Massaja
Lettere

Vol. 2

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Al signore Andrea Terret
presidente della Propagazione della Fede – Lione

[F. 1r]Ill.mo Signor Presidente

Ennerea 29. Aprile 1859.

Quando ho scritto il piego con data de 29. Novembre dell’anno scorso credeva di poter allora fare la spedizione alla costa, perché aspettava di là un Missionario per nome P. Gabriele da Rivalta; ho aspettato inutilmente sino al presente, ed invece di avere il piacere di vederlo, una notizia volante venutami nella Settimana Santa, dice il suddetto Padre in viaggio sia stato ucciso di notte dagli assassini in Abissinia, motivo per cui debbo mandare ora un espresso alla costa per verificare la cosa, perchè in caso affermativo è per questa Missione un gran sconcerto; sconcerto per la perdita di questo Sacerdote, di cui avrei tanto bisogno, sconcerto perchè devono essere morti con lui altri indigeni, i nostri fidi che ci mantenevano le relazioni col mare, e sconcerto ancora perchè si trovava immancabilmente con loro il nostro vitto dell’anno con molti oggetti di prima importanza, quale tutto sarà perduto. Per questa ragione debbo fare una piccola aggiunta alla lettera prima, in cui Le darò conto della missione da Novembre in qua –

Come vedrà dalla data di questa seconda mia, che non sono più in Gemma-Lagamara, Le dirò [che] sono partito di là sul principio di Aprile corrente fra il pianto di quella popolazione, la quale in apparenza pareva nemica, ma ho veduto tutto l’opposto, in modo che ho dovuto partire secretamente di notte, del resto avrebbero certamente impedito la mia partenza. Partito di là ho visitato per strada la nostra Cristianità [f. 1v] di Nonno a due giorni di distanza, dove ho fatto 15. battesimi di quelle persone che non possono venire a farsi battezzare in Lagamara, ne in Limu, perchè in Nonno non abbiamo ancora la Chiesa. Il Sabbato di Passione verso sera ho fatto la mia entrata di visita pastorale in Limu, dove ho avuto il piacere di benedire la prima volta questa numerosa famiglia, e dove ho amministrato molte Confermazioni. Qui ho tenuto Ordinazione nel Sabbato Santo, nella quale ho fatto un Diacono; un’altra Ordinazione nel Martedì dopo la Pasqua, nella quale ho creato un novello Sacerdote veramente di uno Spirito elevato, il quale a vederlo sembra un novizio Cappuccino, e con lui ho dato anche la Tonsura ad un Chierico, ed il Lettorato ad un’altro – Fatti gli esercizii spirituali colla famiglia, e fatto un poco di Sinodo, in esso ho conchiusa la Consacrazione di Monsignore Felicissimo Cocino Vescovo di Marocco in mio coadjutore, la quale avrà luogo Martedì Prossimo giorno di S. Croce, se piace a Dio. Fatto ciò, e finita qui la visita pastorale, forse della settimana parto per Ghera a piantarvi una piccola Chiesa, dove mi fermerò tanto che basti per ultimare le trattative col governo Cristiano di Kaffa, le quali è più di un’anno e mezzo che sono incomminciate, e già a buon termine; quel governo è molto avido /166/ di avermi, ma appunto per questo io facio un poco il prezioso, e non voglio andarvi se non saranno sanzionati alcuni articoli di libertà del mio ministero, e sanzionati in facia ai governi di Ennerea e di Ghera; gli articoli hanno per scopo di essere libero per entrare e sortire, libero di mandare e rimandare i miei Preti, e di esercitare sui medesimi tutte le autorità senza che il governo si mischii; perchè a dirgliela questo Kaffa nel suo piccolo ha un poco dell’ [f. 2r] dell’ America meridionale, è insaziabile di preti, ma poi vorrebbe... non per malizia, ma per ignoranza e per abitudine e coruttela nazionale sanzionata da tutto il clero antico Abissinese. Se porto questa vittoria è un gran trionfo per la Missione: il cattolieismo si pianterebbe in questo centro dell’Affrica orientale in modo che si caverà mai più, e si potrà spargere nei contorni, perchè la nazione Sidama è tenacissima nella sua fede. Ho là un Prete indigeno che sa appena leggere, ma è un’atleta e vero apostolo; è quello che ha spianato già le più grosse difficoltà per la mia andata, e spero che farà ancora il resto, perchè è amato e adorato da tutti. Appena arrivato in Kaffa manderò un servo subito in Wallamo per intavolare il viaggio della costa Sud all’incontro del P. Leone, quale avendo luogo, avrò il piacere allora di vedere V. S. Ill.ma perchè avrò bisogno di andare in Europa a consultare la S. Sede, sia per la Missione Galla, sia per la Quella di Kaffa; voglio ad ogni costo o morir qui, o sortire per la via del Sud; Iddio facia col suo bracio [–] sono stanco dell’infida Abissinia sempre più oscura e cattiva.

Nulla dico relativamente ai sussidii, perchè nulla ho ricevuto, persuaso che avran sempre mandato la somma solita, benché io nulla affatto ne sappia – Dalla mia entrata in questi paesi ho ricevuto 1300. talleri da Massawah, e 1200. sono i perduti o rubati, come mando di questo ordinario la nota a Monsignore Biancheri che conosce tutti i fatti particolari; tanto è scabrosa questa povera missione per la difficoltà delle strade, in Abissinia; arrivato che è nei paesi Galla il denaro non si perde più –

Le farei ancora qualche aggiunta, ma sono povero di carta e di tutto, epperciò pregandoLa dei saluti agli Ill.mi Consiglieri, e raccomandandomi alle preghiere di tutti godo raffermarmi

D. S. V. Ill.ma

Divot.mo Servo † Fr: G. Massaja V.o

[F. 2v] Oggi 10. Maggio debbo fare un’aggiunta, perchè mi è arrivato il piego della costa desiderato – Pare falsa la notizia della morte del P. Gabriele di Rivalta; egli deve essere andato per la via del Sennaar, di dove avvi nessuna notizia –

Il 3. corrente Maggio ha avuto luogo la Consacrazione di Monsignore Felicissimo Cocchio in Vescovo di Marocco e mio Coadiutore. La funzione, benché povera, fu però compita in tutto e molto edificante. Come non ho ancora potuto far venire nessun oggetto del Pontificale, tutto è stato fatto qui dalle nostre mani e dalle mani dei nostri chierici e preti con oggetti che si trovano in paese; /167/ il pastorale di canna e la mitra di cuojo vestita di rosso – La nostra Chiesa di paglia vestita di festa non mancava di fare il suo eclatto in facia a questi indigeni, era più bella di quanto sia la Regina di tutte le Chiese in Roma in facia a tutto il mondo civilizzato; faceva la figura della pastorella che nella sua semplicità ha il suo bello che piace anche al Re, perchè vergine e semplice, e ciò che [è] più, benedetta da Dio; se l’esito futuro di questa funzione sarà in proporzione delle consolazioni allora provate, dobbiamo essere contenti; la nuova Chiesa Galla ha già un’epoca da contare...

Le mando la statistica esatta per quanto permettono le strettezze del paese; spero per l’avvenire di potere spedire qualche cosa di più positivo.

Il P. Leone ha dovuto recarsi qui nell’interno; è in via, ed ancora non ci siamo incontrati; se Iddio lo farà arrivare combineremo di qui la discesa per la Costa Sud forse molto più facile di quello che sia dalla costa penetrare qui – Ciò faremo da Kaffa l’anno venturo, e dai documenti che ho potuto raccogliere la cosa pare possibile; solamente che per aprire la via in modo proficuo per le nostre comunicazioni non basta passare una volta, ma restarvi qualche tempo in parecchi luoghi per fare amici, ed accostumare il paese, come abbiamo dovuto far qui fra i Galla per farsi largo; epperciò porterà qualche anno di tempo.