Massaja
Lettere

Vol. 1

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Al padre Evangelista Avanzato da Chivasso OFMCap.
ex discepolo di M. – Moncalieri-Testona

[F. 1r]Arcic.mo

Suez 18 7.bre 1846

Per darvi una prova che io penso a voi, anche in mezzo alle sollecitudini d’un viaggio disastrosissimo, vi scrivo queste due linee, affinchè le rendiate ostensive, a tutta cotesta Religiosa famiglia. Sono partito dal Cairo la sera del 3 corrente, e col mezzo delle vetture del Transito inglese, in meno d’un giorno ho percorso un deserto di ottanta miglia, il 4 perciò giunsi qui in Suez piccola città Turca situata sull’estremità del Mar Rossor. La scarsità del tempo, non mi permette descrivervi minutamente ne la città, ne i costumi degli abitanti bastando il sapere, che è una piccola città metà Turca, metà sismatica cristiana, situata in mezzo a un gran deserto, e che perciò nella circonferenza di circa cento miglia, non possiede il menomo indizio di vegetazione. Vive col solo commercio del mare, e fiorisce un poco più dopoché gli Inglesi hanno stabilito nel mar rosso il passaggio per le Indie. Il vitto è carissimo, basti il dire, che qui siamo costretti a pagar laqua dolce a prezzo carissimo, perche viene da [f. 1v] lontano circa quattro, o cinque ore di viaggio, da una fontana detta di Mosè. Tutto il resto della popolazione beve aqua salata a segno, che da principio il solo gustarla, mi eccitò il vomito. Qui è proprio il paese cui maledixit Dominus montes Gelboe dove ne pioggia, ne ruggiata – un paese proprio di malinconia. Una sol cosa in questo luogo solleva l’immaginazione, e scuote l’affetto Religioso si è il pensare, che qui è proprio quel luogo, dove passò, e ripassò Mosè /66/ da solo nei viaggi dall’Egitto al Deserto, quindi col popolo dopo la liberazione dalla schiavitù. Qui a poca distanza v’è il monte Oreb, ed il Sinai... Vi protesto, che questo è l’unico dolce di questo paese. Facciamo la lettura del Genesi, e quasi in ogni capo si trova mentovato questo paese. Il popolo stesso mantenne ancora gelosamente i nomi scritturali dei luoghi, e per tradizione conserva la cognizione dei fatti principali della Scrittura qui operati. Il famoso passaggio del mare rosso è distante da qui circa un giorno di viaggio in barca; nel luogo ove il mare si divide in due golfi, in mezzo dei quali v’è il monte Sinai, ove da Gessen dirigevasi Mosè col popolo di Dio. Colui perciò che scrisse a segno supra alcune carte il viaggio degli Israeliti, ed il passaggio del mare vicino a Suez, cioè sulla parte del mare, onde spiegarlo col riflusso, e schivare il miracolo, o ignorò, o volle ignorare la strada, che era obligato di tenere Mosè venendo da Gessen, per avviarsi al Sinai; qual strada nella necessità di scorvirla, perché col nemico alle spalle, l’avrebbe nel caso prolungata di quindici giorni, e più... Martedì 22 corrente partendo per Gedda supra una barca, e dovendo solcare il mare per lungo, dovrò di necessità attraversare il luogo del passaggio [f. 2r] e potrò vedere più precisamente la situazione del luogo, e le altre circostanze rimarchevoli – se potrò conto sbarcare per recarmi a vedere il Sinai in distanza solo alcune ore dal mare. Come vedete intanto io vado allontanandomi ogni volta più dal Piemonte, e dalla cara Patria, e Provincia, sarà perciò sempre più rara, e difficile la communicazione per lettera, perché da qui in là non vi sono più poste. Vedo pertanto a proposito di nuovo raccomandarvi a gravità, studio, e pietà, e moderazione nelle cose vostre, quindi per me di ricordarvi di pregare, e far pregare avvicinandomi sempre più alla circostanza del bisogno. Cotesta popolazione Testonese avvertita, son sicuro non mancherà di pregare. Così i vostri e miei studenti del primo, e secondo corso, quando siano da voi avvertiti di questa mia raccomandazione... non mancate di dire tante cose a cotesto ex Provinciale Pacifico non che al P. Guardiano. Lo stesso fate quando avrete la commodità per Moncalieri col Sig.e Prevosto, coi Canonici Ganglio, e Bono, col medico Ferrerò, Copperi, e segnatamente coi PP. Barnabiti, e per mezzo di essi coi convittori, i quali ancora si ricorderanno del Predicatore. Vorrei ancor dirvi tante cose, ma mi manca il tempo, e d’altronde, il dover scrivere in ginocchio sopra una sedia sdruscita, fa che io chiudo la presente scritta alla bella meglio. Vi abbraccio in spiritu anche per parte del Felicissimo e sono tutto vostro

Aff.mo P. Lettore
† Fr: Guglielmo V.o Capp.no

P. S. Tutte le volte che sapete delle mie nuove, scrivete al mio fratello in Patria.