Massaja
Lettere

Vol. 2

/69/

198

Al padre Giusto Curtopassi da Urbino OFMCap.
missionario apostolico dei Galla – Betlihèm

[Asàndabo – Gudrù, 28 maggio 1855]

F. 117v

Il y a une copie d’une lettre de Mgr. Massaia du 28 Mai 1855.

La voici. «La Missione che [h]a avuta una longa vigilia ora è in festa. Nulla vi dico del Gudru, dove il frutto è minimo ed i battesimi sono pochi. Dopo crisi di morte incominciamo però anche qui a godere un grande rispetto. Il Paese ha deciso la cittadinanza ai miei preti, l’inviolabilità delle nostre case e de’ nostri oggetti. Persone di riguardo incominciano a sentire volentieri le cose di Dio. La poligamia è il grande ostacolo che impedisce.

In Ennarea (sic) il bene che si fa mi fa piangere di consolazione: in un anno i battesimi sono a centinaja, i catecumeni si avvicinano a mille. Molti hanno avuto coraggio di mettersi in regola di matrimonio. Ogni domenica al suono di gran tamburro si adunano i fedeli alla Messa ed alla istruzione.

Il P. Cesare con un prete indigeno da me ordinato con tre studenti sono partiti per Kaffa sul principio d’aprile e già ho notizie volanti del loro solenne ricevimento. Il Regno di Kaffa vasto più del Piemonte è cristiano senza Preti. Pensate che mèsse (messis) e quanti battesimi.

/70/ In Legamara si sta fabbricando casa e cappella; già hanno cominciato i battesimi, ed avvi un entusiasmo simile all’Ennarea. Vi sono cola due preti indigeni ordinati da me, che sono ferventissimi. Il Gurague (je copie toujours ad literam), grosso regno che conta 40 chiese e soli 10 preti, ha mandato da me per le ordinazioni, a cui mi sono rifiutato per cominciare le trattative di disciplina nel clero. In somma da un anno in qua il movimento che vi è mi pare un segno che Iddio ci benedica»

Ensuite Mgr. Massaia demande des objets religieux comme livres, calices, crucifix, etc.