Massaja
Lettere

Vol. 1

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Al cardinale Giacomo Filippo Fransoni
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F.335rEminenza

* Lione 25. Novembre 1850.

Crederei mancare ad un mio dovere se lasciassi Lione senza due linee all’E. V. sul mio viaggio. Grazie a Dio sono giunto sano e salvo a Marsiglia, a fronte del cattivo tempo che seguì la mia partenza da Roma per ben quattro giorni – Fortunatamente il Vapore non giunse ed io dovetti aspettare in Civitavecchia quattro giorni e così fu scanzata la burrasca. In Marsilia ho consegnata la lettera alla Signora Marchesa N... che brava persona! Sono giunto a Lione la mattina del 19. corrente parimenti in ottimo stato di salute. I Signori della Propagazione mi ricevettero in modo da non potermi aspettare di più. Ho fatto seco loro una sessione di due ore in pieno Consiglio, nella quale ho fatto conoscere l’importanza delle Missioni in Affrica, ed il sistema a Lei noto – Mi pare che i medesimi abbiano ottime disposizioni di ajutarmi per quanto permetteranno le forze dell’Opera – Ho incominciato a fare qualche parola di Suez, ed anche per questo credo che non si rifiuteranno; io però mi sono trattenuto di entrare in detagli positivi, perché ancora la cosa è in fieri nella S. C. di Propaganda. Qualora quella Missione fosse data ai PP. Osservanti essendo una dipendenza di Terra Santa, credo che si farebbe sul tesoro della medesima [f. 335v] senza disturbare la Pia Opera – Il Zelo di questi Signori Amministratori ha del portentoso: il menomo racconto di conversioni cagiona in loro un senso incredibile – Il Signore che dalle pietre dure di questo secolo incredulo ho voluto tirar fuori cuori tanto infiammati di zelo per la propagazione del Vangelo, bisogna ben dire che voglia fare qualche cosa di grande – Bramerebbero che la Pia Opera prendesse voga anche nella Spagna ed in altri regni rimasti ancora indietro, ma per questo vi vorrebbe la voce del S. Padre ai Vescovi... Non mancherebbero in seguito maniere di combinare alcune difficoltà politiche, o con un’amministrazione locale subordinata, oppure con un membro della nazione ecc – I nemici della Chiesa fanno di tutto per dargli il crollo, bisogna che noi faciamo un’altrettanto, e più ancora – L’elemento cattolico è ancora fortissimo, basta solo animarlo – La Propagazione della Fede rianimata serve moltissimo a stabilire i fedeli dei nostri paesi – Le preghiere e le limosine servono di espiazione per i peccati che si commettono, onde arrestare la collera di Dio, i fascicoli che si stampano, e la predicazione che si deve fare per riattivare l’Opera sono un’apologia vivente che s’insinua nel cuore dei popoli.

Voglio ora parlare di un’altra cosa che all’E. V. non sarà men cara sicuramente, cioè della visita fatta Luigi Giovanni Battista Maria Alessandro Fransoni 1789-1862, arcivescovo di Torino dal 1832. Nel 1850 per la sua opposizione alle leggi Siccardi fu prima imprigionato, poi costretto ad andare in esilio a Lione, da dove continuò a reggere la Diocesi fino alla morte. al di Lei Fratello Arcivescovo della mia Patria, che il Signore qual’altro Atanasio ha collocato in signum fidei per tutta la Cristianità – Impaziente di vederlo sono /230/ andato da lui il giorno dopo il mio arrivo, e godo poterLa assicurare che l’ho trovato in uno stato molto migliore di quello che fosse quando l’ho lasciato frammezzo le sollecitudini pastorali della sua diocesi nel 1846. epoca della mia partenza dal Piemonte – Si vede che Iddio gli dà il centuplo che ben merita per il buon’esempio dato a tutta la Chiesa Sua – Niente più di jeri sera ebbe la somma degnazione di visitarmi al Convento dei Cappuccini dove mi trovo, e di ricevere nella mia stanza tutta la famiglia Religiosa. Tutti ad una voce abbiamo dovuto esclamare che l’Arcivescovo Franzoni, oltre il merito di costanza nel dovere episcopale [f. 336r] che ognuno sa, ne ha un’altro forse ancor maggiore, come è quello di una Cristiana generosità senza pari – Nella lunga conversazione di un’ora e mezza circa fu tentato or dagli uni or dagli altri per farlo parlare delle sue vicende, ma lui sempre allegro, ed anche faceto, ma non si lasciò fuggire un jota di risposta diretta o indiretta relativamente ai fatti della sua storia così classica e che l’hanno ferito così nel vivo. Per parte mia mi trovai prostrato dalla sua umiltà, quando nel partire dalla mia stanza, volendo almeno seguirlo sino alla porta del Convento, egli con modi così obbliganti ed imponenti nel tempo stesso mi costrinse a restarmene... allora m’accorsi che tutta l’umiltà non sta nei Cappuccini – Partì dal Convento l’eroe Prelato lasciando impresso nel cuore di tutti i religiosi, che quello che ha fatto per la Chiesa, da tutti conosciuto, è niente più che un’effetto della massima virtù e santità che sta nascosta nel cuore suo.

Domani mattina alle 5. parto per Parigi e di là spero poterLe scrivere qualche cosa d’interessante rapporto allo scopo del mio viaggio. Gradisca coi saluti i sentimenti del più sincero e figliale attaccamento, mentre pregandoLa di benedire il mio ministero e la mia missione, Le bacio la S. porpora, e mi dichiaro

D. E. V. R.ma

Divot.mo ed Obbl.mo figlio in G. C.
† Fr: Guglielmo Massaja Vescovo

F.336v All’Eminentissimo Principe / Il Cardinale Prefetto della S. C. / di Propaganda Fide ecc ecc / Roma //.