Massaja
Lettere

Vol. 1

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Al canonico Pietro Riberi
direttore della Propagazione della Fede – Torino

[P. 1]Ill.mo Sig. Cavaliere e Canonico Riberi Carissimo,

Cairo 2. Settembre 1846.

Abbenché sul ponto di partire da questa Città epperciò oppresso da mille faccende, lasciar tuttora non voglio un atto di dovere verso della S. V. Ill.ma e Carissima, mentre perciò vengo con questa mia a notificarle ricevuta di un sussidio di 15 mille franchi dalla Propagazione di Lione solamente alcuni giorni sono, la prima mia premura voglio sia quella di esternare i più vivi sentimenti di gratitudine a chi per tratto di Sua bontà volle efficacemente interporsi per me presso il summentovato Consiglio, onde procurarmelo. Caro Signor Canonico, se al Consiglio prefato ho esternato i sentimenti più vivi di riconoscenza per averli con tanta gentilezza, prontezza e liberalità soccorso, così opportunamente, a Lei poi, mi mancano i termini per spiegare i sensi, che tanto io che i miei compagni, abbiamo provato. Nella lettera di riscontro che ho ricevuto dal più volte mentovato Consiglio si vede bene di dove viene la grazia rapportandosi da essa in tutto alla di Lei raccomandazione, dunque a Lei son dovute le grazie principali. Manco male poi che sì gli uni che gli altri, essendomi stati liberali di limosine provenienti dalla carità dei fedeli associati alla grand’opera, a tutti questi io ne vado altresì debitore della più sentita gratitudine. Prima che io fossi Missionario epperciò nella posizione di provare i bisogni delle Missioni e dei Missionarj, ho sempre provato in me una parzialità d’affetto per tutti coloro che comunque concorrevano alla grand’opera, e chi mi conobbe lo sa quanto ho fatto per propagarla sempre persuaso che fosse la più bella, la più nobile, la più sublime fra le opere pie che si possono e devono esercitare dai fedeli; ora che veggo coi miei proprii occhj il gran bisogno dei popoli, e la necessità di dar nuova vita all’apostolato delle Missioni, paralizzate per lo più dalla sola mancanza di mezzi materiali, L’assicuro, che non posso pensare agli associati, ed a quelli in specie che colla loro sollecitudine danno vita alla Società, senza trasporto. Solamente qui in Oriente quante vie, si potrebbero aprire per condurre questa sgraziata gente alla mistica vigna di Cristo, se vi fossero maggiori mezzi. L’apertura di tante Missioni ancor chiuse di scuole per la gioventù, unico mezzo per rigenerare l’Oriente, diffusione di libri tradotti in arabo. Se dappertutto nelle nostre Missioni si aprissero scuole o case di educazione, concorrerebbero persino gli eterodossi ed infedeli, come concorrono già alcuni ai due Stabilimenti di Suore che vi sono in Alessandria e Cairo – che bel vedere in queste scuole ogni sorta di infedeli educarsi, istruirsi dalle nostre Suore – se vi fossero mezzi non sarebbe il caso di moltiplicare queste scuole e stabilimenti?

P. 2 Caro Signor Canonico! Messis multa, operarii autem pauci, per mancanza di mezzi. Ho parlato con questi Vescovi dei varii riti /59/ e tutti mi pregarono di scrivere in Europa, ed interessare la brave anime per far stampare una raccolta di libri tradotti in arabo di ogni specie, per distribuire ai Preti ignorantissimi perché privi dei nostri tesori di Europa – quindi anche per distribuire al popolo avidissimo – io credo che questo sarebbe l’unico mezzo per tirare a noi tutte queste nazioni. Qui sono privi di scuole e di libri, se noi abbonderemo in questo, da qui a qualche tempo si vedrebbero progressi immensi in Oriente. Da dieci anni a questa parte si può dire che il Cristianesimo o meglio il Cattolicesimo, si è avvanzato di nove su dieci – la via si apre ogni volta più per la tolleranza anzi favore di questi Governi – che dunque si tarda a mettere all’opera? Vi vogliono mezzi e questi si possono avere dalla carità dei fedeli eccitata, come dev’essere, dagli ecclesiastici. Io intanto dopo alcune ore parto per Suez, di dove m’imbarcherò sul Mar Rosso per Aden; per conseguenza non potrò più così facilmente farLe pervenire altre mie lettere; Ella mi abbia sempre presente presso Lione, persuasa che i bisogni di una Missione nuova sono gravissimi. Preghi e faccia pregare per me, per la mia comitiva e per i miei poveri selvatici – Gradisca i saluti di tutti uniti ai più vivi ringraziamenti e mi creda sempre

Devot.mo ed obl.mo Servo ed Amico
† Fr: Guglielmo V.o di Cassia V.%%A. dei Gallas