Massaja
Lettere

Vol. 2

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Al padre Leone Golliet des Avanchers OFMCap.
missionario apostolico dei Galla – Quarata

[F. 1r]R. [P. Leone in G. C.] Ama[t.mo]

Ennerea 28. Aprile 1859.

L’anno scorso vi scriveva da Lagamara, ed ho consegnato le lettere a Deftera Ajlù, quale so averle portate franche sino a Massawah; dimodoché mi giova sperare che le avrete ricevute, ed avrete eseguito quanto vi diceva.

In quanto alla missione da questa parte le cose vanno sempre mediocremente bene, ed io ho incomminciato quest’anno a fare il primo passo verso di Kaffa e quindi Wallamo; resta solo a voi di fare la parte vostra a norma delle istruzioni che vi ho dato. Io parto la Settimana ventura per Kaffa, dove giunto, e preso un poco di possesso del paese, subito penserò a spedire un servo fedele e capace a Wallamo per fare la conoscenza con quel Re, e prendere colà tutte le informazioni sopra Gananè; al ritorno del medesimo si combinerà per la mia andata colà ad incontrarvi; qualora per parte vostra vi sia qualche cosa di contrario scrivetemelo per tempo per la via di Massawah, mandando anche un’espresso – Nella mia partenza per Kaffa lascio qui custode delle missioni Galla stabilite il futuro Monsignore Felicissimo Coccino Vescovo di Marocco, quale, a Dio piacendo sarà consacrato Martedì prossimo giorno di S. Croce, nel caso potrete anche scrivere a lui, ed aspettare da lui risposta se occorre qualche cosa di premura.

/162/ Abbiamo avuto qui una triste notizia relativamente al P. Gabriele da Rivalta. Questo Sacerdote l’anno scorso mi scriveva da Massawah di voler veni[re qui] ad ogni costo; io risposi lasciando la cosa nelle mani di [Monsignor]e Dejacobis, oppure di Monsignore Biancheri ai qu[ali spetta di] esaminare questo soggetto, [f. 1v] ed io [...] voi, perchè voi [...] nulla mi dicevate, ed egli nella sua non mi parlava di esser venuto con vostra licenza; io diceva a quei Prelati che essendo in regola a questo riguardo di mandarmelo, se le strade per altra parte sarebbero state aperte, in caso contrario di rimandarlo a voi; cosa abbiano deciso i suddetti Prelati non lo so, perchè nessuna lettera mi è venuta dall’anno scorso; il fatto si è che otto giorni fa il nostro Paulo andato in Basso, appunto per aspettare notizie di Massawah, un soldato gli disse aver sentito che un Prete europeo per nome Gabriele diretto al Vescovo dei Galla è stato ucciso di notte dagli assassini nei circondarii di Matamma in Abissinia. Lascio pensare quale pena per me; aggiungete che doveva essere anche con lui il buon Deftera Hajlù, la persona unica fida che annualmente viene da noi e ci porta le lettere e soccorsi temporali, venuto appunto a portarci i talleri che si trovavano in Massawah con alcuni oggetti di prima necessità, e tutto sarà immancabilmente perduto con loro; così abbiamo in un giorno perduto un Prete europeo, un bravo abissino che per noi era come il corvo di S. Paolo, ed il vitto di un anno – Chi verrà ancora qui a portarci qualche cosa? Di tutti gli oggetti da voi portati in Massawah io ho ancora veduto nulla.

In Lagamara abbiamo terminato la casa in Pietre, lavoro di tre anni con tutte le commodità possibili in questi paesi. Abbiamo pure in Lagamara dei terreni in quantità che basterebbero a mantenere il pane di quella casa; sono partito di là fra il pianto di quei buon paesani, e vi sono partito per mantenere la parola data a voi; del resto sarei mai partito.

Le notizie di Kaffa sono sempre come prima; l’apostata è sempre il perverso di prima, ed alle due ha unito anche la terza moglie; il prete indigeno, benché privo d’istruzione è sempre un’atleta, ed al suo zelo e fermezza debbo attribuire la riuscita di tutte le trattative con quel governo, [il] quale da speranza di entrare in tutte le mie viste; io pa[rtirò d]i qui e mi porterò in Ghera sui confini di Kaffa, paese [che dà] qualche speranza di fare del bene nel nostro mini[stero, e mi] fermerò fino a tanto che [f. 2r] mi riuscirà [...] relativamente all’apostata, ed altri punti concernen[ti la mi]ssione; come quel governo è molto invaghito di vedermi, io penso di farmi prezioso per ottenere tutto quello che voglio, ed essere sicuro di poter entrare e sortire come voglio, e poter fare tutto quello che voglio dei miei preti, punto essenzialissimo in quel paese, dove i Preti si perdono perchè ricchi –

Nel primo anno che siete stato incaricato da me come Visitatore delegato per i stabilimenti dei littorali, io vi ho assegnato la metà dell’assegnamento di Lione; l’assegnamento di Lione era di due mille talleri prima della vostra andata in Francia; dopo la vostra /163/ andata colà voi mi avete scritto avere ottenuto un’aggiunta notabile; cosa vuol dire che l’anno scorso in Massawah non si è veduto altro che cinquecento talleri? pare che abbiate voi mangiato più di mille cinquecento talleri; essendo così voi invece di farla da suddito mio, la fate da padrone; io vi diceva pure di venire in Massawah e di mandarmi i conti di tutto; potrebbe essere che l’abbiate fatto e che io [non] l’abbia ricevuto, ma potrebbe anche darsi di no; allora [sarei] obbligato diriggermi a Roma ed a Lione, cosa che non vi darebbe onore. Pensate che qui abbiamo molte chiese e case da mantenere, e che la metà dei denari si consumano in strada perduti da Massawah in Abissinia. Credo che voi abbiate variato i miei ordini, in Egitto, perchè prima i denari venivano direttamente a me, ora l’anno scorso non ho veduto più nessuna lettera di conto dall’Egitto, cosa che mi fa sospettare; se io mi troverò improvvisamente in bisogno e che mandi in Massawah qualcheduno, nulla trovando mi sarebbe un brutto fastidio – pensate a rimettere le cose in regola, e che tutte le corrispondenze siano come prima; del resto sarò costretto a mettervi io la mano. Vi scrivo questo, non perchè abbia motivi certi, ma perché ess[en]do qui sequestrato, e non potendo ne ricevere ne mandare le[ttere] e vedere le cose, di necessità debbo diventare sospettoso; se [sapete] di essere in regola a questo rapporto contate per nulla [quanto scri]vo, in caso diverso mettetevi [f. 2v] nelle [...] a dare conto, eppure [tutti] i miei conti sono chiari e non ho difficoltà di fargli vedere a tutti, anche a voi; tanto più dovete essere voi così; voi dovevate l’anno scorso mandarmi tutti i conti delle spese, così avrei veduto il vostro bisogno reale, e nel caso giusto sarei stato disposto a privarmene io stesso per aggiungervene; ma ricevendo nessun conto, solamente qualche frazione di somma, lascio a voi il pensare – Ho detto di avere ricevuto 500. talleri, come voi mi dicevate, neanche lo so certo che siano venuti, e se sia venuto di più ancora, perchè nulla ho ricevuto più dalla costa, ne lettere ne altro.

Mio caro, dovete pensare che siete voi che avete mandato in Europa Fr: Pasquale, il quale, se in tutto il resto non era da lodarsi, nei conti era poi esattissimo; ora non ho più una persona che pensi a me fuori di Monsignore Dejacobis, ma anche questi pare stanco, perchè mi consiglia sempre di incaricare il Console; occorrendo di mandare improvvisamente in Massawah sono veramente impiciato –

Vi mando questa scritta prima del piego della costa; in gran parte è inutile, ma intanto vedrete in essa le notizie della Missione.

Vostro Aff.mo Padre
[† Fr: G.] Massaja V.o

Al R.do Padre Col.mo / P. Leone des Avancher / Miss.o Cappuccino //.