Massaja
Lettere

Vol. 1

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Al cardinale Giacomo Filippo Fransoni
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 635r Eminenza

Dal Collegio dell’immacolata di Gualà Prov.a d’Agamien in Abissinia.
10. Febbrajo 1847.

Nell’ultima mia con data di Massauua ho dato conto all’E. V. del mio arrivo colà, dell’operato mio, e di quanto fece per me il Signor De-Jacobis sino all’epoca della partenza per questi paesi dell’Abissinia – Ora qui giunto da più di un mese, e vedute le cose come sono rapporto a questa Missione dell’Abissinia, e prese alcune informazioni riguardo alla mia dei Galla, penso far cosa grata all’E. V. informandoLa di tutto per norma di governo delle due Missioni Etiopiche – Le notizie di questa Missione sono consolanti al di là di quanto Ella potrebbe immaginarsi. La grazia pare che stia operando gran cose per questa nazione, ed io credo poter assicurare l’E. V., per quanto permette il mio debole giudizio, che il Signore vorrà finalmente prendere in considerazione i conati della Sua Chiesa per ricondurre all’ovile della Chiesa universale questo gregge errante – Per non mettermi in pericolo di riempirLe il capo di semplici produzione della mia mente, voglio limitarmi solamente ai fatti veduti – Venendo di Massauua, passate le tribù Mussulmane dei Soho, il quarto giorno di viaggio siamo giunti al primo paese Cristiano detto Alaj, ove a fronte delle replicate scomuniche fulminate dall’Abuna eretico contro i fautori dei Cattolici, cose che altre volte /95/ avrebbero prodotto crisi spaventevoli, io ho potuto ricavare prove convincentissime di quanto sopra – Ci siamo fermati due giorni in casa del capo del paese il quale ci trattò con una cordialità e cortesia innesprimibile, e volle regalarci una vacca, e due pecore – fummo visitati replicate volte dai preti del paese i quali tennero lunghe conferenze col Signor De-Jacobis – D’accordo col capo dichiararono il paese Cattolico, e non gli fu possibile poter partire se prima non prometteva, che al più presto avrebbe mandato qualche prete della Missione per istruirli, esercitare le sacre funzioni, ed incominciare qualche stabilimento – Quindi per tutti i paesi ove si pernottava, meno di dichiararsi cattolici, come in Alaj – dapertutto abbiamo ricevuto le medesime cortesie anche dai preti, e sempre ho veduto in questi una gran venerazione per questo Prefetto, col quale tenevano lunghissime conferenze, e giungevano persino a pregarlo di benedirgli – Giunti in Gualà piccolo paese vicino Adgrad Prov.[inci]a dell’Agamien, luoguo si può dire centrale della Missione, quivi trovammo una famiglia di circa cinquanta persone, delle quali una metà sono giovani per l’educazione e studio – L’altra metà persone di servizio, o preti e Monaci convertiti, e rifuggiatosi presso il Signor De-Jacobis che fa la figura di un padre di famiglia il più amato, e venerato – quindi abbiamo trovato una casa simile ad un picolo convento d’Europa, bensì fabricata poveramente secondo l’arte del paese, ma sufficientemente commoda per la famiglia; e quello che più mi piaque, trovai due, o tre stanze in piena libertà per me, e per i miei compagni, unitamente ad una picola Cappella di rito latino sufficientemente grande, che attualmente ci serve per Cattedrale – I Giovani hanno la scuola di canto, di lingua Ghez, ed Amara, di Teologia elementare, di Morale, ed anche di lingua Italiana quando vi si trovano ad insegnarla i Padri Missionarj Europei, i quali sono [f. 635v] sono obligati trovarsi bensoventi in giro a visitare i fedeli sparsi di qua, e di là, oppure per incominciare qualche cosa di nuovo in alcuni luoghi particolari, come il P. Montuorio in Soa, ed il P. Biancheri attualmente in viaggio per Gondar, dove dopo la partenza dell’Aduna eretico, pare voglia spiegarsi qualche cosa in grande – Qui il Signor De-Jacobis è quasi continuamente visitato da persone di riguardo, e segnatamente da Ecclesiastici, i quali per quanto mi sembra, hanno già inghiottito il granello evangelico, e lo stanno lavorando nel loro cuore – Di quando in quando riceve proteste di paesi del contorno, che vogliono essere Cattolici, e dopo il mio arrivo già due paesi di vocazione più matura furono esauditi in vista delle Ordinazioni che si sarebbero tenute – L’istesso, se non erro, accadrà di un’intiera provincia qui attigua subito che vi saranno preti sufficienti; come pure di un Monastero qui vicino di molta ascendenza nei contorni, nel quale il fermento Cattolico tocca presto la metà degli individui – Tutto questo unito a quanto già vi era di fatto prima del mio arrivo: l’intiera tribù di Alitiena dichiarata Cattolica, e già da più di sette mesi funzionata dai preti indigeni della Missione – Il Paese di Anticiò, dove governa l’ottimo Signor Scymper, in gran parte Cattolico, amministrato da Don Ci- /96/ rillo – questo paese di Gualà intieramente Cattolico con tutte le sue dipendenze – Sopratutto l’opinione publica tutta favorevole all’ottimo Capo della Missione, il quale di giorno in giorno va aquistando terreno sulle rovine del gran Colosso eretico – Tutto questo, dico, mi pare un che più che bastante per antivedere la crisi la crisi che potrebbe venire, e che io diceva – Beninteso che trattandosi di paesi dove non vi è un Capitale di civilizzazione tal quale, e di una legislazione stabilita a tutela dei principii religiosi, e delle persone, sopratutto trattandosi di popoli che vivono di fanatismo, e di guerrre, la causa è sempre ancora in pericolo di una crisi contraria; ma questo si deve contemplare solamente sino ad un certo segno, per prendere le debite misure, e cautele, – altrimenti si farebbe più niente – A fronte di tutti questi numeri favorevoli, se la Missione dell’Abissinia ha da progredire nella via per cui è già bene incamminata, e giungere a quella meta che io diceva, ha bisogno sommo di essere presa in gran considerazione dall’E. V. per le sollecite provvidenze che sono del caso. A misura che i paesi si dichiarono Cattolici nascono delle difficoltà gravi, che toccano nel vivo, e la coscienza, e l’interesse della Missione – Convertito un paese si convertono anche gli Ecclesiastici, anzi sono questi ordinariamente alla testa del movimento – cosa fare di questi preti, e Chierici, che non sanno di essere invalidamente ordinati? Lasciarli anche ad tempus nell’esercizio delle funzioni del ministero, e cosa troppo delicata che non si può – ipso facto sospenderli, sarebbe un colpo di crisi troppo doloroso sì all’individuo, che al publico, da mettere in pericolo di rovina il già fatto, e quello che è in via di farsi – Questi Preti ordinariamente sono tutti padri di famiglia che non hanno altro mezzo di mantenersi fuori dell’altare, sono perlopiù legati in parentela coi migliori del paese, in caso perciò che qualcheduno venisse a disgustarsi, oltre al mettere in disordine la cosa, potrebbe dare un’allarme immaturo sul ponto delle Ordinazioni invalide, e rovinar tutto – D’altronde i poveri preti che per la fede hanno avuto coraggio di volgere le spalle all’eresia dominante, ed al loro Vescovo potentissimo, si meritano qualche riguardo [f. 637r] tanto più che la Missione ha prezioso bisogno di questi, perché moltiplicandosi le dichiarazioni dei paesi non avrebbe più preti bastanti per riempire i vuoti, ed i poveri paesi convertiti vedendosi privi di Sacerdoti, sarebbe per loro una troppo grave tentazione per ritornare all’errore – per altro questi Sacerdoti Convertiti si suppongono sempre più entusiasmati per la buona causa – L’unico modo, secondo il mio debole giudizio, di ovviare a tutti questi inconvenienti, sarebbe questo: a misura che i paesi si dichiarano Cattolici coi loro preti, questi sotto pretesto di far loro fare un poco di ritiro nel collegio, richiamarli per qualche tempo, istruirli sommariamente, e poi segretamente ordinarli – Ma per questo è di tutta necessità un Vescovo sul luogo, come ognun vede – La Missione dell’Abissinia senza un Vescovo non può più andare avanti, e come senza vita – accaderà a questa, come accadde a tante altre, che per mancanza di Vescovo, epperciò di Clero indigeno presero un sistema stazionario, in quel /97/ poco che vi era, oppure che si estinsero totalmente – Questo Vescovo non può essere altro che il Signor De-Jacobis, il quale ha nelle mani le chiavi della Missione, e dei cuori in questi paesi – qualunque altro nuovo, venendo scoperto come Vescovo (carattere il più sacro qui) non farebbe che eccitare rumore, e poi non avrebbe l’ascendente che ha il Signor De-Jacobis per sostenersi – questi come già conosciuto, e molto amato dalle autorità, e dal popolo, venendo a scoprirsi, non farebbe più tutto quel colpo nel publico, tanto più, che da quanto ho potuto intendere, presso alcuni segnatamente presso l’Abuna, già vi è il sospetto che sia vescovo in realtà – In questo modo il nuovo Vescovo potrebbe provvedere ai bisogni urgenti della Chiesa, e poi poco per volta a misura che permettono le circostanze potrà darsi a conoscere, e così introdursi come Abuna Cattolico, e sottentrare nell’ascendente sul publico a misura che l’altro eretico va scapitando di giorno in giorno. Il Signor De-Jacobis conosce sufficientemente la lingua sacra dell’Abissinia, qualche cosa del rito avrà imparato, ama molto il rito Abissinese e l’Abissinia, credo perciò, che non avrà difficoltà di passare col tempo anche al rito medesirno, qualora venisse con voce potente a ciò obligato – Questo è quanto ho giudicato dover esporre all’E. V. riguardo all’Abissinia; La prego a compatirmi, se mai forse oramai sarò divenuto un poco nojoso nelle mie osservazioni sul conto altrui – Cosa mai, persuaso come sono, che l’E. V. nel governo delle Missioni ha sommo bisogno di essere tenuto al corrente di tutto, e che lo vuole efficacemente, nel dubbio di dover parlare, o scrivere eleggo sempre il partito affermativo per mio scarico, rimettendomi poi pienamente nell’esecutiva al giudizio di chi il Signore ha consegnato coll’autorità un capitale maggiore di lumi per le vedute in grande, non sempre conformi a quelle di coloro che si trovano in un’orizzonte più basso, ed hanno sotto i loro occhj soltanto una picola parte del mondo – Fra tanto, mentre do conto all’E. V. dell’Ordinazione di undeci Sacerdoti parte già preti invalidamente ordinati dall’Abuna, e parte giovani allievi di questo Collegio, unitamente a cinque minoristi – tutti già preti dell’Abuna – l’assicuro altresì che io non lascierò di prestarmi a benefizio di questa Missione per quanto permettono le mie circostanze; ma io ho quattro Missionarj da occupare, e la mia Missione è sufficientemente lontana da questa per incommodarmi il venire qualche volta quando sarò al mio destino, o per incommodare gli Ordinandi nel caso dovessero venire a me – Qui vicino vi sono alcune tribù Galla come quella degli Azabo Galla lontani solamente quattro giorni di viaggio da qui, – [f. 637v] ma queste sono frazioni della nazione Galla affatto separate, e se io mi fisserò qui, non potrò fare tutto il bene che farei tra veri Galla – Questi hanno qualche tintura d’Islamismo, e non saranno perciò tanto pieghevoli, e qualora lo siano, e si possa fra questi realmente fare qualche cosa, io sarei ancora lontano un mese di viaggio dal centro del mio Vicariato – Soddisfatto che avrò ai più urgenti bisogni di questa Missione partirò per Gondar dove trovasi Michele d’Abbadie, ed è aspettato il suo fratello Antonio di ritorno dall’Enerea Gal- /98/ la – parlato che avrò con questi vedrò qual via mi converrà tenere, se cioè dovrò ritornare in Gualà per attaccarmi a queste tribù vicine, oppure se dovrò directe incamminarmi verso Soa, o Godroù – Ad ogni evento l’Eminenza V. avendo qualche cosa per mio conto potrà diriggersi qui al Signor De-Jacobis, col quale sarò sempre inteso per la corrispondenza sino a nuovo avviso – mancomale sempre per la via di Alessandria, e per le Mani di Monsignore Perpetuo con cui guarderò di mantenermi in relazione per quanto potrò – col canale di questa Missione d’Abissinia –

Nel pregarLa intanto a voler benedire il mio viaggio e tutta quanta la Missione, Le bacio la sacra porpora, e colla massima venerazione ed affetto mi raffermo

D. E. V.

Divot.mo, ed Obl.mo figlio in Cristo
† Fr: Guglielmo V.o di Cassia
V. A. dei Galla –

P. S. Mi prendo la libertà di spedirLe qui compiegata una nota di alcune facoltà di cui avrei bisogno per me e per i miei compagni, unitamente alla nota degli Ordinati che ho fatto coppiare dal mio Segretario dal libro delle Ordinazioni – Vedrà in essa come sono Ordinati molti con titolo di una sola Chiesa – perché secondo il costume ciascheduna Chiesa parrochiale è titolo per cinque Sacerdoti, che è la quantità ricercata dal rito per la Celebrazione della Messa Parrochiale – Questi titoli poi non contano in forma canonica, perché qui non si può –

F. 621r Nota delle facoltà da Ottenersi Per Monsignore Massaja Vescovo di Cassia, e V.o Ap. dei Galla, e per i suoi Compagni –

  1. 1. Poter celebrare la S. Messa sine Ministro cum aliqua causa tanto per Se, che per i tre compagni
  2. 2. Poter usare tela di bombagio, o cotone per l’uso dell’altare, anche pei corporali e purificatoj –
  3. 3. Attesa la circostanza che alcuni paesi Cristiani eretici di rito Etiopico si trovano tra mezzo ai Galla, si chiede la facoltà di farli passare al rito latino; come pure occorrendo che qualche famiglia, o individue del medesimo rito, ancorché già cattolici venga a stabilirsi fra noi –
  4. 4. Soltanto per P. Felicissimo da Cortemilia, e per Fr: Pasquale da Duno, facoltà di potersi Confessare da qualunque Sacerdote Cattolico – inscio Superiore
  5. 5. Attesa la circostanza che in questi paesi mancano i registri di nascita, e molte volte accade che non si può sapere l’età precisa, si bramerebbe la facoltà di poter ordinare anche con questa incertezza d’età – quando il Soggetto nell’aspetto presenta poco presso l’età Canonica –

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F. 636r

Anno Domini 1847.

Nos F.[rater] Gulielmus Massaja E.[pisco]pus Cassiae,
Populorumque Galla Vicarius Apostolicus.

Infrascriptos Catholicos Ritus Aethiopici Candidatos vi Facultatis per Rescriptum die 2. Aug. 1846. Nobis a Pio IX. collatae, Gualà Abyssiniae loci in Sacello Imm.[aculatae] Concept.[ionis] B.-[eatae] V.[irginis] M.[ariae] Collegii Presbyterorum Missionis, servata forma S.[anctae] R.[omanae] E.[cclesiae], ac dispositione a Sac.[rosancto] Concil.[io] Trid.[entino], et ab eodem Rescripto Nobis indicta, tum ad inferiores, tum ad superiores Ordines promovimus. Videlicet.

Die 13. Januar.[io] ad Primam Tonsuram, et quatuor Minores in Missa privata fuerunt promoti

  1. 1. Abba Thecla-haimanuot iam, dum adhuc esset in haeresi, Sacerdos, attamen invalide, ob defectum Materiae et Formae, ab Abuna Salama ordinatus.
  2. 2. Ghebra Mariam iam, dum adhuc esset in haeresi, Diaconus, attamen invalide etc. ab Abuna Salama etc.
  3. 3. Thecla Ghiorghis iam... Diaconus, attamen invalide etc. ab Abuna Salama etc.
  4. 4. Thecla-haimanuot iam... Diaconus, attamen invalide etc. ab Abuna Salama etc.
  5. 5. Wald Abboy iam... Diaconus, attamen invalide etc. ad Abuna Salama etc.
  6. 6. Wald Abiegzi iam... Diaconus, attamen invalide etc. ab Abuna Salama etc.
  7. 7. Emnatu Mariam.
  8. 8. Ghebra Agaest.
  9. 9. Wald Gabriel.

Interfuerunt R.R. D.D. De-Jacobis Justinus Abyssiniae Missionis Praefectus, ac Abbat Wald Gabriel ritus quidem Aethiopici Sacerdos testes ad praemissa vocati.

Die 17. ejusdem mensis ad Primam quidem Tonsuram, et quatuor Minores in Missa privata fuerunt promoti

  1. 1. Mamer Gabriot iam... Sacerdos, attamen invalide etc. ab Abuna Cyrillo etc.
  2. 2. Abba Ghebra Egzier iam... Sacerdos, attamen invalide etc. ab Abuna Cyrillo etc.
  3. 3. Mamer Ghebra Madin iam... Sacerdos, attamen invalide etc. ab Abuna Salama etc.

Interfuerunt ut supra De-Jacobis Justinus, ac Abbat Wald Gabriel testes ad praemissa.

F. 636v Die 24. dicti mensis in Missa quidem privata, attamen Nobis Pontificalibus indutis, fuerunt ad Subdiaconatum promoti

  1. 1. Abba Thecla-haimanuot ut supra... Titulo Eccl.[esiae] S. Joannis loci Gualà.
  2. /100/ 2. Ghebra Mariam... Titulo Eccl.[esiae] S. Joann.[is] ejusdem loci.
  3. 3. Wald Abiegzi... Titulo ejusdem Eccl.[esiae] et loci.
  4. 4. Mamer Gabriot... Titulo ejusdem Eccl.[esiae] et loci.
  5. 5. Mamer Ghebra Madin... Titulo ejusdem Eccl.[esiae] et loci.
  6. 6. Abba Ghebra Egzier... Titulo Eccl.[esiae] S. Gabrielis loci Sasi.
  7. 7. Ghebra Agaest... Titulo Eccl.[esiae] S. Michaelis loci Adancherriè.
  8. 8. Thecla Ghiorghis... Ad Titulum Beneficii loci Alitiena.
  9. 9. Thcla-haimanuot... Ad Titulum Beneficii loci Suahghnié.
  10. 10. Walda Gabriel... Ad Titulum Beneficii loci Tengià Mariàm.
  11. 11. Emnatu Mariam... Ad Titulum Beneficii loci Abba Karìma.
  12. 12. Wald Abboy... Ad Titulum Beneficii loci Alitiena.

De-Jacobis Justinus, et Abbat Wald Gabriel fuerunt, ut supra, testes ad haec vocati.

Die 31. ejusdem mensis, in Missa privata, Nobis Pontificalibus indutis, omnes sub die 24. enumerati, fuerunt ad Diaconatum promoti, testimonio De-Jacobis Justini, ac Abbat Wald Gabrielis ut supra.

Die 2. Febr.[uarii] in Missa privata etc. testibus De-Jacobis Justino, ac Abbat Wald Gabriele, ad Primam Tonsuram et quatuor Minores fuerunt promoti

  1. 1. Thecla-haimanuot de Beera iam... Sacerdos, attamen invalide etc. ab Abuna Salama.
  2. 2. Wald Sellasie iam... Sacerdos, attamen invalide etc. ab Abuna Cyrillo etc.
  3. 3. Amah Ghiorghis iam... Sacerdos, attamen invalide etc. ab Abuna Cyrillo etc.
  4. 4. Za Sellasie iam... Diaconus, attamen invalide etc. ab Abuna Cyrillo etc.
  5. 5. Fessà-zion iam... Diaconus, attamen invalide etc. ab Abuna Salama etc.

Eadem die, et iisdem testibus fuerunt ad Presbyteratum promoti

  1. 1. Abba Thecla-haimanuot.
  2. 2. Ghebra Mariam.
  3. 3. Wald Abiegzi.
  4. 4. Mamer Gabriot.
  5. 5. Mamer Gebra Madin.
  6. 6. Abba Ghebra Egzier.
  7. 7. Ghebra Agaest.
  8. 8. Thecla Ghiorghis.
  9. 9. Thecla-haimanuot. Hunc quoque, quamvis aetatis incertae, tamen necessitate urgente promovimus.
  10. 10. Emnatu Mariam.
  11. 11. Wald Abboy.

† Fr: Gulielmus Ep.[isco]pus Cassiensis

[l. s.]

Fr. Caesar a Castrofranco Cap.[ucci]n[us] a Secretis