Massaja
Lettere

Vol. 1

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Al cardinale Giacomo Filippo Fransoni
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 689rEminenza

[Gualà, provincia dell’Agamien in Abissinia, 25 maggio 1847]

Mentre accuso ricevuta della di Lei veneratissima con data del primo Marzo del corrente anno, Le darò anche conto del motivo per cui la medesima ancora mi trovò qui fermo in Gualà presso il Signor De Jacobis –

La guerra tra i due padroni dell’Abissinia, Ubié, ed il Ras, ancora trovasi vertente – Le forze tutte quante concentrate nel Semmén luogo della guerra, fa sì che tutte le altre Provincie, si trovano senza forza, e come in una perfetta anarchia, da togliere ogni commercio ed affare – Le strade sono ovunque ingonbrate da squadriglie che impediscono di passare non solo gli Europei, ma gli stessi indigeni, che ben soventi sono assassinati – Qui siamo distanti solamente due giorni di viaggio da Adoa, dove il Signor De-Jacobis soleva settimanalmente mandare per le provviste occorrenti di grano ed altri generi per la casa, anche questa strada è chiusa da due mesi, può soltanto passare di trafugo qualche pedone seminudo, che niente presenta da rubare – ciò fa che invece del grano mangiamo soltanto orzo, il solo che qui si trovi, e questa è altresì la causa per cui io con tutto il mio seguito, dopo aver così felicemente viaggiato sin qui, ho dovuto fare una stazione affatto innaspettata di sei mesi già rotondi, senza quello che dovremo fare ancora, e che sta nascosto negli arcani della Divina Provvidenza – Quando ho veduto la di Lei lettera che mi obbligava a fermarmi ancora sino a nuovi ordini ho dovuto dire fra me stesso, che il Signore guida in pari tempo gli affari dell’Abissinia, e quei di Roma – Io perciò non solo per obbedire agli Ordini di Lei veneratissimi, ma a quei del Signore ancor più forti, sarò costretto a fermarmi ancora tanto che basti per ricevere le ulteriori annunziatemi comunicazioni, quali spero saranno a norma di quanto ho avuto l’onore di esporle, e dall’Egitto, e da Massawa, e dopo qui giunto nella mia prima lettera – Da quanto veggo, o meglio posso dedurre, le cose sono già fatte, ma quando bene fossero ancora da farsi, io non potrei in verun modo cangiare registro, dovrei instare per la stessa [f. 689v] Providenza a benefizio di questa Missione, come nelle altre mie summentovate, ma con nuove, e più forti ragioni, che vado via conoscendo a misura che più mi fermo – Il Signor De-Jacobis è sempre il medesimo soggetto da me annunziato – dirò di più ancora, che il medesimo è di un talento, e dottrina niente affatto ordinaria, benché sappia nascondersi troppo destramente – Aggiungerò innoltre che ho veduto sin dove giunge l’influenza sua sugli animi Abissinesi – In un tempo di Anarchia, mentre tutti i paesi sono trattati alla peggio, qui in questo picolo paese, abbiamo avuto di che temere, abbiamo dovuto /122/ anche fuggire qualche volta per prudenza, ma in sostanza vinse sempre la gran fiducia del Signor De-Jacobis nella Providenza, tanto la casa, che il villaggio in grazia di Lui furono finora risparmiati, e rispettati, a fronte che nell’opinione degli Abissinesi, qui vi sia molto da prendere, e che l’Abuna medesimo siasi raccomandato caldamente più volte ai capi delle squadriglie per farci o trucidare, o per lo meno scacciare – Questo benedetto Abuna colse la circostanza di questi torbidi per fare nuovi tentativi, ma il tutto ritornò a danno suo – Prima aveva ancora Ubié che lo sosteneva, ora per essere entrato a trattative coi ribelli incorse anche la disgrazia di questi; finita la guerra si vedrà l’esito di tutte queste facende – L’Abuna presentemente e sotto l’anatema di tutti i governi, e disprezzato dalla maggior parte del popolo; equilibrate che saranno le cose politiche, probabilmente l’Abissinia presenterà un’ottima circostanza di crisi per la nostra Santa causa – Sarà però un’affare molto critico da maneggiarsi con molta flemma, e prudenza – Questi potentati si risolveranno probabilmente di chiedere un’Abuna Cattolico, ma in queste cose la parola del governo non è sempre una regola sicura, tanto più in questi paesi – Un vescovo Cattolico stabilito secondo le forme, e publicato a tutta la nazione, si troverebbe in un grande imbarazzo per le provvidenze di necessità da darsi, e che non si sa che effetto potrebbero produrre – Forse sarebbe meglio che continuasse ancora l’Eretico a portar l’insegna fino a tanto che il nuovo Vescovo abbia potuto gettare più profonde radici nel popolo, e preparare materiali sufficienti – Il Signore però sa cosa si fa, e la S. Sede diretta dalla Spirito S. non mancherà di operare il meglio, comunque sarà per fare – I progressi della Missione formali, pajono alquanto paralizzati dalla circostanza presente, che impedisce ogni operazione ai Missionarj, non lascia però di progredire nell’opinione del popolo – In verbo di questa Missione io devo consegnare uno sbaglio che ho fatto nelle Ordinazioni tenute – Da principio mi si diceva che il Clero Abissinese conservava la sua libertà al Matrimonio sino al Diaconato inclusive, anzi, che ordinariamente aspettavano a prender moglie dopo il Diaconato – [f. 690r] credendo che questa cosa fosse intesa con cotesta S. Congregazione, io ho ordinato Prete uno il quale dopo ricevuto il Diaconato da me, ha preso moglie – Ora esaminando meglio le providenze date da cotesta medesima S. Congregazione in proposito delle Chiese Orientali, veggo che questa cosa sarebbe fuor di ordine – il Matrimonio invalido, ed il Sacerdote irregolare – Prego perciò l’E. V. di compatire la mia ignoranza, e nel tempo stesso mandare le opportune providenze a questo Prefetto per convalidare il Matrimonio, e riabilitare il Sacerdote ancora in buona fede – L’uso di maritarsi dopo il Diaconato è costante presso gli Eretici, e sarà questo anche uno dei ponti delicati da dar fastidio ad un’Abuna Cattolico –

Soltanto quest’oggi persone venute di Adoa mi assicurano che il Signor Antonio d’Abbadie sia giunto in Gondar di ritorno dai Galla – Se questa notizia è vera io potrò avere presto dal medesimo le tanto bramate informazioni per sapere dove dovrò tentare la /123/ prima spedizione – Si dice che si stia trattando la pace, fatta questa io potrò recarmi in Gondar, o per lo meno mandare colà due Missionari per abboccarsi col Summentovato, e per intavolare qualche conoscenza coi negozianti che trafficano da Gondar ai Galla, unico mezzo, come mi dicono tutti, per penetrare facilmente questa nazione – Il Sig.r d’Abbadie prefato dopo aver passato un tempo notabile fra i Galla oltre il saperci dire qualche cosa d’interessante, saprà anche darci dei mezzi per facilitare il nostro stabilimento colà.

Nel pregare intanto l’E. V. a voler benedire i nostri passi, e le nostre determinazioni, e di voler gradire i saluti delle due missioni, baciandoLe la Sacra destra, colla massima venerazione mi protesto.

Dell’E. V.

Umil.mo, ed Obed.mo figlio
† Fr: Guglielmo Massaja V.o

P. S. Prima di chiudere la presente vengo a sapere, che oltre al Summentovato Sacerdote che ha preso moglie dopo il Diaconato, vi sarebbero ancora altri quattro Diaconi ordinati parimenti da me, i quali ricevettero il Diaconato colla persuasione di non perdere la loro libertà, e rimasero Diaconi con questo fine – Anche per questi sarebbe necessaria una providenza, se si può favorevole, perché altrimenti non si sa come si potrebbe ricevere contraria – Trattandosi di ordinazioni convalidate soltanto, mi pare che si potrebbe facilitare, e così questo potrà servire di lume per una providenza stabile in futurum, almeno per il caso delle convalidazioni –

F. 690v All’Eminentissimo Principe / Il Cardinale Prefetto di Propaganda Fide / Roma //.