Massaja
Lettere

Vol. 2

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Al padre Leone Golliet des Avanchers OFMCap.
missionario apostolico dei Galla – Lagamara

[F. 2v]M. R. P. Leone in G. C. Amat.mo

Ghera 14. Agosto 1859.

Ho ricevuto tutte le vostre lettere dalle mani dello stesso Monsignore Coadjutore mio e vostro antico compagno, quali abbiamo lette insieme e meditate; molte cose vostre e piani mi piaquero, so- /175/ pratutto mi piaque il vostro zelo sempre quello di prima; prima che eravate lontano e non sperava di avervi qui, il vostro zelo poco mi consolava, ora che siete venuto, concepisco non mediocri speranze sopra di voi per il bene di questa missione. Credo che avrete ricevuto la lettera che vi ho mandato nello scorso mese, epperciò mi dispenso dal rispondere a certi articoli ed espressioni che notano alcune umbre vostre a mio riguardo; suppongo perciò che sarete perfettamente tranquillo a questo riguardo; non posso neanche rispondere a tutti gli altri articoli, perchè vi vorrebbe troppo tempo, e neanche arriverei a persuadervi di tutto per scritto; a questo riguardo vi dirò che è indispensabile la vostra venuta a me, e d’accordo col Coadiutore l’abbiamo già decisa, e vi scriveremo a lungo sul modo di venire, e le disposizio[ni] da dare per la famiglia di Lagamara; fatevi [dunque] coraggio, occupatevi della lingua Gall[a che è p]oi più utile dell’Amara, ed occupatevi p[er quanto p]otete nell’apostolato – [F. 1r] Riguardo al rito, ho scritto tutto il pro e contro a Roma, e la risposta che mi fa è che tutto è sotto l’esame delle Congregazioni, perciò io posso nulla rispondere di positivo; seguitate a fare come facevamo noi, e poi venendo qui discorreremo. Rapporto al digiuno digiunate il digiuno abissinese; così ho scritto a Roma, che noi faciamo; le feste contentatevi per ora delle Domeniche, non promulgate le feste di diritto ecclesiastico, convenendo prima accostumare questi deboli a quelle di diritto divino – Relativamente alla circoncisione, sappiate che non entra nel rito abissinese, ma è osservanza giudajca tollerata dalla Chiesa come semplice uso del paese, e non come cerimonia religiosa, sul che guardatevi nei vostri scritti all’Europa, perchè potrebbe farvi del torto; sull’operato da alcuni Preti per una parte ho gridato, e per l’altra ho stretto le spalle, per uniformarmi ad una decisione della S. C. che dice di tollerare come sopra; di tutto ciò discorreremo personalmente, come di tante altre cose che pensate, perchè non conoscete il paese –

Debbo poi dirvi candidamente che il nostro apostolato ha incomminciato qui in Ghera, dove i battezzati sono già 90., e non Cristiani come in Lagamara, ma [ma] la più parte di quel[li] che si confessano e si comunicano; infatti i cres[imat]i dietro confessione e communione sono già 4[...] tutto ciò non mi pare di meritare il rimprovero che] mi fate, di avere trovato [f. 1v] come dite, poco o niente di fatto, e che vi abbiano nascosto la verità; io già disanimato da ogni lato, e che sto animando tutti, voi così mi disanimate? Se io parlassi come parlate voi potressimo tutti ritornarsene, e la Missione Galla dopo aver mangiato circa trenta mille talleri anderebbe a monte, come pare che voglia andare l’operazione di Zanzibar – Per quanto sappia non mi ricordo di aver scritto in Europa bugie, solamente da principio avendo creduto alle promesse dei Galla ho dato più speranze di quello che doveva; tuttavia mi pare che non ci sia tanto male; senza contare i Cristiani che si sono fatti in cinque anni, pendenti i quali abbiamo dovuto imparare il paese e le lingue, ciò che si è fatto non è tanto poco; pensate che i Galla di Gudrù nel primo anno ci volevano abbruciare vivi in caso tutti quanti, ora ci /176/ amano dapertutto, e dapertutto ci sospirano, le strade sono aperte ovunque, ed il nome dei preti è conosciuto dapertutto; non sapete che la Cina non ha ottenuto tanto in 200. anni? Ciò per ora vi basti, a viva voce faremo il resto; il detto non sia da voi preso con risentitimento, ma bensì come una dovuta soddisfazione, affinchè non vi disanimiate voi – poiché le nostre speranze sono da questa parte, ma dobbiamo conservare i posti di dietro per non chiuderci le strade, come ben potrete comprendere –

Riguardo a Sibu, dalle notizie che mi date sul grano già finito, veggo che non posso fidarmi molto di quella gente; Sibu mettetelo in pensione [...]llo nostro aratore, e chiamate la donna in ajuto di [...] frattanto Monsignore Coadjutore verrà lui nel[la pianta]gione ad aggiustare le cose di Lagamara –

[F. 2r] Ho trovato casualmente qui una lettera inchiusa nelle mie, e ve la mando – Dite a Binagdè che se ritarda ancora un poco a venire non mi troverà più qui; ditegli che sono in collera, perchè non ha messo il suo nome al suo figlio neonato...

Vi benedico unitamente a tutti ed abbraciandovi sono tutto vostro

Aff.mo Padre
† Fr. G. Massaja Vescovo