Massaja
Lettere

Vol. 1

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Al cardinale Giacomo Filippo Fransoni
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 641rEminenza

Mentre accuso ricevuta delle due consolantissime lettere Encicliche di Sua Santità, e mi corre il dovere di ringraziare l’E. V. per la pronta spedizione delle medesime, Le spedisco il doppio di una lettera mia già spedita nel mese scorso, e contenente cose molto interessanti per questa Missione d’Abissinia – Non trovandola scritta di mio proprio pugno avrà la bontà di perdonarmi, sono un poco incommodato, e d’altronde preme molto la partenza del corriere per Massawa – Così pure non trovandola totalmente conforme all’altra, la ragione è che io l’aveva scritta molto prima nel libro, e coppiandola alcuni giorni dopo, ho dovuto cangiarla in alcune cose, che ora più non mi ricordo – L’altra volta ho pure spedito coppia autentica del registro degli ordinati in Nº di 11. – ora ve ne sarebbero altri undeci già ordinati Preti, ma mi dispenso dallo spedire altra coppia autentica, sia perché non so se questo sia di uso, e sia anche perché il tempo non lo permette – Ve ne sono altri in corso di Ordinazione, ma non saranno gli ultimi, se le cose proseguono nel tenore presente – Attualmente, attesa la guerra tra Ras-Ali, ed Ubiè, le strade dalla parte dei Galla essendo chiuse, devo fermarmi qui ancora per qualche tempo, potrò perciò ancora prestarmi per questa Missione – Se giungesse il rescritto rapporto al Signor De-Jacobis prima della mia partenza sarebbe forse un’impiccio di meno, allora partirei doppia- /112/ mente soddisfatto, lasciando questa Missione provveduta per le Ordinazioni – Avendo esternato le mie idee al Signor De-Jacobis riguardo al bisogno di un Vescovo, egli mi assicura che qualunque dei due suoi compagni sarebbe soggetto capace a fare il Vescovo – non sapendo quello che io ho scritto all’E. V., si dimostrò molto animato in favore dei medesimi – Io poi lascio la cosa si e come ho scritto nell’altra mia, perché più mi fermo qui, più conosco i meriti, e le buone qualità di questo Prefetto, e la portata in cui si trova [f. 641v] di poter fare il bene di questa Missione a preferenza di qualunque altro – La Missione prosegue a crescere a fronte delle circostanze politiche poco favorevoli – il bisogno perciò di essere provveduta di un Vescovo si fa sempre più grave –

Nell’altra mia già indicata pregava l’E. V. di procurarmi alcune facoltà, fra le altre quella di poter ordinare in aetate incerta non solo Sacerdoti, ma anche Diaconi, poichè questi hanno una rappresentanza quasi eguale ai Sacerdoti, e si dà il caso di spesso che per la mancanza di un Diacono si lascia di celebrare la S. Messa in un Paese – Riguardo all’età incerta ne ho bisogno anche per i miei Galla, trovandosi anche loro senza registri di nascita – rapporto all’Ordinazione dei Diaconi il bisogno è soltanto per questa Missione in cui a tenore del rito la Messa si deve dire in cinque, e nella circostanza attuale essendovi molti Diaconi già ordinati dall’Abuna, e che hanno già funzionato anche in età molto inferiore alla Canonica, può darsi il caso di necessità di doverli ordinare sotto l’età dei canoni – Parimenti chiedeva l’altra volta la facoltà di potermi servire delle tele cotone per l’uso di chiesa; come pure quella di poter far passare da un rito all’altro qualche individuo, od anche paese, quando il bisogno occorresse, e previo accordo delle due autorità – Ora ne aggiungo un’altra, quella cioè di potermi recare in Europa unicamente nei casi di bisogno per la Missione, o di poter mandare un qualche Missionario, senza dover aspettare una licenza che non si avrebbe che dopo un anno –

Nel pregare intanto l’E. V. a voler gradire coi miei i saluti delle due Missioni, assicurandoLa dei nostri voti per la di Lei conservazione, Le baccio la Sacra Porpora, e colla massima venerazione mi raffermo

D. E. V.

Obed.mo figlio in Cristo
† Fr: Guglielmo V.o di Cassia
V. A. dei Galla

F. 642r P. S. Dopo scritta la presente ho saputo che il P. Montuorio in Soha ha conchiuso col Re di far venire in Abissinia un’Abuna Cattolico – Ras-Ali ha già esternato il medesimo sentimento coi Cattolici di Gondar – Se V. E. mi permette io dirò il mio parere su questo proposito – Siccome questi Re fanno questo passo per fare un contro-altare all’Abuna, che intendono di scacciare – mancomale vorranno introdurre un’Abuna Cattolico in forma, e secondo le for- /113/ me; questo è quello che ha bisogno di essere ponderato. Spiegandosi publicamente un’Abuna Cattolico dichiarato dal Governo almeno col fatto – sarebbe nella necessità di fare certe providenze troppo dure – fra le altre quella di dover sospendere tutti i preti invalidamente ordinati – Il publico non ancora la maggior parte persuaso della verità Cattolica, potrebbe fare qualche scherzo – Qui non è il caso di calcolare gran cosa sul favore del Governo che può cadere da un giorno all’altro, ed io in questa supposta crisi religiosa non mi stupirei, che qualche capo banda dei molti che ci sono favorevoli all’Abuna, prendendo questo titolo, venga a mettere in soqquadro la Nazione, e rinnovare le persecuzioni passate – Potendosi, secondo me, sarebbe meglio lasciar correre la cosa come corre attualmente – Il movimento attuale, spontaneo figlio dell’opinione favorevole che si va propagando di giorno in giorno, se verrà unito ancora al favore del governo, non può mancare di produrre il medesimo effetto, in modo più edificante, e più sicuro – finalmente poi i summentovati Re vogliono scacciare l’Abuna perché scomunicati da lui – Qualora poi i medesimi volessero assolutamente questo Abuna e la S. Congregazione non potesse liberarsi senza pericolo di offenderli, allora fra due mali si deve eleggere il minore, ed in questo caso io crederei necessario che l’Abuna nuovo avesse tutte le istruzioni possibili di condiscendenza, e fra le altre quella di guardarsi dal costringere le credenze, anzi di aspettarle spontanee – Rapporto poi alle Ordinazioni, siccome un solo non potrebbe ordinare tanti preti che bastino, sarebbe bene che l’Abuna avesse subito due coadjutori Vescovi in partibus che lo ajutino nelle ordinazioni, e Quindi anche pel rimanente – L’Affare è molto scabroso, ed abbisogna gran riflessione –