Massaja
Lettere

Vol. 2

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Al padre Casimiro Basso da Ormea OFMCap.
ministro provinciale del Piemonte – Torino-Monte

[F. 1r]Molto R.do Padre P.on Col.mo

Ennerea 6. Maggio 1859.

Privo da molti anni di notizie affatto della mia Madre Provincia Cappuccina di Piemonte, ne sapendo chi ne sia l’attuale P. Provinciale, persuaso però che non può essere ancora un giovane di quelli che non mi conoscono, ma che sarà per lo meno un mio contemporaneo di corsi, e forse un mio collega, o di Lettorato o di Deffinitoriato, posso perciò avvanzarmi ancora con confidenza a scriverLe; se aspetto ancora un poco verranno quelli che mi diranno non ti conosco; poiché dal 1846. a questa parte quelli che erano novizii hanno avuto tempo a diventare padri di Provincia, o per lo meno persone rispettabili; in prova di ciò un certo P. Gabriele da Rivalta Piemontese e di nostra Provincia l’anno scorso si annunziava arrivato in Massawah, per venire da me, destinato dalla S. C. di Propaganda a lavorare in questo Vicariato; ho bel dovuto pensare, ma non mi ricordo affatto di aver conosciuto questo Padre; scrissi a Monsignore Dejacobis V. A. dell’Abissinia, di spedir- /168/ melo, se le strade sarebbero state abbastanza sicure; per parte mia, aspettandolo verso Natale, ho mandato sui confini dei paesi Galla e del Gogiam un mio chierico ad aspettarlo, quale lo aspettò più di tre mesi inutilmente, e nella Settimana Santa mi mandò a dire che una notizia volante diceva che questo Padre sia stato ammazzato in Abissinia; è una notizia volante che ancora lascia qualche riposo al cuore, ma nel caso che venga a realizzarsi lascio pensare quanto mi dovrà essere dolorosa la perdita di un Sacerdote nostro Fratello di Provincia, benché non abbia l’onore di conoscerlo; se è vero, doveva essere portatore di tutte le lettere dell’anno, e del vitto [f. 1v] nostro per l’anno seguente – Il corriere che porta la presente alla costa del mare, è mandato ad oggetto di verificare tutto questo; come in Massawah avran saputo la notizia precisa, prego quel Monsignore di mandarle il risultato preciso; mentre io qui non lo saprò prima di Novembre o Decembre al ritorno del corriere suddetto – Da ciò potranno capire in quale brutto paese mi trovo. Dalla mia entrata in questo paese ho ricevuto di sussidio 1300. talleri, i perduti ed i rubati per strada sono in tutto 1200. Il paese Galla pagando una piccola dogana si cammina sufficientemente con sicurezza, e mai ho perduto roba notabile in questi paesi, il luogo delicato è l’Abissinia Cristiana sempre piena di sconvolgimenti politici.

Lasciando ora le storie dolorose verrò a cose più consolanti. Prima di tutto Le dirò che Martedì scorso giorno di S. Croce ha avuto luogo la consacrazione del mio Coadjutore col titolo di Vescovo di Marocco nella persona del Padre Felicissimo da Cortemilia figlio della nostra Provincia di Piemonte e mio Studente – Quando sono partito da Roma vi sono partito accompagnato da tre Sacerdoti: ora l’unico rimastomi è lui – La Santa Sede ha avuto la deferenza di mandarmi un Breve in bianco, lasciando a me la facoltà di sciegliere fra i Missionarii Europei; ho aspettato due anni dall’arrivo di detto Breve sperando che sarebbe arrivato qui il P. Leone dés Avançer con altri Missionarii che lavorano alla costa del Sud, e così poter sciegliere fra i molti il migliore, ma il Signore ha voluto diversamente; le strade si fanno sempre più critiche, e per altra parte, dovendo partir io per la visita pastorale di Kaffa, e di là dovendo viaggiare verso la costa Sud per aprire la strada ed incontrarmi col P. Leone suddetto, nel bisogno di lasciar qui un Vescovo per il governo [f. 2r] di questa Missione Galla, sopratutto per le ordinazioni degli indigeni che occorrono di quando in quando, sono stato obligato a consacrare questo nostro Padre suddetto, il quale d’altronde nei dodeci anni che conta di Missione ha sempre mantenuto un carattere abbastanza edificante, e da a sperare anche che continuerà con zelo le operazioni da me incomminciate. Se avessi tempo e carta abbondante potrei descrivere la funzione suddetta fatta con tutte le solennità possibili in questi paesi – Assistevano alla medesima quattro Sacerdoti indigeni già tutti frutto del nostro apostolato, due minoristi, ed un tonsurato; cioè la metà circa del nostro clero; tutto andò ottimamente bene, fuorché tutto in po- /169/ vertà; tanto io, quanto il neo consacrato avevamo un baston pastorale di canna vestito di rosso; la Croce del consecrato è di ottone; la più parte delle vesti pontificali è di tela di colore che si trova in paese; la mitra di cuojo coperta di rosso fatta qui dai nostri preti, così le scarpe, i calzetti[ni]; eppure visum et Spiritui Sancto et nobis, il segnale è la consolazione spirituale provata universalmente da tutta questa piccola cristianità e clero; io poi consacrante accompagnava la funzione colle lacrime di tenerezza che ho mai potuto trattenere nel dover consacrare un mio Studente in Vescovo, e quello che fra tutti era forse da me il meno calcolato; l’unico residuo delle mie fatiche nella Provincia, e quello forse destinato dal Signore a benedire il mio sepolcro –

V. P. M. R. adunque nel dare alla madre Provincia la notizia suddetta dolorosa della morte supposta del P. Gabriele da Rivalta, potrà nel tempo stesso darle la notizia consolante anzidetta della Consacrazione del P. Felicissimo in Vescovo di Marocco e mio Coadjutore cum jure successionis, persuasa che farà piacere a tutti i nostri fratelli, in specie ai suoi compagni e miei amatissimi Studenti – [F. 2v] Colgo intanto l’occasione per assicurarLa, che tanto io, quanto Monsignore suddetto siamo soliti a fare soventi menzione della nostra cara madre Provincia e dei nostri Fratelli della medesima; che abbiamo mai lasciato di celebrare le Messe per i morti, tanto religiosi, quanto Padri e madri dei medesimi, benché non sappiamo chi sia morto e chi sia vivo: contentandoci di applicare una quantità di Messe poco presso eguale a quella che solevamo in Provincia, lasciando poi a Dio la distribuzione. Pregandola intanto a voler gradire, e far gradire a tutti, massime agli amici i più sinceri sentimenti di affetto, e saluti, confidando sempre nelle loro preghiere godo raffermarmi

D. P. V. M. R.

Divot.mo Servo, e Figlio in G. C.
† Fr. G. Massaja Vesc. Capp.no

P. S. Forse crederanno che il Paese Galla sia già quasi tutto cristiano; il Galla è molto difficile a convertirsi, tuttavia abbiamo già qualche milliajo di battezzati, benché siano pochi i buoni; non mancano anche alcune anime elevate che incomminciano servire di modello agli altri, ed anche a noi loro maestri – ciò basti per dire che non è stato affatto inutile il nostro apostolato; abbiamo parecchie Chiesuole, ed il nome nostro è già conosciuto ovunque, ed anche rispettato in molti luoghi, cosa molto notabile in questi paesi, fra i quali il solo penetrarvi è già un’operazione notabile, aprendo la via ad altri apostoli migliori –

[F. 3r] P. S. Dopo scritta la presente ho ricevuto finalmente un piego dalla costa – La notizia della morte del Padre Gabriele deve essere falsa; egli non ha voluto ascoltare i consigli, e volle andare /170/ per la via del Sennaar che è impraticabile; di là non se ne sanno affatto notizie –

[F. 2v] Al Molto R.do Padre / P.on Col.mo / Padre Provinciale della / Provincia dei Cappuccini / Piemonte / Torino //.