Massaja
Lettere

Vol. 2

/141/

224

Orario celeste e terrestre
estratto da un libro abissino

P. 169

Monsignor Massaia ci scrive che questi squarci sono estratti da un insigne libro etiopico, che è un Rituale ecclesiastico degli usi della primitiva Chiesa, molto venerato dagli abissini, ma che poco si osserva nelle funzioni episcopali. In esso è detto che tutto quello che narra cotesto libro, fu rivelato da Gesù Cristo ai Discepoli dopo la gloriosa sua risurrezione. Insieme ad alcune verità /142/ formicolano molti errori e superstizioni, che sono una prova siccome fuori della Chiesa cattolica la verità non si conserva pura. Il libro è diviso in sessantaquattro articoli, che trascriveremo nel foglio seguente.

Iddio rivelò a s. Pietro ciò che prima avea fatto conoscere ad Adamo, e questi insegnò a Seth, suo figliuolo, all’ora della sua morte. Impara, disse, le ore del giorno e della notte, e come si deve supplicare e pregare Iddio in tempo opportuno; imperocché il nostro Creatore m’ha usato misericordia in tutto, e m’ha insegnato i nomi delle fiere, di tutte le bestie e degli uccelli del cielo. Quindi m’insegnò il numero delle ore del giorno e della notte, e mi rivelò come gli uccelli del cielo glorificano il Signore. Impara adunque, disse Pietro, anche tu, o mio figlio Clemente, come nella prima ora del giorno le orazioni degli uomini montano verso Dio; nella seconda si fanno le orazioni e le suppliche degli angeli; nella terza gli uccelli glorificano Dio; nella quarta lo adorano gli spirituali; nella quinta lo glorificano le fiere e gli animali; nella sesta si fanno le preghiere dai serafini; nella settima gli angeli entrano e sortono presso il Creatore, per portarvi le orazioni dei viventi; nell’ottava lo glorificano i luminari del cielo; nella nona gli angeli lo glorificano, lo servono e stanno in faccia al trono dell’Altissimo; nella decima lo Spirito Santo si porta sopra le acque, mettendone in fuga i demoni.

E se lo Spirito Santo tutti i giorni in dett’ora non si portasse sulle acque, non sarebbe possibile a chicchessia il bere acqua, perchè la quantità dei demoni che le abitano corromperebbe la carne.

In quest’ora prendendo il sacerdote dell’acqua e mischiandovi dell’olio [p. 170] e con essa lavando gli infermi, gli ossessi e gl’invasati dagli spiriti immondi, restano curati dalle loro malattie.

Ore della notte: Nella prima ora di notte i demoni glorificano il Signore Altissimo, e fino a che abbiano compito la loro adorazione, non possono nuocere a chicchessia; nella seconda lo glorificano i pesci e tutto ciò che vive nelle acque, le fiere ed i leopardi; nella terza il fuoco glorifica Iddio fino nel più profondo, ed in dett’ora non vi è chi possa parlare (in cielo); nella quarta lo lodano i serafini; nella quinta lo glorificano le acque che sono sopra il firmamento; nella sesta lo glorificano le nubi in timore e tremore; nella settima lo Spirito Santo si porta sopra le acque e tutta la terra sta in silenzio, e tutto ciò che sta su questa s’acquieta e le acque dormono.

Ed in quest’ora il sacerdote prendendo dell’acqua e mischiandovi dell’olio santo, e con ciò ungendo (lavando) gl’infermi e quelli che sono oppressi dal troppo sonno, restano curati dalle loro malattie e dalla sonnolenza, e quindi non dormono più così tanto.

Nell’ottava la terra getta fuori l’erba, e le piante spuntano le loro foglie, e ciò che avvi di verdeggiante nasce in quest’ora; nella nona gli angeli servono il Signore e sono portate a Dio le orazioni degli uomini; nella decima si aprono le porte del cielo e sono esaudite le preghiere dei figliuoli degli uomini; sono concesse le petizioni che /143/ porgono a Dio, e sentendo il suono dei piedi dei serafini che montano e scendono, i galli cantano e lodano Iddio.

Nell’undecima si fa allegrezza ed esultanza in tutta la terra, imperocché allora il sole entra nel giardino, la luce apparisce su tutta la terra ed illumina ogni creatura.

Nella duodecima conviene che tutti gli uomini si levino a glorificare il Signore, perchè in detta ora stanno un poco in silenzio e riposano tutti quelli che abitano il cielo.