Massaja
Lettere

Vol. 1

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Al cardinale Giacomo Filippo Fransoni
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 369rEminenza

* Marsilia 30. Marzo 1851.

Prossimo alla partenza per l’Egitto, penso essere cosa buona scrivere all’E. V. R.ma l’ordine del mio viaggio, affinché occorrendo qualche ordine in contrario, sappia dove prendermi.

/256/ Nella persuasione che avrà ricevuto una mia lunga lettera scritta da Lione, nella quale, dopo aver dato un breve cenno delle operazioni fatte in Parigi, e lo stato della questione trattata con quel governo, Le faceva il piano della mia partenza di qui dopo un mese, per aver tempo a ricevere le di Lei osservazioni; ora essendo spirato questo tempo, e nulla avendo ricevuto in contrario, credo poter partire liberamente dall’Europa, ed eseguire il piano nella suddetta indicato. Io dunque, salvo inconveniente o ordine superiore che mi obblighi a ritardare, partirò di Marsilia col Vapore del 4. prossimo Aprile, e mi porterò direttamente in Alessandria; colà mi fermerò incognito circa una settimana per aggiustare alcune cose d’interesse che tengo con Monsignore Guasco, e per scrivere ai missionari di Aden e dell’Abissinia; disposta quivi ogni cosa, lascierò il tutto nelle mani del prefato Monsignore, il quale avrà la bontà di consegnarlo al Missionario che sarà destinato per Aden dall’E. V., ed io partirò per il Cairo, dove resterò probabilmente un tempo un poco più lungo per poter aggiustare altri interessi che ho colle Monache del Buon Pastore, come altresì per trattare con Gio. Messarra sulla maniera di fare il mio viaggio in seguito e per assicurare le corrispondenze, e finalmente per attendere risposte di Aden, dietro le quali, occorrendo qualche cosa di nuovo, non mancherò di scrivere all’E. V. ciò che occorrerà di fare colà – Quindi, sempre incognito, prenderò la via del Nilo, e mi porterò direttamente al famoso monastero di S. Antonio Abbate, dove conto di restare in forma di pellegrino qualche mese [f. 369v] onde esaminare bene quel luogo, e gettarvi dei germi di conversione alla vera fede nel cuore di quei monaci, dai quali sortono i Patriarchi e vescovi Copti. Di là, potendo, manderò una relazione delle cose come sono, delle speranze che si presenteranno, e delle operazioni che occorrerà di fare in seguito – Io credo che la conversione dei Copti e dell’Abissinia debba incominciare da questo monastero; per parte mia sarei disposto a restarvi sino alla morte, nel caso di vedere sul luogo tutta l’importanza che io credo attualmente doversi dare, ma non lo farò senza una particolare missione e benedizione del S. Padre, tanto più che vi sarebbero delle difficoltà, per cui la persona che prenderebbe l’iniziativa in discorso avrebbe bisogno di istruzioni e di dispense tutte speciali per non compromettere la sua coscienza; passerò dunque colà i mesi di estate nei quali è pericoloso viaggiare per il Sennaar, dopo, se veggo di poter fare qualche cosa di straordinario, non lascierò il luogo senza una nuova intelligenza colla S. Sede, la quale potrà o destinare me, oppure chi giudicherà più a proposito; del resto, passato l’estate, proseguirò il mio viaggio per Kartoum, e di là verso l’Abissinia meridionale, dove farò ogni possibile per abboccarmi coi compagni dell’interno, e cercherò di stabilirgli nello spirito di pace ed armonia colla Missione Lazzarista, segnatamente con Mgr. DeJacobis. Poscia passerò avanti e farò ogni possibile per recarmi al Goragué, oppure ad altri paesi Galla di quelle parti, dove pare che vi siano delle disposizioni speciali –

/257/ Ecco, Eminenza, in breve qual’è il piano delle mie pellegrinazioni future – Essendo in Roma non ho parlato di questo per due ragioni; primo, perché, qualora mi fosse riuscito di poter ottenere presto un’appoggio dal governo Francese per poter fare stabilimenti sul littorale Affricano a Levante, forse avrei preso il partito di assistere quell’operazione egualmente importante per l’interesse Cristiano-Cattolico di tutta l’Affrica; ma l’affare trattato in Francia non sortirà tanto prontamente un’effetto o esito favorevole, ed avrà bisogno che la S. Sede prenda parte attiva col mezzo del Nunzio, e dei documenti da me lasciati, per ottenere un’esito in grande favorevole a tutte le missioni di quelle parti, al più presto dopo qualche anno, epperciò troppo tardi relativamente alle risoluzioni hic et nunc da prendere. La seconda ragione per cui in Roma non ho parlato di questo piano mio, è perché ho estremo bisogno che la cosa stia segreta e la S. C. di Propaganda composta di molti individui, alle volte [f. 370r] meno informati sull’importanza del segreto, potrebbero parlare, e così chiudermi ogni strada ai miei progetti futuri – La sola mia comparsa in Egitto potrebbe inutilmente cagionare qualche allarme nel partito contrario in Abissinia, perché i Copti subito lo scriveranno colà; quindi inutilmente tenterei di visitare il monastero di S. Antonio, e poi in seguito nel Sennaar e poscia nell’Abissinia correrei gravi pericoli per me e per la Missione – Per fare quello che voglio fare, ho bisogno di dimenticarmi io stesso del mio nome e della personalità precedente – In Egitto sarò in secolare con altro nome, e Monsignore Guasco è già avvertito di tutto, lo vedrò colle debite cautele e per il puro necessario; così in seguito in Cairo riguardo a Messarra e le Monache del Buon Pastore.

Per togliere ogni ambiguità che in seguito potrebbe ritardare l’esito delle cose ideate, per non esserci intesi abbastanza, credo utile spiegare il mio sentimento tutto intiero – Per parte mia non sono disposto ad acettare più nessuna specie di comissione, oltre di quella che tengo, e la ragione che vale per tutte e che deve bastare per sciogliere ogni difficoltà, è che io mi conosco incapace di fare altro fuorché il semplice missionario, tutto al più col carattere di Vescovo, nel caso di bisogno per le funzioni dell’Episcopato, onde propagare il Sacerdozio nei paesi dove mi riuscirà di penetrare – Colla grazia del Signore io sono disposto a fare il Missionario sino alla morte – Nell’atto di partire non domando denari, ne tampoco onori, essendo già confuso di quanto mi hanno dato contro ogni mio merito; domando due sole cose, una che risguarda le operazioni mie future, e l’altra le passate –

Riguardo alle operazioni future, domando in primo luogo la benedizione di Sua Santità e di V. Eminenza, affinché Iddio si degni di realizzare quello che io altrimenti cercherei di tentare inutilmente; quindi domanderei alcune facoltà straordinarie di poter esercitare il ministero sacerdotale ed episcopale in caso di necessità, ancorché manchi qualche requisito de jure positivo canonico disciplinare, salvo sempre quello che de jure divino è essenziale de valore Sacra- /258/ menti – Questa facoltà non la pretendo per scritto, perché so che il S. P. deve essere cauto nel concederla, mi basterebbe in parole, per mettermi al riparo dei rimorsi di coscienza, che alle volte potrebbero anche impedire l’esercizio del ministero – Per esempio, mi supponga che mi sia rubato il calice, e che mi trovi sequestrato da non poterne avere un’altro, dovrò lasciare la Messa, le Ordinazioni ecc.? così dica di tanti casi consimili – Poscia in specie bramerei la facoltà di potermi confessare in caso di necessità da un prete validamente ordinato, ma eretico – Tutte queste facoltà s’intende che non ne farei uso che nel puro caso di estremo bisogno, per non lasciare un gran bene ecc.. Nel caso che io decedessi prima [f. 370v] prima di poter dare una relazione sul Monastero di S. Antonio, La prevengo che, secondo il mio calcolo attuale, quest’operazione non dovrebbe lasciarsi; la Chiesa non manca di soggetti disposti ad ogni genere di sacrifizio per operazioni in grande tendenti a salvare le nazioni traviate, un’individuo sicuro che si introducesse in questo monastero e vi passasse qualche tempo, potrebbe gettare grandi germi di salute... Se non erro simili operazioni non sarebbero nuove nella storia della Chiesa...

Riguardo alle operazioni passate, prego V. E. medesima a non dimenticare le operazioni incominciate in Parigi – Il M. R. P. Agostino subito che avrà ricevuto il suo bagaglio dalla Svizzera partirà per Roma, e vi porterà coppia di tutti i documenti lasciati al Governo Francese; Ella, spero, avrà la pazienza di leggerli: e letti che gli avrà troverà delle cose interessanti che meritano tutta l’attenzione. Per dare un’eccitamento al governo suddetto è necessario che il Nunzio in Parigi riceva nuove raccomandazioni, e che le persone colà incaricate di studiare la questione siano animate con qualche promessa. I secolari sono così fatti, ancorché buoni, pure hanno bisogno di eccitamenti temporali, e con questi fanno dei passi e danno vita alla questione – Al Barone Du Havelt può bastare una lettera di raccomandazione, ma al Capo di Redazione particolarmente incaricato di studiare la questione, sarebbe bene qualche decorazione quando la cosa sarà bene incamminata; lo stesso si dica del Cavaliere Antonio d’Abbadie che dovrà in seguito dare ulteriori documenti come persona che conosce il paese, ed i bisogni di quelle missioni.

Relativamente alla Missione di Aden, ho scritto ultimamente una lettera al R.mo P. Generale, quale già avrà reso ostensiva all’E. V.: dalla medesima potrà ricavare quello che io penso bene doversi fare colà; quindi dall’Egitto Le scriverò di nuovo in seguito alle risposte che avrò dal P. Luigi Sturla.

Ho fatto replicate conferenze col Cavaliere Arnaud d’Abbadie sulla maniera di paralizzare la persecuzione che minacia la Missione d’Abissinia; questo bravo Signore, che partirà di nuovo per l’Abissinia, promette di occuparsi per calmare il furore al Vescovo eretico; nel suo ritorno, occorrendo che porti qualche buona notizia, e che abbia bisogno dell’appoggio della S. Sede, meriterebbe di essere ascoltato. È probabile che questo medesimo Signore, già /259/ cognito alla S. C. di Propaganda, sotto il nome di Michele d’Abbadie, ritornando porti con se un dotto abissinese; nel caso pregherei V. E. a ricordarsi di quanto ho scritto nella mia relazione essendo in Roma, sul bisogno di tenere costà un dotto abissinese per le operazioni nella medesima indicate.

EccoLe in breve tutto quello che ho creduto più necessario di scriverLe prima di lasciare l’Europa – Il M. R. P. Agostino suddetto ha molte cose da dire in parole per completare la relazione. Io poi, potendo fermarmi in Egitto qualche tempo, non mancherò di aggiungerLe ancora qualche cosa – Gradisca i soliti sentimenti di figliale religioso affetto, e pregandoLa della sua benedizione, godo rinnovarmi

D. E. V. R.ma

Divot.mo ed Aff.mo figlio in G. C.
† Fr: Guglielmo Massaja Vescovo