Massaja
Lettere

Vol. 1

/359/

1852

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Al cavaliere Armando Prospero Faugère
redattore capo degli Affari esteri – Parigi

F. 39rIll.mo Signor Faugère

* Paris – (piccolo villagio sul fiume bleau) 30. Gennajo 1852.

Dopo le lettere spedite da Cartum, mi resta indispensabile la presente, onde notificarLe il risultato del mio viaggio a Fasuglu, relativamente ai progetti che io faceva nelle suddette mie precedenti.

Ho visitato io stesso le miniere dell’oro, ed ho fatto lunghe conferenze cogli ingegneri delle medesime, e risulta che nulla per ora conviene fare di quanto io aveva proposto – Sul principio, quando Mahumed Aly ha occupato la provincia di Fasuglu, veramente si è trovato una quantità di oro in pezzi anche rispettabili, ma in seguito il prodotto ha sempre diminuito, e sono ora due anni che le machine riposano affatto, ed il prodotto non paga più la fatica degli operaj – L’oro trovato da principio non era un prodotto di uno strato orifero, da promettere una richezza nell’avvenire, ma una semplice projezione vulcanica di quarso gettata dal centro alla superficie, limitata da una circonferenza di pochi mettri, terminata la quale, ed alcune altre simili di minore importanza, la miniera restò affatto esausta – Alcune venucie di quarso sparse per quelle montagne contengono una piccola quantità di oro, quale colla trasformazione causata dalle forti pioggie periodiche, e ai depositi di sabbia, che si trovano nei bassi e nei torrenti, una piccola quantità di oro raccoglibile dal publico, il quale non suole calcolare ne il tempo ne la fatica, ma non per una speculazione di governo o di società in grande. Per questa ragione, sempre il popolo presenterà una quantità di oro rispettabile nei mercati centrali di questi circondarj, ma questa sarà mai una ragione per indurre un governo a fare delle spese colossali, come ha fatto il Pascià, il quale ha speso i millioni, che ora riposano nei magazzeni mal custoditi, e che vanno [f. 39v] in rovina. Confesso che sono rimasto attonito nel vedere queste miniere cosi classiche ridotte a simile povertà. Con questo però non voglio dire che non vi sia qualche luogo più ricco e suscettibile di un calcolo in grande nei luoghi non ancora esplorati; anzi credo debba esistere qualche cosa di notabile in poca lontananza, ma parlando dei luoghi soggetti al Pascià sono tutti esplorati minutamente, forse in gran profondità vi sarà anche qui, ma nella superficie esplorabile senza un lavoro colossale, affatto più non esiste – Il governo Egiziano avrebbe un mezzo termine a /360/ prende[re], e sarebbe quello di spedire in Gassan o Fasuglu una forza maggiore, e colla medesima avvanzarsi nei paesi indipendenti e rivoltosi per fare nuove ricerche; oppure nel luogo stesso delle miniere esaurite praticare dei scavi colossali, quali però sono difficilissimi, e così portarsi allo strato di dove sono state staccate le projezioni volcaniche che hanno dato dell’oro – Fuori di questi due espedienti, le miniere di Fasuglu sono finite. L’attuale governo non pare disposto a fare nuovi tentativi costosi, anzi tutto all’opposto pare negligentare molto questa posizione, la quale si rende da un giorno all’altro più difficile e minaciando una perdita – Bisogna dire che fra i Turchi il sistema di colonizzare non è conosciuto; colla loro maledetta schiavitù, e col voler aggravare [tutti] i popoli soggiogati di tributi enormi, hanno irritato talmente questi popoli, che presentemente nascono col sangue inviperito di vincere o morire combattendo i turchi loro oppressori; i medesimi popoli dei paesi posseduti attualmente da loro, poco per volta si sono ritirati nelle montagne indipendenti e ribelli ed hanno lasciato il paese affatto vuoto e senza coltivazione; dimodoché la colonia turca di questi paesi si trova isolata in modo, che per comunicare da una posizione all’altra le carovane di trasporto devono essere sempre accompagnate da 200. e più soldati, qualche volta che si sono trovati in numero notabilmente minore sono stati tutti sacrificati – Il paese quindi è senza viveri affatto se non vengono dal Sennaar, perché non vi sono contadini per coltivare, e nessuna comunicazione coi popoli dei contorni – Per altra parte l’organizzazione militare è molto difettosa per promettere un’avvenire migliore; tutti i soldati sono schiavi presi nel luogo medesimo, poco pagati e malcontenti; soventi vi sono delle deserzioni con vantagio dei nemici che imparano l’arte militare, e danno grave della forza locale – In 25. anni di possesso nessuna fortezza, cattivissima scielta di luoghi difficilissimi a custodire, ed ogni anno diminuzione di truppe – Ecco in breve la situazione del Fasuglu, paese per altro naturalmente richissimo per ogni riguardo, e situazione centrale, da cui avrebbero potuto tirare il commercio [f. 40r] di un paese immenso, se avessero saputo prendere le popolazioni in modo più simpatico ed umano – Voglio darLe una prova del sopradetto: il caffè parte dal mercato di Basso lontano al più sei giorni da Fasuglu, corre una via di quasi due mesi per venire qui la quantità che esigge il consumo locale, e veramente perchè la popolazioni in contatto sono in continuo stato di guerra accanita coi turchi; fuori di questo Fasuglu dovrebbe avere lo scalo del commercio di tutto il paese Galla e del caffè di quei paesi, prodotto molto notabile – Un’altro fatto da me veduto, metterà in chiaro la giusta ragione che hanno i poveri nomadi di tenersi in stato ostile coi turchi: un Capo di famiglia assalito dai soldati per la tolba, o taglia che si voglia dire, non avendo di che pagare, diede il suo figlio unico di 11. anni circa al governo turco, il quale lo ricevette, e vendutolo all’incanto sul mercato, ha messo l’ammontare in conto della tolba; mi pare che di più crudele non si possa dare, e notisi che questi non era un’indigeno propriamente, ma un barberino di /361/ Dongola venuto a popolare il paese. Dopo questo ognuno può argomentare se i Turchi dovranno far fortuna fra i barbari – Vedendo queste cose, io ho calcolato che, se il governo d’Egitto seguita il sistema attuale, una ritirata dal Fasuglu è immancabile, e sarà molto che la caduta in questa provincia non produca un crollo a tutto il Sudan, dove già le rivoluzioni indigene si sono fatto sentire più volte; accadendo un fatto simile, sarà chiusa per sempre la porta ai bianchi in questi paesi – Per questa ragione io mi trovo obbligato a presentare le cose come sono al governo Francese, dopo che ho fatto un piano che supponeva una base diversa da quella che esiste. Se il governo fosse stabile, e le comunicazioni cogli indigeni fossero aperte, una casa di commercio farebbe mirabilia, non fosse altro che col cangio dell’oro in articoli di consumo orale, perchè l’oro qui ha un valore, sopra cui vi sarebbe ancora molto guadagno, ma cosa si può calcolare sopra basi così pericolanti. Io credeva di poter entrare nei paesi Galla da Gassan ultimo paese posseduto dai Turchi, e vicino un sol giorno dai Galla, ma non mi fu possibile, ed ho dovuto ritornare indietro qualche giorno per prendere la via dell’Abissinia – Ho rilevato una piccola carta dei paesi turchi di Fasuglu, e segnatamente il corso del Nilo bleau da Rosseres sino al Gogiam, tratto di questo fiume e dei suoi confluenti, poco conosciuto dalla geografia europea, ma è appena traciata in crajone e le febbri pertinaci che tengo da Ottobre a questa parte m’impediscono di finirla per la presente spedizione –

F. 40v Mi saluti gli amici, ed in specie il Caro Barone du Havelt, a cui intendo anche diretta la presente, ed a cui raccomando la mia Missione presso i cogniti benefattori, e colla massima fretta godo rinnovarmi

D. S. V. Ill.ma

Divot.mo ed Obl.mo Servo
† Fr: G. Massaja Vescovo

À Monsieur / M.r Faugère Chef d’Redaction / au Ministaire dès affaires Etrangères / Paris //.