Massaja
Lettere

Vol. 1

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Al cavaliere Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Adua

F. 44rIll.mo Sig.e Cavaliere Carissimo

Gualà 6. Novembre 1847.

Coi sensi della più viva riconoscenza devo ringraziare V. S. Ill.ma, e Carissima della confidenza fattami sul caso della lettera mia giunta alle mani dell’A.[buna] S.[alama.] Come cosa che interessa più questa Missione d’Abissinia, di quello interessi la mia, io scrissi tosto la cosa al Sig.e De-Jacobis, pregandolo dei suoi consigli in proposito, disposto ad eseguire tutto quello che il medesimo giudicherà più conveniente alla pace della Missione, qualora sorgano molestie per questo. Sul particolare poi della lettera a me diretta, persuaso che questa non può essere altra che qualche lettera di convenienza, venuta da qualche persona d’Egitto, poiché le lettere d’Europa per lo più sono raccolte dal mio procuratore Messarra, il quale le spedisce in grossi pieghi, come mi giunsero pochi giorni sono, qualora anche si perda, poco me ne curo; questo però valga a levarLa di fastidio per la medesima non per scemare la riconoscenza che debbo a Lei per gli impegni che ha fatto onde farmela avere. Dopo questa lezione avvertirò in Egitto di essere cauti nella spedizione delle lettere, affinché non vadano più nelle mani del nemico. Ella intanto venendo a sapere qualche [f. 44v] cosa sul passo fatto dall’A.[buna] S.[alama] presso Ubié mi farà un gran servizio, tenendomi informato di tutto per mia regola.

Godo poi sommamente, che tanto Lei, quanto il suo caro Fratello siano finalmente giunti costà in Adoa. Lei non può immaginarsi le angustie che noi abbiamo provato dopo la sua partenza. Ci siamo trovati due, o tre volte sul bivio di mandare qualche persona a riconoscere sulla strada per dove è passata. Tutti i giorni si /128/ faceva menzione di Lei, e della sua partenza rigretando il momento in cui l’abbiamo lasciato partire... Deo gratias, ora sappiamo che si trova in luogo sicuro, e fuori d’ogni pericolo.

I miei due compagni destinati ad accompagnarLa sino a Gondar sono cogli involti fatti, e non aspettano altro se non che la strada sia sgombra dai rivoltosi – cosa vuole? Il Signor Montuorio giunto in Adoa ci scrive di non poter venire per questo motivo; è dunque impossibile per ora che alcuno di noi possa partire per Adoa... Se in questi pochi giorni si aprono le strade, Padre Giusto, e P. Cesare faranno ogni possibile per raggiungerLa. Anche il Deftara Abebaj mi lascia di dirLe, che il libro è terminato, e riveduto, ma che per ora è impossibile poter partire senza esporsi al pericolo... partirà anche lui, appena saranno aperte le strade.

F. 45r Riguardo ai due volumi di Montuorio che Ella desidera ho scritto al Sig.e De-Jacobis attualmente in Alitienà; fra due giorni avremo la risposta, e se potrò avere un corriere glie la spedirò, se non la porteranno i compagni.

Se non fosse giunto il di Lei fratello La pregherei di nuovo di significarmi ingenuamente i suoi bisogni, ma giunto questi Lei sarà più ricco di me. Comunque si ricordi, che tutto quel poco che io ho è nelle sue mani, ed a sua disposizione. La metà del panno rosso che io tengo è già nell’involto del P. Giusto, epperciò a di Lei disposizione, subito che questi potrà partire.

Io poi dovrei ancora aspettare qui ulteriori disposizioni di Roma, ma il motivo per cui io doveva aspettare, che Lei sa, forse forse mi lascierà in libertà al più presto – Le lettere definitive non sono ancora venute, e qualora bene venissero so certo di poter far niente, perché il Soggetto non ne vuole sapere affatto, affatto – Mi fermerò perciò soltanto il necessario per ultimare gli affari delle corrispondenze e per visitare, se potrò, gli Azzobou Galla; dopo volerò a Gondar ove avrò il piacere di abbracciarLa, e di conoscere il fratello Michele con cui bramo tanto di parlare dei miei affari. Se il fratello venuto d’Europa non partirà tanto presto potrò vederlo sicuramente in Adoa.

Gradisca intanto i miei saluti, e ringraziamenti uniti a quelli dei miei compagni, e benedicendoLa nel Signore unitamente al fratello, colla massima stima, e riconoscenza pregio rinnovarmi.

D. S. V. Ill.ma, e Carissima

Divot.mo Servo, ed Amico
† Fr: Guglielmo Massaja V. Ap. dei Galla –

F. 45v P. S. Ho poi dato il tallero al messaggiere.

All’ill.mo Sig.e P.on Col.mo / Il Sig.e Cavaliere Antonio d’Abbadie / Viaggiatore etc etc / Adoa //.