Massaja
Lettere

Vol. 1

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A monsignore Giovanni Brunelli
segretario di Propaganda Fide – Roma

F. 490rEccellenza R.ma

Suez 15. Settembre 1846.

Se altra volta ho osato avvanzare all’E. V. R.ma una lettera confidenziale in cui veniva ad esternarLe alcune mie osservazioni sulle Missioni d’Oriente, e segnatamente quelle dell’Egitto, appoggiato unicamente a quanto aveva sentito da persone degne di fede; ora che dopo tre mesi di permanenza ho potuto studiar meglio le cose, e nella mia qualità di persona neutrale confidente con tutti, ho potuto sentire io stesso una parte, e l’altra, e vedere certe cose coi miei proprii occhj, mi credo in dovere di avvanzar di nuovo la presente, affine d’informarLa di certe cose che credo necessarie a sapersi da Propaganda per il buon regime di queste medesime Missioni –

Io non parlo più della Chiesa di Alessandria, come cosa che presentemente corre una via di necessità da non più toccarsi da chi ama il bene, e la pace – come altresì non parlo più di progetti nuovi, bastando averli indicati a chi tutto vuole efficacemente quando si può – Io voglio unicamente limitarmi a farLe alcune osservazioni sulle freddure, e discordie che regnano tra il Vescovo Guasco e l’Ordine Osservante, come quelle che sono la causa di tutto il male, che vi è, e del bene che non si fa – e come quelle altresì che daranno /60/ ulteriori più gravi fastidj a Propaganda – L’Ordine Osservante ha veduto male l’erezione del Vicariato d’Egitto, come cosa che taglia le unghie al R.mo di Terra Santa, e questa è la gran radice del male – I frati son tutti avvelenati da questo principio, e faranno sempre guerra al Vescovo sintanto che lo abbiano sacrificato – Io, devo dirlo a gloria del vero, sono rimasto confuso dalle immense gentilezze che ho ricevuto nei due Conventi di Alessandria, e di Cairo, ma non per questo io devo tacere il vero – ho trovato tutti i frati marcj in questo pregiudizio, e quello che più mi faceva venire la stizza è il vedere come alla testa sono i Superiori Generali medesimi, e quelli di Terra Santa – guai che un frate parli bene di Monsignor Perpetuo, e lo frequenti, subito è tenuto per traditore dell’Ordine – io stesso doveva usare tutta la possibile economia in questo, altrimenti non eravamo più amici – Povero Vescovo! cosa mai potrà fare, e cosa anzi non dovrà aspettarsi con a fronte tanti nemici? I frati son quelli che approssimano i secolari, e bisogna dire anche che sono da essi amati [f. 490v] onde con tutta facilità l’opinione dei frati si fa opinione dei secolari coi quali dai frati si parla liberamente di questi affari... vorrei sbagliarmi, ma io preveggo che Propaganda da qui un’anno o più o meno, avrà richiami dai secolari medesimi contro Monsignore, mancomale frutti del partito – gli incamminamenti mi pajono tali – Chederebbe Crederebbe Ella, che io sia stato informato da persone secolari di tutto quello che il Generale Osservante deve aver detto in Propaganda a carico di Monsignor Guasco, ed in diffesa dei suoi religiosi – fra le altre cose deve aver detto queste parole: Propaganda ha posto Vicario Apostolico in Egitto un soggetto che io l’avrei neanche fatto vicario dell’ultimo dei miei Conventi – cosa falsa, perché l’Ordine l’ha fatto Custode di Terra Santa, e Propaganda, come suppongo, l’avrà fatto Vescovo dietro le buone informazioni del suo governo – Quindi aggiunga certe lettere partite dalla Curia Generalizia, dove i frati sono avvertiti di guardarsi bene da Fra Perpetuo, come da nemico, e con queste spinte Ella pensi cosa faranno certi frati, benché non cattivi, ma loquaci e di quelli che dovrebbero essere tenuti a freno dai superiori – Io Le protesto che dico queste cose con ribrezzo, pensando massime che intaccano un’Ordine rispettabile, e che io come Frate venero, ed amo – ma lo dico unicamente per mio scarico – riflettendo principalmente che in questi luoghi non vi è altra persona che possa prendere le parti del povero Vescovo – in altri luoghi un Vescovo che abbia un ceto contrario, può averne dieci favorevoli, ma qui il ceto è unico componente il Clero, e dietro il Clero corre facilmente il popolo – Qui si fa di tutto per farlo scomparire – così l’affare della Chiesa di Alessandria, che sicuramente avrebbero potuto aggiustarlo con maggior decoro e di Monsignore, o dell’Ordine – così l’affare delle Monache del Buon Pastore relativamente al governo francese, il quale già potrebbe essere finito, se non vi fossero state persone di mezzo aventi un’interesse contrario, le quali invece di occultarlo, d’issoppiatto hanno informato, ed esagerato al Console francese tutti i passi fatti dal Vescovo col governo Sardo, – così di un’altra diceria che si va facendo perché Mon- /61/ signore ha preso in affitto una casa da un Console in Cairo, il quale gode poca riputazione – Monsignore ne sa niente, e già si parla massime dai frati, prima ancora che l’abbia abitata – Dietro tutti questi miei riflessi Propaganda potrebbe premunirsi di altre più precise informazioni, per poi non lasciarsi sorprendere – Sebbene non tocchi a me pronunziare giudizio di una persona superiore a me, tuttavia per parte mia io credo Monsignor Guasco una persona di gran rettitudine, e buona volontà, persona, che levate le prevenzioni contrarie sarebbe un’eccellente Vescovo, anche presso i suoi – [F. 491r] Se vi è qualche colpa per parte sua potrebbe esser quella di aver preso per Segretario, e compagno due Riformati, i quali, sebben bravi, non favoriscono l’unione cogli Osservanti, i quali si adombrano per questo solo di vedere a latere del Vescovo questi due – Del resto io non saprei dire altro, meno di dirlo troppo semplice nelle sue operazioni, ed incapace di pensar male, o supporlo almeno quando trattesi di prevenire le cose – Ho parlato sin qui degli altri, sarà tempo di dire anche qualche cosa di me – V. E. avrà sentito il mio piano di viaggio pel mare rosso, e le contradizioni che ho avute in proposito – ora da quanto mi si scrive, il Signor Cerutti Console Sardo, pare abbia inteso bene la cosa nel mio senso – Tuttavia nel caso la cosa non fosse ancora intesa bene costà, io potrei inviarLe di tutte le lettere scritte al suddetto, e di quelle che ho ricevute da parecchi da me interpellati in proposito del viaggio – Io nel tempo che mi son fermato ho preso tutte le informazioni possibili ed in parole, e per lettera, delle parole non vi esiste più che gli autori capaci di parlare, ma le lettere vi sono ancora – Son partito di Cairo la sera del tre corrente, credendomi di prendere il vapore del dieci da Suez ad Aden – non essendomi giunto per tempo il bagaglio, ho dovuto sospendere la partenza sino alli 23. in cui parte il vapore di Bombaj – La spesa è di circa tre mille franchi, in verità un pò forte, ma giunto in Aden io sono sulle porte dell’Abissinia, e dei Gallas – In Cairo a forza di brigare ci riuscì di raccogliere qualche cosa sulla lingua Gallas, che attualmente stiamo studiando – già abbiamo un picolo dizionarietto, con una picola gramatica, con andar del tempo la compiremo – I miei compagni son tutti animatissimi, meno il P. Giusto d’Urbino, il quale, sebben non cattivo, venuto mal volentieri, si dimostra un pò freddo – di questo soggetto potrà informarsi dal R.mo Procuratore Venanzio – Qui in Suez principiamo la vita apostolica, si beve l’aqua salata in due modi, si dorme per terra sulla stuoja, e si scrive inginocchio sopra una sedia sdruscita, motivo per cui, senza più dilungarmi, pregandoLa a voler benedire e me, e tutta la mia Diocesi ambulante, Le offro coi miei i saluti di tutti i compagni, e con tutta la venerazione godo raffermarmi

D. E. V. R.ma

Devot.mo Servo, e Suddito † Fr: Guglielmo Massaja V.o di Cassia

F. 491v A Sua Eccellenza R.ma / Monsignore Giovanni Brunelli / Arcivescovo di Tessalonica, e Segretario / di Propaganda Fide / Roma //.