasciare mezzo intentato – avrò gran bisogno di denari – le proviste che veggo necessarie sono al di là di quanto /34/ si crede costì – bisogna calcolare un viaggio di circa tre mesi, ed una fermata di poco meno di un’anno prima di poter sperare qualche cosa di sussidio tanto da quei paesi, quanto dall’Europa – quindi l’impianto di una casa almeno sufficientemente fornita degli arredi di necessità – Se la spesa si fermerà ai due mille scudi, compreso il viaggio, non sarà molto – Ho scritto a Lione, ma sarà difficile che mi giunga qualche cosa prima dell’anno nuovo, perché i conti dell’anno corrente son già chiusi – dunque dica a Propaganda che abbia pazienza, se vuole che l’affare cammini – Si tratta di principiare – nel decorso forze potremo farne senza, ma ora il bisogno è grande – il risparmiare potrebbe paralizzare tutto il già fatto – più vado in là, più conosco il bisogno di coraggio per parte mia, e dei miei compagni, perché non passa giorno che non [f. 2r] si senta qualche cosa da incutire timore, ciò non ostante per parte nostra mettiamo tutto il coraggio che basti per vincere ogni ostacolo – anche Propaganda deve fare lo stesso per parte sua nel contribuire il necessario – Ella perciò recandosi da Monsignore Brunelli, e dall’Abbate Vespasiani, faccia loro coraggio, se lo giudica, potrà anche rendere ostensiva la presente mia – V. P. sa come io non cerco di tesoreggiare, dove era stavo bene, se sono Missionario lo sono per fare del bene.

Favorisca intanto di gradire i miei più cordiali saluti estensibili alli summentovati, ed a tutta la Curia Generalizia, preghi, e faccia pregare per me, e per la mia Missione, che io con tutta l’effusione passo a protestarmi

D. P. V. R.ma, e Carissima

Divot.mo ed Obl.mo Servo
† Fr: Guglielmo V.o di Cassia

[F. 2v] Al R.mo Padre P.no Col.mo / Padre Giusto da Camerino / Def.re Gen.le, e Prefetto del Collegio / delle Missioni dei Cappuccini / ai Cappuccini / Roma //.

Luigi Montuori Praiano SA 1798 - Napoli 1857. Missionario vincenziano, nel 1839 parte con il De Jacobis per l’Abissinia; il 29 ottobre a Digsa i due incontrano Sapeto e i fratelli d’Abbadie. In seguito il M. va a Gondar per imparare la lingua e verificare la possibilità di impiantare una missione. Dopo la sconfitta di Ubié ad opera di Ras Aly, nel 1842 M. accompagna il console belga Edouard Bondeel van Cuelebroeck a Kartoum, dove avvia l’impianto di una missione cattolica. Nel 1844 lascia Kartoum, dove la missione in breve tempo resta deserta, e torna a Gondar, dove comincia a manovrare con il re dello Shoa e il re dell’Amhara per la nomina di un Abuna cattolico da contrapporre a Salama. Nel 1848 parte per Roma, mentre il De Jacobis spedisce il Biancheri con l’incarico di bloccare l’esecuzione del progetto. Il Biancheri e il M. incontrano Pio IX a Gaeta, dove il Papa si era rifugiato in seguito alla rivoluzione romana. M. non tornerà mai più in Africa, anche a casa dell’opposizione del De Jacobis. Torna al testo ↑