Massaja
Lettere

Vol. 1

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A monsignore Giustino de Jacobis CM
vicario apostolico dell’Abissinia – Alitiena

F. 286r

Coppia di lettera a Monsignor De-Jacobis –

Monsignor mio e Padre Amat.mo

Suez 17. Giugno 1850.

Il Signore mi ha fatto sospirare quattro anni la consolazione di poter personalmente conoscere il P. Biancheri riservandosi di procurarmela al momento che io stava circa metà strada di ritorno per l’Europa.

Trovandomi sopra la barca che dal vapore mi portava a questa Città di Suez sentij una voce che mi chiamava per nome, era il Padre suddetto sopra una barca araba in viaggio per Gedda e Massawah. Mi sono portato subito da Lui, e cercai di trattenerlo, ma inutilmente perché la barca non era a suo conto e trovavasi legato con contratto con un’altro europeo – Passammo pochi momenti insieme coll’avidità di dire molte cose per dire niente affatto come suole accadere in simili incontri con persone troppo interessanti, e quando manca il tempo di poter parlare, ci siamo lasciati reciprocamente col regreto di avere molte cose a dirci. Fortunatamente il buon padre che già aveva conosciuto il mio prossimo arrivo qui, mi lasciò una lettera in cui ebbe la compiacenza di notificarmi tutte le determinazioni che la S. C. di Propaganda ha preso relativamente ai due Vicariati di Abissinia e Galla dietro le sue trattative avute colà in Roma. Se non avessi altre ragioni di recarmi in Europa sarei ritornato immediatamente indietro col P. Biancheri medesimo onde combinare seco Lei il modo di eseguire gli ordini superiori venuti ad istanza del P. suddetto; ma come tengo altri affari io proseguirò il mio viaggio e poi farò subito ritorno in Abissinia all’ordine suo. Per ora considerando la lettera del P. Biancheri per abbastanza autentica, mi dichiaro ricevere la prefate determinazioni nel senso che sono state emanate, e come certi articoli sono ancora troppo complicati ed oscuri io mi adopererò per quanto potrò per far aggiungere alcune clausule che ho sempre avute in mente [f. 286v] e che giudico necessarie per mettere una buona base alle operazioni future. Come poi giusta i nuovi ordini Ella entra in giurisdizione sopra tutti i paesi Galla Cristiani, che vuol dire quasi tutti i paesi Galla conosciuti, occorrendo di dover fare qualche osservazione ai missionarj /183/ Cappuccini, o di dar loro qualche ordine La prego di farlo per mezzo mio sino a tanto che non avrò preparati i soggetti in proposito.

Trovandomi nell’interno ho dato alcune providenze che ho creduto a proposito e che già credo avergliele riferite. Ho destinato il P. Cesare per tutti i paesi Galla che si trovano tra il Beghmeder ed il regno di Choa, perché colà ho trovato il più gran bisogno di missionarj se non altro per trattenere quei poveri Cristiani dal passare all’islamismo paesi intieri ogni anno come ho veduto accadere sopratutto per mancanza di preti e di Chiese – Solamente di questa parte di Galla circa metà Cristiani ci sarebbe abbastanza da fare un Vicariato a parte ben grosso quando si potesse fare qualche cosa – Quindi come da principio mi era stato dato il Gojam, ho creduto poter autorizzare il P. Giusto a fermarsi in un grosso paese del medesimo dove ha avuto qualche proposizione da [parte dei] preti e Deftari, perché questo paese trovasi sul confine del Gojam dalla parte di là mezza giornata dal Godrou [al] Galla parimenti metà Cristiano, dove propriamente sarebbe destinato, perché il Gojam e Godrou devono aprire la via ai regni di Enerea e Caffa, dove vi sarebbe luogo a formare un’altra missione per a[lle]vare quella parte di Galla anche là quasi tutta Cristiana almeno di nome come in tutto il resto dell’Abissinia. Ho poi detto al P. Felicissimo di fare il possibile per incominciare qualche cosa fra i Galla della dipendenza di Choa, ma anche là i medesimi sono già iniziati al Cristianesimo dallo stesso Re di Choa e quasi già dapertutto si trovano alcuni preti e Chiese. Mancomale poi ho decretato che i Missionarj in tutti i paesi suddetti debbano lavorare coltivando il rito etiopico indispensabile nei paesi Cristani oppure in contatto con essi, e questo senza neanche ricorrere [f. 287r] a Roma persuaso che questa avrebbe immancabilmente approvata la mia determinazione. Anzi al P. Giusto che ha fatto uno studio particolare della lingua Sacra ho dato l’incombenza di tradurre le parti più essenziali del nostro Pontificale e Rituale Romano per l’uso delle Ordinazioni ed amministrazione dei Sacramenti.

Queste sono le determinazioni che ho giudicato in Domino di dare nel mio viaggio e che ora sottometto a Lei pregandoLa solo di non variare prima del mio ritorno, perché ho bisogno di disporre i soggetti per le medesime variazioni – Venendo io l’assicuro che sarò io il primo non solo a camminare d’accordo con Lei, ma a riconoscermi come di Lei figlio, così volendo il bene universale delle Missioni e della Chiesa che deve sempre andar avanti di tutto – Quindi quello che già prima io Le scriveva di disporre di me come di un suo figlio e servo, tanto più lo rinnovo presentemente che ho una più fondata speranza di poter ottenere quello che desidero –

L’abbracio nuovamente nel S. crocifisso e pregandoLa della sua benedizione godo rinnovarmi

D. S. V. Ill.ma e R.ma

Divot.mo ed Obb.mo Servo e figlio in G. C.
† Fr: Guglielmo Massaja Vescovo –