Massaja
Lettere

Vol. 1

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Al padre Felice Fenech da Lipari OFMCap.
procuratore generale – Roma

[F. 1r]R.mo Padre Procuratore Gen.le.

Gualà 18. Novembre 1847.

La notizia della di Lei promozione al sublime posto di Procuratore Generale di tutto l’Ordine nostro amatissimo mi è pervenuta soltanto il 2. del corrente, unita a quella della promozione del /130/ mio Amatissimo P. Lettore Venanzio a M.o Generale. V. P. R.ma quindi mi scuserà, se ricevendo da tutte le parti lettere di congratulazione, l’ultima a comparire sarà la mia. La distanza dei luoghi, le gravissime difficoltà di carteggio in questi paesi, mi stanno avanti per ottenermi il bramato compatimento.

Parlando poi direttamente della promozione di V. P. R.ma, come cosa avvenuta in Capitolo, ed in un Capitolo glorioso per mille titoli, Ella può dire di essere stata promossa in modo che nessuno lo fu per l’addietro, almeno dall’ultimo Capitolo Generale a questa parte. La prima volta che tutto l’Ordine nostro è stato glorioso di poter celebrare un Capitolo, in esso V. P. R.ma è stata giudicata la prima persona capace a maneggiare gli affari più scabrosi, come sono quelli della Procura, in contatto colla Gerarchia Superiore della Republica Cristiana.

Trovandomi in Roma ho avuto l’alto onore di conoscere d’avvicino V. P. R.ma un poco tardi, ma bastantemente per poter comprendere il di Lei carattere geniale, e la sublime mente di cui va fornita, a segno che dopo alcune conferenze tenute seco Lei, ho dovuto esclamare più volte col mio P. Lettore Venanzio: che mente...! che cuore io non scopro in quel R.mo da Lipari! La Providenza sta preparando un degno soggetto all’Ordine per ciò che ha di più scabroso, ed in così dire ho fatto una Profezia, che per essere appoggiata al di Lei merito così chiaro, non può procacciarmi il nome di Profeta – Siane dunque lodato il Signore, che col mezzo dell’oracolo Capitolare ha versato tante misericordie sopra dell’Ordine Nostro Carissimo colla scielta di Soggetti di tanto merito, e V. P. R.ma gradisca i più vivi sentimenti di congratulazione, che io a nome anche di tutti i miei compagni dilettissimi, e colle voci medesime di tutti i nostri fratelli della famiglia Cappuccina, ho l’onore di presentarLe, nell’atto di salutarLa la prima volta Procuratore Generale di tutto l’Ordine Nostro [f. 1v] e Superiore Generale di tutte le Missioni Cappuccine, porzione che Lei non stenta a conoscere delle più scabrose, ma nel tempo stesso delle più interessanti, e decorose per l’Ordine stesso, e per tutta la Chiesa di Gesù Cristo.

Io che non solo sono Missionario, ma di uno spirito tutto fuoco per le Missioni, pensando che dalla scielta del Procuratore Generale dipendeva principalmente la vita delle Missioni nostre di cui tanto abbisognano, ho sentito tutto il bisogno di pregare il Signore per la scielta del medesimo; ora che la conosco fatta tutta di mio genio, sento eguale e più interessante bisogno di ringraziarLo della grazia fatta, e pregarLo quindi a volerla compire, benedicendo, e fecondando la di Lei sollecitudine. Le Missioni nostre, e pel materiale dei soggetti, e per lo spirito dei medesimi possono competerla colle Missioni di qualunque altro Ordine Religioso, quando solamente chi è alla testa delle medesime sappia spargere un tantino di fuoco sacro che incalzi l’operazione apostolica io credo che potranno fare del bene a preferenza di tutte le altre. V. P. R.ma che io conosco dotata di uno zelo incomparabile, aggiungerà senza fallo questo grano all’opera di Dio che già cammina a gran passi.

/131/ A chi medita seriamente il gran precetto di diffusione Evangelica padre degli uomini, e dei Cristiani, quello a cui dobbiamo la fede nostra, e quel medesimo che fu tanto fecondo nei tempi Apostolici, non parrà fuor di proposito che io dica, che le Missioni devono occupare il primo luogo, ed essere oggetto di primo interesse per qualunque Ordine Religioso, e per la Chiesa di Cristo. Chi è risponsale avanti Dio o in tutto, o in parte dell’alta Missione Apostolica che nella Chiesa e sempre la stessa, deve sentire tutto il peso del celebre Euntes... evangelico, padre della rigenerazione, e civilizzazione umana, e che persiste, e persisterà in tutto il suo vigore sino a tanto che vi sono infedeli da convertire. Caro R.mo Padre Procuratore! fino a tanto che i quattro quinti dell’uman genere corrono la via di perdizione, ed il Sangue adorabile di G. C. non scorre il terzo del globo, come può riposar tranquillo un cuore veramente Evangelico, colla missione di Gesù Cristo? Questi sono i gravi pensieri che mi hanno risolto di abbandonare l’amata Provincia per dedicarmi alle Missioni, e questi sono pure i sentimenti di cui vorrei fosse innondato [f. 2r] tutto il mondo Cattolico, e per cui fino a tanto che avrò fiato, e voce non lascierò di parlare persuaso anche di compire una parte della missione che per tremendo decreto di Dio sta sulle mie spalle. Quando solamente mi riuscisse di accrescere il capitale del fuoco apostolico di una sola scintilla, io sarei molto fortunato. V. P. R.ma intanto mi compatisca, se in una circostanza così tenera, e tutta di consolazione, io ho osato dire qualche cosa di estraneo allo scopo della presente, di questo ne incolpi se stessa d’avermi data tanta confidenza nel breve tempo che l’ho trattata in Roma, e sopratutto d’avermi lasciata scolpita nella mia mente, e nel mio cuore l’idea di una persona tutta apostolica, con cui francamente io avrei potuto aprire in tutta la sua estenzione il mio cuore, anche allontanandomi un tantino dalle leggi di convenienza, e di uso. Io conto di far molto capitale della di Lei persona pel disimpegno dell’impresa che ho per le mani; ho perciò giudicato opportuno di esternarLe si e come si trova il mio povero spirito.

Mi trovo attualmente trattenuto dal volare ai cari miei Galla da un ordine della S. C. di Propaganda che mi dice di fermarmi qui per la consecrazione di questo Prefetto d’Abissinia in Vescovo. Le bolle sono giunte, ma perché ho da fare con una persona troppo santa, e meritevole, non so se mi riuscirà di eseguire quanto mi viene imposto.

La prego finalmente a voler gradire i più vivi sentimenti di affetto, e di figliale venerazione, e divozione per parte dei compagni e di quattro neofiti che già abbiamo con noi che studiano, ed abbracciandoLa nello spirito di Gesù, e di Maria, colla massima effusione godo professarmi

D. P. V. R.ma, e Carissima

Divot.mo, ed Aff.mo Servo, e Figlio in G. C.
† Fr: Guglielmo Massaja V.o Cappuccino

/132/ P. S. Accuso ricevuta della circolare in proposito del maneggio dei denari, fatta ancora dal mio P. Lettore, e ricevuta soltanto ultimamente con tutto il resto. Per ora i Missionari non possono dar conto, perché vivono in famiglia. Nei ricordi che loro ho dati, ho provvisto in modo speciale su questo punto, e V. P. avrà in seguito la rassegna di tutto.

[F. 2v] P. S. L’affare che sentirà dal P. Cesare è aggiustato con vantaggio della Missione di Abissinia. La crisi si è dichiarata faverevole, ed ha procurato una lezione al Vescovo eretico. Sentirà il detaglio dal P. Generale a cui scrissi, ed inviai documenti in proposito. Io aspetto a giorni la facoltà di rimontar l’Abissinia per recarmi ai paesi Galla – In questo frattempo ho spedito il mio Segr.o in Aden per visitare tutta la costa del mare spettante al mio Vicariato. Visiterà il Capo Orfui che si dice occupato dai Francesi –

Massawa 23. 10.bre 1847.
† Fr: Guglielmo V.o

Al R.mo Padre P.on Col.mo / Padre Felice da Lipari Procuratore / Generale dei Cappuccini ec. ec. – / Roma //.