Massaja
Lettere

Vol. 1

/284/

153

A monsignore Guglielmo Bernardo Collier OSB
vescovo diocesano di Porto Luigi (Isola Maurizio) – Dublino

F. 756rIll.mo e R.mo Monsignore

Cairo 23. Maggio 1851.

Arrivato in Egitto da un lungo viaggio fatto in Europa per affari di Missione, con sommo mio stupore e maggior dispiacere ho appresa la notizia che il P. Leone des Avancer Miss.o Cappuccino addetto alla Missione Galla, e provvisoriamente dimorante in Aden come coadjutore del missionario di quella città, coll’occasione di fare una scorsa alla costa Somauli, a cui veniva destinato dal suo principale, eccitato da alcuni marinarj delle isole Chechelles, siasi portato colà coi medesimi, ad oggetto di esercitare l’apostolico ministero. Benché ancora non mi fossero arrivati tutti i detagli che potevano rendere più o meno grave la partenza di questo missionario dal luogo di sua missione ad un’altro spettante forse alla giurisdizione altrui, pure non ho lasciato di scrivere subito alla S. C. di Propaganda le mie più sincere proteste contro questo fatto, e nel tempo stesso le mie lagnanze al Missionario di Aden, incaricato di rappresentarmi in tempo della mia assenza.

Ora che dal Sacerdote Van de Voorde da Lei spedito in Europa a questo effetto, io vengo informato che il suddetto P. Leone, non contento di esercitare senza veruna autorità il S. ministero nelle suddette isole Chechelles, siasi ancora recato all’isola Maurizio, per sostenere una lotta contro l’Ordinario e contro il Governo, abusando del nome mio, e di quello della S. C. di Propaganda, io mi trovo in dovere di porre, per quanto mi è possibile, il più sollecito rimedio a simile disordine e scandalo, servendomi dei mezzi unici che abbiamo dai cannoni [cànoni].

/285/ In virtù della presente perciò, V. S. Ill.ma e R.ma è pregata di intimare in mio nome, al suddetto P. Leone des Avances la sospenzione a Divinis, fino a tanto che non sarà di ritorno al luogo di sua missione, lasciando perfettamente alla di Lei prudenza la precisione delle clausule, con cui detta pena dovrà essere dal medesimo eseguita, più o meno ristrette a misura della sua docilità, giacché trattasi [f. 756v] di un’individuo che io ancora non conosco bene, perché venuto di recente alla missione per vie straordinarie senza il voto dei Superiori del suo Ordine.

Ad ogni evento che Ella non giudicasse a proposito doversi prendere simile odiosità, allora potrà rimettere la qui compiegata lettera, che Le mando aperta, affinché la legga, e quindi ne dia corso se giudica bene. Come però ho scritto alla S. C. di Propaganda, affinché questo missionario venga richiamato in Europa, non essendo urgente il caso di procedere, La pregherei di ritardare, perché Ella riceverà immancabilmente ordini da Roma, e così potrà prendere direttamente la via d’Europa senza passare alla Sua missione.

Del resto Le confesso candidamente, che, essendo vero tutto ciò che mi venne raccontato dal Sacerdote Van De Voorde, come io non ne dubito, ammiro la bontà somma che V. S. Ill.ma e R.ma, ha usato col P. Leone. L’assicuro che io in pari caso non avrei pazientato tanto; certo del mio titolo, come si suppone, avrei subito da principio ritirato il soggetto in loco tuto, onde toglierlo dal pericolo di eccitare inutili rumori fino a tanto che presentasse titoli reali della sua vantata missione.

Intanto, mentre prego V. S. Ill.ma e R.ma a voler compatire la storia suddetta, e venuta senza alcuna intenzione cattiva, anzi all’opposto, coll’intenzione sicuramente buona, ed apostolica di evangelizzare anime probabilmente credute abbandonate, colgo l’occasione per presentarLe i sentimenti più sinceri della più alta considerazione, coi quali godo professarmi ecc..

† Fr: G. Massaja V.o