Massaja
Lettere

Vol. 1

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Al padre Fulgenzio Druetta da Carmagnola OFMCap.
ministro provinciale del Piemonte – Torino-Monte

[F. 1r]P. Provinciale Amatissimo

Gualà Prov.a dell’Agamien in Abissinia 6. Febb.o 1847.

Prima che vada a spirare il Suo provincialato voglio ancora scrivere queste due righe al caro Fulgenzio – Se non altro serviranno di trattenimento, quando questa Le giunga dopo il Capitolo – Non mi trattengo sui particolari del viaggio, e dei luoghi, perché venendo in Roma troverà il tutto presso il R.mo V.e Procuratore, cui scrissi una relazione un poco più circostanziata, e restando in Piemonte potrà averla dal Padre Medico a cui mi son diretto, perché sicuro che non sarebbe partito, come pure al P. Lettore di Testona per lo stesso motivo – Fra tutti due potranno darLe un’idea compita di tutto – Scrivendo a Lei amo meglio parlare di cose tutte nostre – A quest’ora avrà già potuto conoscere come è stata presa dai religiosi la mia partenza dalla Provincia – Tutti i giorni faccio proponimento di non più pensare a questo, ma è un’oggetto troppo caro l’amata Provincia per poterla affatto scancellare dalla mente, e dal cuore, onde a fronte d’ogni mio conato in contrario, ancor sento tutta la vivezza del senso per lei medesima – Il solo Iddio sa il sacrificio che ho fatto nell’abbandonarla, al di là mille volte di quello che ho fatto nel lasciare i Parenti per farmi religioso – Perché troppo l’amava, era divenuta per me non un picolo mondo, come si suol dire, ma un gran mondo che mi lusingava, e nel tempo stesso troppo s’impadroniva del mio cuore – Gli oggetti medesimi i più Santi, quelli che la rendono preziosa avanti Iddio, e venerabile ai Secolari, come la virtù e Santità di tante persone, il buon Sistema di governo, ed il capitale di Soggetti capaci di fare gran bene per l’avvenire, il loro buon cuore, e buona volontà da me tanto conosciuta, erano a mio riguardo un capitale troppo interessante il mio amor proprio medesimo a segno, che per me il voler bene ai religiosi, l’interessarmi per la disciplina dei giovani tanto buoni, per il buon governo, e pel /90/ vantaggio della Provincia non era più cosa meritoria, perché avrei piuttosto ubbidito ad una forte passione, e troppo toccante – Bisognava perciò che il Signore mi facesse passare a nuova crisi [f. 1v] per aprirmi la strada a nuovi sacrifizi – Ho lasciato di nuovo la casa paterna della Religione dove aveva il mio nido formato con tutto quello che sapeva desiderare il mio cuore, per abbracciare uno stato dove sono obligato incominciare di nuovo a fare il noviziato, ed incominciare da capo in tutto e per tutto – ma la cara Provincia la porto sempre stampata a gran caratteri nel più vivo del mio cuore, sento ancora tutto l’interessamento pel suo bene e decore, e parmi anzi di sentire nel mio il movimento di tanti cuori gentilissimi che tanto la nobilitano – Senza faceziare certe volte nella mia solitudine, per sollevarmi un tantino volendo pensare agli affari della cara Provincia, tutto in un tratto mi trovo trasportato costà in corpo ed anima, or seduto sul seggiolone della stanza lettorale a ricevere e sentire or l’uno, or l’altro dei cari amatissimi studenti, or nella camera definitoriale vicino al fuoco a trattare qualche cosa d’interessante con Lei col Segretario, or col Benvenuto lungo la strada da Moncalieri a Testona facendo progetti di fabbrica, o trattando di S. Vittoria, che bei momenti per me! Lo sa il Felicissimo, col quale quando mi metto a discorrere di queste cose, non la finisco più – Senza accorgermi mi trovo investito talmente delle cose, e delle persone di costà, come se vi fossi realmente ancora – eppure sono lontano niente meno che sei mesi di viaggio, e sono ancora in via di allontanarmi di più... Da questo ben può argomentare quanto mi sta a cuore essere amato dai miei cari Religiosi, coi quali non sono ancora fuori di speranza di poter passare almeno alcuni anni prima di morire – Si, caro P. Provinciale, sarà sempre una gran fortuna per me l’essere stato figlio della Provincia, e la speranza di poter ritornar una volta al suo seno, quando l’opera mia sarà inutile nella vigna del Signore, e la mia persona potrà essere di peso alla Missione – i miei cari correligiosi pieni di carità come sono saranno, voglio sperare, il sollievo della mia vecchiaja, od insufficienza – Se gli ho abbandonati, non fu per mancanza di affetto, ma bensì unicamente per obedire al Signore che così forse intendeva il meglio mio, e della Provincia, nella quale senza dubbio non sarei stato capace a tutto quello che il loro buon cuore avrebbe fatto pensare a mio riguardo – Io mi conosco, e so che i religiosi avevano [f. 2r] per me un’idea superiore a quello che fossi in realtà – questo forse mi avrebbe posto nella via di far loro più del male che del bene; devono perciò compatirmi se ho risolto di seguitare altra via per cui mi parve di essere abbastanza chiamato dal Signore – La carriera nella quale sono per grazia del Signore, si può dire forse più scabrosa riguardo alla fatica, ed alle contrarietà a cui dovrò andare di necessità all’incontro, ma non sarà tanto delicata, epperciò più conforme al mio carattere grossolano, e fatto alla buona – Quando le cariche toccano solamente la pelle dell’individuo che si trova nel ballo, meno male, ma quando per l’insufficienza del soggetto, in qualche modo può starne di mezzo la propria, ed altrui /91/ coscienza, allora l’affare si fa delicato, ed il soggetto entra in dovere di prendere le sue misure – Persuaso di questo nell’ultimo Capitolo acettai mal volentieri la carica di Definitore, e già da tanti anni prima, Lei sa, come pensando alle Missioni per togliermi dalla via delle cariche, il solo timore d’incontrarne delle altre mi trattenne per tanto tempo – Ora, come sia andata non lo so, sono caduto nella rete – Comunque sia, il Signore perdonerà e le mie debolezze nelle superiorità che ho avute nell’Ordine, e la mia temerità nell’acettare quella che tengo, – per non fare ragazzate, farò ogni fattibile, e vedrò se mi riesce di cavar sangue dalla rapa tanto che basti per sostenere la firma, e come Vescovo, e come figlio dell’Ordine Cappuccino, e della Provincia Piemontese, a cui tutto tutto tutto devo dopo Iddio, meno le quattro ossa destinate ad ingrassar la tomba, pei quali solo mi riconosco figlio del mio vecchio, e cieco genitore e della fu mia Madre sempre di cara memoria – Se perciò la cosa anderà bene sarà un miracolo del Signore che troppo ama il nostro Ordine, ma io lo voglio riconoscere come effetto delle preghiere dei miei cari correligiosi, ed Ella mi faccia tanta carità di raccomandarmi a tutti quelli che potrà – Il mio viaggio è stato buono sin qui, grazie a Dio, e spero lo sarà ancora in seguito – L’abbraccio, e saluto in spirito, e colla massima fretta mi raffermo

D. P. V. M. R. e Carissima

Divot.mo, ed Affano Fratello in Cristo
† Fr: Guglielmo Vescovo Cappuccino

[F. 2v] Al Molto R.do Padre P.on Col.mo / Padre Fulgenzio da Carmagnola / Provinciale Cappuccino / Torino (Piemonte) / ai Cappuccini //.