Massaja
Lettere

Vol. 1

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Al padre Venanzio Burdese da Torino OFMCap.
vice procuratore generale – Roma

[F. 1r]R.mo Padre Lettore Carissimo

Gualà Prov.a dell’Agamien in Abissinia 10. Febb.o 1847.

In tutte le fermate che ho fatto finora ho sempre procurato di tenere al corrente la P. V. R.ma, e Carissima con qualche mia lettera; ora che sono fermo per qualche tempo, e prossimo al termine del mio viaggio, devo farlo con qualche maggior precisione – Da Massauua Le scrissi il viaggio che ho fatto per mare, ora Le racconterò quello che ho fatto per terra sino qui, e le cose di questi paesi che credo più interessanti – Coll’assistenza di questo Prefetto Signor De-Jacobis venuto in Massauua a prendermi mi fu cosa molto agevole allestire il mio viaggio – La sera dell’otto Decembre giorno dell’Immacolata, con tutta la carovana composta di circa cinquanta persone tra Missionarj, Servi, e portatori del bagaglio, si partì da Moncullo, paese in terra ferma già sul lido Affricano, dove sogliono vileggiare i Signori di Massauua nelle stagioni più calde, e dove eravamo in casa del Console Francese – I primi cinque giorni di viaggio furono un poco più disastrosi perché in paesi montagnosi e quasi deserti, abitati da poche tribù erranti dette Soho di religione Mussulmani, e pieni di bestie feroci – Si camminava la mattina sino alle undeci, si faceva alto sino alle due dopo mezzo giorno per dar campo a tutti a riposarsi e reficiarsi – La sera sul fare della notte si fermava la carovana, si spiegava la tenda, e mangiato un pezzo di pecora arrostita, o bollita alla bella meglio si mettevamo a dormire – Per tutta la notte una parte della carovana faceva la guardia seduta intorno ad un gran fuoco acceso per iscansare il pericolo delle fiere – Qualche volta lungo la notte io sortiva dalla tenda per qualche bisogno, volendo fare un momento astrazione dalla compagnia che aveva, l’assicuro che era una cosa spaventevole – Di notte in mezzo a due Montagne altissime, dove si sentiva il grido o dei leoni, o dei leopardi o di altre bestie consimili – S’immagini! Il Signor De-Jacobis tutto sollecito per la nostra sicurezza appena vedeva qualcuno di noi fuori della tenda era subito in pena – Se qualcuno delle guardie ci vedeva un po’ lontani subito gridava – brutta condizione! eravamo neanche padroni di un momento per quelle cose che non vogliono testimonio – Benché tra selvaggi e ladri, eravamo però sicuri di non essere assaliti, e assassinati, – perché avevamo la guida presa in Archeco capo paese di tutte queste tribù, e residenza del Naìb loro Re, o Superiore – La guardia presa da queste tribù medesime è risponsa[bi]le presso il Naìb di tutto quello che potrebbe occorrere – e le tribù devono rispettare questo Naìb, perché altrimenti egli chiude loro il commercio col porto di Archeco, e Massauua, dove possono esitare le loro produzioni per provedersi grano ed altro occorrente per vivere – Per avere /102/ questa guida una volta il Naìb faceva pagare somme enormi, arbitrarie alle carovane dell’Abissinia; ora dietro l’impegno del Console Francese di Massauua presso la Porta fu levata quest’angarieria, e si spera perciò che per l’avvenire il commercio dell’Abissinia con Massauua si aumenterà, e vi sarà maggior commodo anche per le corrispondenze – Si camminò in mezzo a queste montagne quattro giorni prima di toccare l’Abissinia Cristiana – Il quinto [f. 1v] giorno si salì la famosa montagna, poco presso alta come il nostro Moncenisio, colla differenza che là ci sono stradali reali, e qui sentieri per dirupi che facevano spavento – È un divertimento a vedere la destrezza con cui i nostri muli se la cavavano in mezzo a quei precipizj – Vi erano certi passi che davano da studiare ai pedoni, appena vi era il luogo o gradino della larghezza del piede sulla viva pietra, con sotto orridi precipizj – eppure le mule se la cavavano benone – gli altri più coraggiosi la fecero a cavallo, ma io non ebbi il coraggio – Salita questa famosa montagna alta circa sette mille piedi sopra il livello del mare, si vidde la prima volta il vero orizzonte Abissinese, poco presso tutto a quest’altezza – Si affacciò un piano bellissimo, si fece sentire un’arietta fresca e pura che ci ricreò – che bell’aspetto ha l’Abissinia per chi sorte dal mezzo di quelle montagnaccie! pare di entrare in un nuovo mondo – Difatti qui il viaggio nostro migliorò di una metà, tanto rapporto alla strada, quanto rapporto al vitto, ed alloggio – La strada si fece sempre da un paese all’altro, si alloggiava nelle case, ed eravamo abundantemente provveduti del vitto necessario – In grazia del Signor De-Jacobis molto conosciuto, in tutti i paesi per dove si passava eravamo ricevuti con straordinarie cortesie, ci facevano ordinariamente un regalo di una pecora con una picola quantità di butiro, e miele – Nel primo paese Cristiano che abbiamo trovato dopo la salita della montagna, detto Alai ci fermammo due giorni per cangiare i portatori – eravamo in casa del capo, che ha regalato due pecore ed una vacca, e ci trattò con molta gentilezza – questo paese già da molto tempo era in trattativa col Signor De-Jacobis per farsi Cattolico, in quei due giorni fu ultimato e dichiarato il grande affare, e si partì colla promessa di spedir loro al più presto un Sacerdote della Missione per l’istruzione, e per l’esercizio delle sacre funzioni – Questi trionfi della grazia, non si può esprimere, quanto dilatano il cuore del Missionario ancor nuovo, e non assuefatto ancora a vedere, ne battaglie, ne vittorie, ne conquiste dell’Apostolato – In Europa si fa gran festa per la conversione di un’Israelita, o di un Protestante, la Chiesa Madre universale in queste circostanze si veste da festa, come il Padre Evangelico all’arrivo del figliuol prodigo, – noi lungo il viaggio facevamo le maraviglie, non sapevamo parlare di altro – Il Signor De-Jacobis Soldato vecchio, già assuefatto a simili colpi della grazia, pago di lodare e ringraziare Iddio, non se ne curava più che altro ne di parlarne, ne di altro – uomo veramente pieno di spirito Evangelico, quando si tratta di fare presenta un’attività portentosa, ma quando si tratta solo di parlare del fatto si presenta con un silenzio grave, senza caricatura, schietto, a prima vista indifferente, sulla cosa, ma /103/ in sostanza molto umile – Da Alai dopo cinque giorni siamo giunti in Gualà, paese piuttosto picolo, ma tutto Cattolico – dove sono attualmente, e mi fermerò ancora qualche poco – Qui abbiamo trovato una famiglia di circa cinquanta persone, delle quali una metà sono giovani educandi, e studenti che corrono la carriera ecclesiastica, l’altra metà servitori, e preti o monaci Convertiti e rifugiatisi con De-Jacobis il quale fa la figura di un padre il più venerato – Qui abbiamo trovato innoltre una casa simile ad un nostro Conventino, fabbricato mancomale all’uso del paese alla bella meglio, ma sufficientemente commodo per la famiglia; e quello che più mi piaque ho trovato due, o tre stanze in perfetta libertà per me, e per i miei compagni, ed una Cappella sufficientemente grande di rito latino, che presentemente ci serve di Cattedrale – Dopo presto due mesi che sono qui, avrei molte cose interessantissime a raccontarLe, e cose molto edificanti vedute coi miei proprii occhj sul conto di questa Missione, che io credo [f. 2r] in via di grandi cose – quindi sull’Abissinia, che presenta sufficiente Capitale di cognizioni interessanti per tutti i rapporti Religiosi, civili, e naturali – ma in luogo Le spedirò molte lettere, scritte a molti Piemontesi, a sigillo alzato, dove potrà vedere quello che direi qui – Soltanto Le dico, che il Signore con un tratto di quella Providenza che fortemente opera, e soavemente dispone, io mi trovo qui a mio dispetto, e mi trovo dove doveva venire, se non voleva rovinare la spedizione, e dove mi voleva il Signore e l’aveva promesso... per provvedere ai più urgenti bisogni di questa Missione – e per prendere le più sublimi lezioni nell’Apostolato di queste parti – Ho già ordinato undeci Sacerdoti, e ne ho molti in via di ordinazione – Fratanto sto studiando la lingua, e disponendo con qualche predica i miei Missionari alla battaglia molto vicina – Subito giunti qui abbiamo fatto gli esercizj sotto la direzione di questo Prefetto – dopo ho sempre continuato le conferenze sul ponto segnatamente che ci risguarda – Terminato che avrò le Ordinazioni più urgenti per questa Missione, partirò per Gondar, dove attualmente trovasi Michele d’Abbadie, ed è aspettato anche il suo fratello Antonio con cui ho bisogno di abboccarmi – Parlato che avrò con questi, e con altre persone informate in Gondar, vedrò come si spiegherà il Signore sui primi sviluppi della Missione, che via ci aprirà, e dove ci converrà andare, se per il regno di Soa, oppure direttamente per Goudrou – Una cosa che molto mi fastidia si è la difficoltà delle relazioni coll’Europa, e principalmente con Roma – Crederebbe che questa mattina solamente ho ricevuto le lettere di Agosto dell’anno scorso, scrittemi e dal Piemonte, e da Roma? notandum poi ancora, che le ho ricevute per grazia, per via del Console francese di Massauua recatosi a Gedda e venuto fra pochi giorni – del resto chi sa quando? e se accade così qui dove vi è ancora un tal quale commercio con Massauua lontana soltanto dieci circa giorni di pedone, cosa sarà quando mi troverò nel centro dei Galla lontani cinquanta e più giorni di pedone – in paesi dove non si può fare capitale del governo, perché non c’è – e dove le strade sono sempre imbrogliate dalle guerre civili dei paesi /104/ fra loro – ? Questo sarà senza fallo un grande impiccio – Le lettere ben soventi si perdono, come mi assicura questo Signor De-Jacobis, e noi poveri Missionari dopo aver aspettato un’anno, e più credendo che le lettere abbiano fatto il loro corso, conosceremo di trovarci al punto di prima quando si dovrebbe aver già la risposta – Quando vi fossero affari di premura staressimo freschi – Basta, il Signore provederà anche a questo, e da qui un’anno o più, vedendomi presto senza mezzi, e senza riscontri, sarò costretto mandare qualche persona sino al Cairo – directe – Intanto Ella avendo qualche cosa per me, potrà diriggersi secondo il solito in Alessandria d’Egitto a Monsignore Perpetuo, il quale ha ordine di spedire tutto qui al Signor De-Jacobis per la via di Massauua, ed io di quando in quando manderò qui a prendere – Accadendo che V. P. R.ma ritorni al Piemonte, me lo significhi subito – In questo caso dirà al caro Sig.e Don Carlo Borgnana che io scriverò poi a lui qualche volta, ben inteso senza discapito dei diritti della Procura futura – a cui seguiterò sempre diriggermi per le cose d’officio – Tanti saluti a tutta la Curia Generalizia, segnatamente al R.mo Prefetto, a cui non scrivo perché so che già scrissero gli altri – Preghi, e faccia pregare per me e per i miei Galla, e mi creda sempre tra i suoi il più miserabile, ma

Affezionatissimo Studente
† Fr: Guglielmo V.o Capp.no

[F. 2v] P. S. Ho mandato compiegate a Lei tutte le lettere del Piemonte più interessanti a sigillo alzato affinché le legga e poi le mandi al suo destino – Ho scritto al P. Medico di mandarmi quattro coppie di Breviario di nuovo conio edizione di Torino – nel caso mi raccomando a Lei – I saluti per parte di tutti i Compagni, in specie del Felicissimo, Cesare, Pasquale e Giusto – estensibili al Segretario –

Al R.mo Padre P.on Col.mo / Padre Venanzio da Torino V. Procuratore Generale / dei Cappuccini / Roma – / ibi vel ubi //.