Massaja
Lettere

Vol. 1

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Al cardinale Giacomo Filippo Fransoni
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 387rEminenza

Cairo 24. Maggio 1851.

Nella fretta ho consegnato una lettera al Sacerdote Van De Voorde di Maurizio, nella quale La rendeva informata delle misure che io contava di prendere relativamente all’affare del P. Leone, in seguito alle relazioni ultime avute dal medesimo; ora giudico bene spedirLe coppia delle lettere scritte, sia al Vescovo di Maurizio, che al P. Leone stesso, giacché la mia curia volante si presta molto poco per rispondere al seguito dell’operazione, in caso di ulteriori esiggenze. Mi contento di farLe osservare a questo riguardo, che la mia operazione, parte dalla supposizione che le isole Chechelles appartengano al Vescovo di Maurizio, che credo vescovo titolare; in caso che la contestazione di questo Ordinario non fosse legittima, allora sarebbe un’altro affare che la sola S. C. di Propaganda potrebbe giudicare.

Coll’occasione voglio darLe un cenno di una cosa interessante. L’anno scorso nel mese di Agosto, trovandomi in Roma, a nome di Monsignore Guasco Vico Ap.o dell’Egitto, ho dato un ricorso a S. Santità, nel quale lo pregava ad interessarsi in favore dei Cristiani dell’Egitto, i quali si trovavano minaciati di persecuzione dal Pascià attuale, col mezzo di una raccomandazione ai governi Cattolici. Sua Em: il Cardinale Segretario di Stato, in ossequio agli ordini del Papa, fece una nota al governo Francese, il quale, sollecitato dall’Em.mo Fornari allora Nunzio in Parigi, fu pronto a corrispondere con istruzioni ai Consoli di Costantinopoli e di Alessandria. Dopo questo io ne seppi più nulla, ma venuto in Egitto, fui impaziente di esaminare l’esito della raccomandazione Pontificia. Parlando con molti informati delle cose di Corte, debbo dire che ne ho trovato di quelli che censurarono il passo fatto, come troppo avvanzato, ma da questi medesimi ho ricavato tanto che basta per convincermi e convincergli, che l’operazione fatta dal S. Padre ebbe un’esito magicamente completo.

F. 387v Il Pascià rimase vivamente colpito alle lagnanze, e d’allora in poi incominciò a cangiare affatto la sua politica anticristiana. Diffatti Egli in seguito, parlando coi Cristiani, segnatamente Cattolici o Sacerdoti, non faceva che presentare scuse e giustificazioni a questo riguardo, protestando di voler tenere costantemente in tutto la politica di Mahumed Aly relativamente ai Cristiani. Le sue parole furono accompagnate dai fatti, poiché allora fu che cessò la dolorosa storia di levare i Cristiani dagli impieghi; non contento di questo, aprì ogni via di fatto per dimostrare le favorevoli sue disposizioni per i Cattolici e per la Chiesa, accordando favori o già rifiutati, oppure che neanche osavano chiedergli coloro che conoscevano il suo animo avverso; allora fu che accordò gli alabastri per il monumento al defunto Pontefice Gregorio XVI. di felice memoria; al- /288/ lora fu che finì, troncando la famosa questione della nuova contrada, la quale teneva sospesa una parte della fabbrica ai Lazzaristi, ed avrebbe sconcertato il Convento di Terra Santa in Alessandria; allora fu parimenti che incominciò ad accordare con tutta facilità passaggi gratis sul Transito da Alessandria a Suez, cosa che ora si tratta niente meno che di accordarlo per sempre, come mi dice il Console Generale di Francia. Sono pochi giorni che è sortito un biglietto con cui S. M. il Pascià accorda un millione di mattoni per la fabbrica della Chiesa di Terra Santa in Cairo, ed alcuni fanno sperare altro favore simile per altri stabilimenti Cattolici. Tutte queste grazie, un’anno fa sarebbero stata temerità chiederle e sperarle.

Scrivo questo, affinché Sua Santità e chi ebbe parte nel passo che si è fatto, ne abbiano la ben dovuta soddisfazione, e sappiano al caso esserne grati, perché dopo il passo fatto, un segno di gratitudine qualunque per parte del Papa, potrebbe rassodare sempre più l’incominciato sistema favorevole al Catolicismo – Il Patriarca Copto è cadente, la nomina del successore, da cui dipenderà in gran parte la speranza di vedere questa nazione e tutta l’Abissinia unite al gregge di Cristo, dipende in gran parte dall’influenza di questo governo, per cui è bene che ci sia favorevole.

F. 388r Per parte mia, nelle memorie lasciate al governo Francese, delle quali una coppia deve essere arrivata alla S. C. di Propaganda, ed un’altra all’Eminentissimo Fornari, avendo scritto qualche cosa di odioso a questo Pascià, bramerei che venissero moderati alcuni passi. A questo effetto scriverò in Francia, e vorrei pure che V. Em: desse conoscenza di questi miei sentimenti al suddetto Em.mo Porporato, ed a tutti quelli che avranno letto le mie memorie – Dopo che il Pascià ha cangiato notabilmente politica, non vorrei che sortissero ulteriori lagnanze dietro quello che ho scritto prima del cangiamento – L’idea generale predicata nei miei scritti è sempre la stessa, ma le persone che figurano in essi dovranno calcolarsi a norma di una attuale condotta.

La persona partita di Francia per l’Abissinia con ottime disposizioni in favore della missione Cattolica, di cui Le parlava nell’ultima mia, trovasi qui in Cairo notabilmente incommodata, e pare voglia lasciare il suo viaggio a mezzo corso – forse Iddio vuole da noi un’apostolato più semplice lontano da ogni maneggio o trattativa – Così spero di poter fare in seguito, lasciando ogni cosa per andare nell’interno, dove mi aspettano millioni di nomadi bisognosi della divina parola molto più sicura di effetto.

Colgo l’occasione per rinnovarLe i sentimenti di figliale attaccamento, coi quali implorando benedizione e preghiere, godo raffermarmi

D. Em. V. R.ma

Umil.mo ed Obl.mo figlio in G. C.
† Fr: G. Massaja Vescovo

F. 388vA Sua Eminenza / Il Cardinale Prefetto / di Propaganda / Roma //.