Massaja
Lettere

Vol. 1

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A Monsignore Giovanni Brunelli
segretario di Propaganda Fide – Roma

F. 573rEccellenza Reverendissima

Alessandria d’Egitto 18. Luglio 1846.

Sono già alcuni giorni che sto meditando il modo di communicare a Propaganda alcune mie osservazioni in proposito delle Missioni d’oriente, ed in particolare di questa dell’Egitto, e non volendo dare un corso regolare alle medesime per timore che queste mie forse utopie non siano per recare danno a qualcheduno, et quidem mal a proposito, pensai diriggermi confidenzialmente all’E. V. R.ma che conobbi degnissima di confidenza, e dotata di straordinaria accortezza per distinguere, nelle relazioni ciò che può essere puro parto d’immaginazione – così pensai pure servirmi del latore della /44/ presente, certo signor Giusti, sia per scansare il corso regolare delle Poste, affinchè questa mia giungesse direttamente alle di Lei mani, sia ancora per così presentarLe una persona, da cui avere molti lumi in proposito – essendo una persona già cognita costà come benemerita delle Missioni d’Oriente, che conosce sino all’ultimo pelo – d’altronde persona di gran zelo, di ogni riputazione presso le persone principali di questi paesi, e segnatamente presso questo Monsignore, che da molto tempo lo tiene in sua casa – Le Missioni d’Oriente, ed in particolare queste dell’Egitto nelle attuali circostanze di progresso Europeo favorito e da questo governo medesimo, e dalle potenze d’Europa, trovansi in posizione naturale d’acrescimento, come di fatti crescono tutte le cristianità, ed in specie questa di Alessandria cresciuta dei due terzi da pochi anni in qua, e ciò principalmente per l’affluenza degli Europei che vengono in gran coppia, e come appare, dovranno poscia ripopolare col tempo queste contrade – Qui vi è culto publico, e si può dire affatto libero; qui vi son scuole publiche Cristiane, e siccome i Mussulmani sono affatto privi di scuole, pare che loro medesimi comincino ad invaghirsene, ed io viddi con mio gran piacere un numero di fanciulle Turche alla scuola delle Suore di Carità, come pure ho veduto correre a turme i medesimi Turchi a farsi medicare, e curare dalle medesime Suore, le quali da un’anno a questa parte con questo esercizio si aquistarono una fiducia incredibile presso il popolo Arabo – questo è il progresso nel genere di fatti – io ne veggo un’altro molto maggiore, che sta propriamente [nell’]avvenire, molto più favorevole, voglio dire il progresso Cristiano nell’opinione del Publico – Gli Europei, ed in specie i Cattolici nell’opinione dei Turchi non sono più quella razza d’infedeli venuti per assasinare, e per conseguenza da perseguitarsi a morte; anzi [f. 573v] tutto all’opposto, cominciano riconoscere in noi una certa superiorità in tutto, si tengono favoriti, ed onorati per qualunque cortesia che loro si faccia, e vedendo che in noi non vi è quel dispotismo Turco che considera la plebe niente più che un peculio da farne qualunque uso – anzi tutto all’opposto molta cortesia e fratellanza, già cominciano amarci, e desiderare a preferenza di essere governati da noi, di servirci, di trattare... Questo progresso nell’opinione dei Mussulmani cosa debba produrre per l’avvenire, continuando questo medesimo tenor di governo favorevole agli Europei Cristiani, è facile a prevedersi... a fortiori poi quando dovessero queste contrade passare sotto un governo Europeo, e Cristiano, come si spera da tutto il mondo – Se dunque l’Oriente, e più particolarmente l’Egitto è in via di tanto progresso verso il Cristianesimo, è necessario che la Chiesa e Propaganda prenda una cura, ed un impegno specialissimo d’accompagnarlo colla sua attività, come pare che facciano tutte le Sette accatoliche, le quali pare, che entrate in queste viste, cerchino ad ogni modo di stabilirsi – altrimenti la crisi d’Oriente invece di sortire favorevole al Catolicismo, sortirà piuttosto con vantaggio delle Sette, le quali già stanno fabbricando Chiese, e stabiliendo vescovadi – Con questo io non voglio già dire /45/ che Propaganda dorma su questo proposito, che anzi l’aver essa stabilito qui un Vicariato Apostolico, l’averlo affidato ad una persona d’ogni eccession maggiore, come è questo Monsignor Perpetuo Guasco, fa vedere tutta l’avvedutezza, ed attività per parte sua, ma questo non basta; affinchè la crisi orientale sia accompagnata da una corrispondente attività per parte della Chiesa, il Vicariato deve avere maggiore libertà, e maggiori elementi, e materiali per agire – Questo Vicariato come trovasi attualmente concepito, e inceppato da tali difficoltà, che un povero Vescovo, anche facendo niente, non farà poco se salva la pelle – Qui il vicario Apostolico si può dire veramente schiavo di Terra Santa, la quale mentre intende mantenere gelosissimamente li suoi diritti di giurisdizione sui Missionarj, e sul luogo della Missione, senza accorgersi forma un contraltare terribile al Vescovo, il quale per mantenere la pace deve contentarsi d’inghiottire quotidianamente bocconi amarissimi, e starsene colle mani alla cintola, lasciar di fare quello che pur dovrebbe farsi, e non fare che quello che piace ad altri – Io non voglio entrare in dettagli particolari, che Ella potrà benissimo avere dal latore della presente informatissimo di tutto e che interrogato parlerà sicuramente, ma l’assicuro che le cose sono a un segno, che più non può andare – Ella s’immagini di essere capo di una Chiesa, i di cui preti riconoscano altri Superiori, dai quali solo abbiano di che sperare e temere... avrà un’idea della circostanza in cui trovasi questo Vicario Apostolico – I Superiori e di Terra Santa, e di Roma ricevono lettere da tutti gli individui, in specie dai meno subordinati, [f. 574r] rispondono ad singula, anche alle cose spettanti al governo del Vescovo... quindi pensi Ella, che esca non sarà questa per certe teste leggiere – Aggiunga che Terra Santa non solo inceppa l’attività di Monsignore, ma essendo severa conservatrice degli usi antichi, e dello statu quo, è anche nemica d’ogni aumento nel ministero – Una Cristianità di otto mille anime si può dire ancor regolata come quando ve n’erano solo duecento – una sol spiegazione di Vangelo nella Domenica, senza istruzioni e catechismi, e pochissimi vi concorrono, perché la Chiesa molto ristretta, e bassa soffoca di caldo – Tutto il mondo godeva nel vedere la nuova bellissima Chiesa di gusto Europeo, quasi condotta a termine, e prossima ad essere uffiziata... ebbene, il Demonio che ben prevedeva la necessità della medesima, ed il bene grande che ne sarebbe derivato a questa Cristianità rinascente, seppe toccare così bene le corde della malizia, o debolezza umana, che te Chiesa è già a terra, e quello che più fa venire la stizza, è a terra con tripudio dei nostri nemici, e di quelli che loro servirono senza avvedersene – Mentre la veggo distrurre mi confermo sempre di più nell’opinione di chi non la voleva distrutta, mentre niente più di jeri viddi che anche dopo tagliato uno dei pilastri centrali, vi volle tutti gli sforzi per far cadere la parte sottostante – ma anche nel caso che tutta la fabbrica fosse in pericolo, io non l’avrei demolita a costo di rifarla tutta a pezzi, per non dar il trionfo ai nemici, lo scandalo ai fedeli che concorsero, ed un dispiacere mortale a questo Vescovo a cui gli /46/ costò il sangue, e la vita, motivo per cui ora trovasi caduto in una malinconia tale, che non so come faccia – giova sperare, che l’impegno di Terra Santa la farà presto risorgere, ma dall’andamento che veggo, io temo che il Demonio vorrà toccare altra corda più delicata per impedirla, e farla invecchiare quando sarà giunta a certo segno – ora servì al Demonio la politica dei Frati – allora servirà la politica dei gabinetti – Intanto Propaganda, secondo il mio debole giudizio, farebbe bene obligare Terra Santa, e l’Ordine a dare la Chiesa terminata fra due o tre anni, sotto pena di levargli la Parrochia, o per lo meno dividerla, come sarebbe tutto a proposito, affinchè i fedeli siano più assistiti, e col pascolo della parola di Dio, e col rimanente del ministero – e poi anche per svegliare un poco di emulazione tanto necessaria – Quando qui vi fosse un’altra Parrochia secolare, il Vescovo potrebbe già tenersi un picolo Seminario per coltivare alcuni giovani figli di Europei che inclinano per la Carriera Ecclesiastica, anzi parlando di Seminario mi viene in mente un’altro bisogno grandissimo per la gioventù, quello cioè di un Collegio diretto, o da una corporazione di Chierici Regolari oppure anche da Secolari, ma bravi, e capaci di educazione – Solamente qui in Alessandria vi saranno più di cinquanta, o sessanta giovani dai quindeci ai venti anni figli [f. 574v] tutti, o di consoli, o di negozianti Cristiani richissimi, i quali dovettero restarsene colle sole scuole di lingua, perché non v’è altro in Oriente – Io stesso viddi alcuni di questi poveri ragazzi a piangere, e sentij le querele dei Genitori – mandarli in Europa è un sacrifizio troppo grande per la borsa, ed anche pel cuore – Se vi fosse un Collegio, solamente Alessandria potrebbe dare una tal quale quantità di giovani – quindi le altre città d’Oriente – Io son d’avviso che concorrerebbero gli stessi eterodossi, e col tempo i medesimi Mussulmani – come alle scuole delle Suore di carità concorrono le figlie degli Eretici, e Scismatici etc – Questo Collegio se non si mette da noi, verrà probabilmente stabilito da altri con danno nostro – Qui il governo non solo non impedisce, ma pare che approvi, e desideri, dunque cosa impedisce di stabilirlo, e presto? – Nel caso, col tempo adjunctis adjungendis, potrà anche servire di Seminario pel Vescovo. Questi, E. R.ma, sono i miei progetti, che io rimetto al savio di Lei discernimento con facoltà di mandare tutto alle fiamme, quando non vedesse quella ragionevolezza che si desidera – Per ora non ho altro riflesso da aggiungere, fuorchè per ottenere il sovracennato, sarebbe forse conveniente un taglio di questo Vicariato da Terra Santa, ed un’emancipazione tale, che il Vescovo possa agire con maggior libertà –

In quanto alla mia Missione ancora in fieri, pare che le cose si dispongano bene – È già stabilito il viaggio pel Nilo, e partirò il 21. pel Cajro accompagna[to] dal Sig.e Clot-Bei Medico Gen.le in Capo dell’Egitto – Questi è una persona tutta per le Missioni, tutto amico di De-Jacobis, quale bramerebbe assai fosse fatto Vescovo – De-Jacobis è una persona che ha lavorato molto, e le cose di sua Missione pare si vadano disponendo molto bene – dunque non sarebbe fuori del /47/ caso – Ne vale il timore dell’Abuna, perché essendo già molto conosciuto come semplice prete, molto amato, la circostanza di Vescovo, o si potrebbe occultare con tutta facilità, oppure io credo che non farebbe tutto quel caso, come se fosse di nuove spedito un Vescovo – D’altronde mi si dice che il presente Abuna poco se ne cura – il bisogno vi è di un Vescovo nell’Abissinia, sia per ordinare alcuni giovani che già tiene come in Seminario, sia anche per gli altri occorrenti Episcopali – Senza accorgermene portai il discorso sulle cose altrui di nuovo – parlerò di me in altra mia che scriverò a Vostra Eccelenza e poi lascierò l’impresa anche ad altri che faccia di me, come io ho fatto agli altri. Perdoni intanto questa mia tre volte lunga, e nojosa lettera, e pregandoLa a volermi sempre assistere coi suoi lumi, e colla sua protezione, La saluto per parte anche di tutti i miei compagni, unitamente ai quali mi [professo]

D. E. V. R.ma

Divot.mo Servo Fr: Guglielmo Massaja V.o di Cassia