Massaja
Lettere

Vol. 1

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A monsignore Filippo Artico
vescovo diocesano – Asti

[F. 1r]Eccellenza Reverendissima

Alessandria d’Egitto 9. Luglio 1846.

Quello che non ho potuto fare in Roma per cause di contrarie combinazioni, penso farlo qui, onde sgravarmi di un debito verso l’E. V. R.ma, cui professo tante obligazioni – In Roma non essendomi riuscito di poter parlare col Cardinal Bianchi, assente da principio, e poscia mai in casa, nelle molte volte che mi recai a trovarlo, fu causa che io ritardassi questa mia di dovere – quindi venuta per me la circostanza della mia Consacrazione, e della mia partenza, mi fu impossibile pagar questo debito – Ora, sebbene in viaggio, non voglio più ritardare il discarico delle due comissioni lasciatemi – Circa il Batistrero posso dir niente, perchè non ho parlato col Bianchi; però da quanto ho potuto intendere da un suo Segretario, l’Eminentissimo non ha preso a male il trattamento che V. E. fece al summentovato – Riguardo alla giurisprudenza del Canestri, ne parlai con due impiegati della Congregazione dei Vescovi e Regolari, e mi dissero, che in Roma non è conosciuto affatto, e che perciò non erano in caso di pronunziare il loro giudizio – Veda dunque, come io ho potuto fare poco per obligarLa – pazienza – Quello che più monta si è, che da qui avanti potrò fare ancora di meno, poiché trovandomi in viaggio che mi allontanerà forse per sempre dalla Patria, sicuramente che io non sarò più nella circostanza, né di poterLa obligare, e forse nemanco di poterLe esternare le grandi obligazioni che ho incontrato con Lei, e che tuttora incontra il mio Ordine per l’onore grande che gli procura, e per gli impegni fortissimi presi in suo favore – comunque tacerà la lingua, e la penna, ma non il cuore, che porta scolpito a gran caratteri la memoria dell’E. V. fra i più cospicui benefattori, e dei più diletti amici – Quando mi troverò tra gli infedeli, all’ombra di qualche quercia, starò catechizzando i miei selvatici, penserò a Lei, al suo Camerano... e quando fra le spine del mio apostolato troverò qualche rosa, mi ricorderò di pregare il Signore affinchè si degni di mitagar l’acutezza /39/ di certe spine, che nella sua vigna spuntano tra le rose; ma ben soventi forse molto più dolorose, e pericolose, perchè nascoste – Sicuro che Ella non farà diversamente per mio riguardo – Il Signore ha dato a me da coltivare una vigna [f. 1v] in realtà molto scabrosa, e difficile, ma non per questo lascio di conoscere le difficoltà della sua – io troverò spine da scorticarmi la pelle, ma forse mi lascieranno il cuore in pace – laddove Ella trova soventi spine le quali senza toccar la pelle fendono di mezzo il cuore... facciamo società di preghiere, di pazienza, e poi vedremo il tandem... Ella colla pazienza, e moderazione ha già fatto, e farà gran bene – io non so ancora cosa farò – Presentemente mi trovo in questa Capitale dell’Egitto una volta Patriarcale famosa del Cristianesimo – che spettacolo di varietà presenta mai [allo sguardo] dello straniero, massime Cristiano! qui trovasi tutto il bello Europeo, e Cristiano, con tutto il barbaro dell’Arabo – Alessandria è una Città parte Europea, parte araba – Gli Europei in numero di venti mille circa, la maggior parte Cattolici, abitano un recinto di Città bello quanto Asti, e direi quasi Torino – Sono i più onorati del paese, i soli dotti, e si può dire i soli impiegati dal governo – qui vi è Chiesa Cattolica con tutte le sue funzioni publiche come in Europa – vi è Convento di Religiosi, e di monache che esercitano un’influenza mirabile su tutta la Città, sopra i medesimi Turchi, i quali corrono a turme a farsi medicare, salassare dalle monache, e siccome le uniche scuole di questa Città sono le scuole Cristiane dirette dai Religiosi, e dalle Religiose... res mirabilis! si vedono già i medesimi Turchi a accorrevi – tanto è il credito che da alcuni anni i Cristiani si aquistarono presso i Mussulmani – da questo cosa si debba sperare in futuro, Ella lo argomenti – Dieci anni sono i Cristiani erano perseguitati; ora tutto all’opposto... possono ridere impunemente sulle osservanze Turche, che portano scolpito il carattere di decadenza – Se il Signore mantiene l’ordine politico delle cose presenti vedremo gran cose – All’opposto poi la Città Araba è uno spettacolo che fa orrore – Le case sono grotte che fanno orrore – Le persone sono talmente avvilite che fanno compassione – privi affatto di lumi, di mezzi, di tutto – sbilanciati all’eccesso nelle forze fisiche dal vizio del senso fra loro santificato dal maledetto Corano – oppressi dal Governo – pajono ombre dell’altro mondo – io credo il loro male irrimediabile, perchè ha infettato il germe...

Avrei ancora tante altre cose a dirLe, ma spira il tempo, anzi l’ultimo brano di tempo colto per scrivere la presente a pezzi, e che posso neanche rileggere – Preghi, e faccia pregare per me, che salutandola, godo raffermarmi

D. E. V. R.ma

Divot.mo Servo, ed Amico
† Fr: Guglielmo Massaja V.o di Cassia, e V.o Ap.o dei Gallas

[F. 2r] P. S. Le raccomando tanto il mio nipote Luigi Fasoglio Seminarista, unitamente al suo cugino Stefano –

[F. 2v] A Sua Eccellenza R.ma / Monsignore Filippo Artico / Vescovo d’Asti, e Principe etc – / Piemonte, Asti. – //.