Massaja
Lettere

Vol. 2

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Al padre Lorenzo Lachenal d’Aosta OFMCap.
ministro provinciale di Francia – Lione

[F. 1r]M. R. P. Provinciale

Kafa – festa di S. Francesco [4 ottobre] 1860.

Ho scritto al M. R. P. Arcangelo pregandolo di recarsi a Roma per trattare l’affare che Lei sa. Il non aver pregato V. P. M. R., non è mancanza ne di confidenza ne di rispetto, ma sibbene timore di essere taciato di temerità, perché so bene che Ella ha gli affari della Provincia sulle spalle, e che non potrebbe probabilissimamente andarvi; del resto Ella, come mio Procuratore assoluto, non avrebbe avuto bisogno di nessuna facoltà, ma come Provinciale, essendo persona che deve essere pregata dalla Propaganda ad acettare [la] questa missione, dovendo fare fare le parti della Provincia in questo affare, non potrebbe fare anche le parti mie, altrimenti sarebbe come un’esibirsi; per questa ragione ho creduto bene incaricare il P. Arcangelo, e con mia Procura particolare, affinché non figuri la Provincia a domandare – Del resto poi, come il suddetto Padre è anche persona di riguardo nella Provincia, e forse anche Deffinitore, possono prima intenderla fra loro, e poi fare come meglio giudicheranno.

La prevengo che di questo stesso corriere ho scritto alla S. C. di Propaganda, ed al S. Padre medesimo [f. 1v] dando le mie dimissioni, e pregandogli di fare un nuovo Vicario Apostolico d’accordo con cotesta Provincia loro, affinché il medesimo sia omogeneo ai missionarii che verranno. Non è che io abbia qualche antipatia ai missionarii Francesi, ma unicamente perché io sono vecchio e prima di morire o lasciare la missione, come meglio piacerà a Dio ed al S. Padre, avrei piacere di vedere le cose solidamente stabilite; per questa ragione ho detto che mi sarei fermato sino alla venuta del nuovo Vicario, e che mi sarei occupato per installarlo, ed installato, mi sarei tenuto come suddito oppure mi sarei ritirato in qualche convento di Francia a prepararmi alla morte, se il S. Padre avrebbe avuta la bontà di dispensarmi da un voto che ho di morir qui fra questo mio popolo, ed occuparmi fino a tanto che potrò per la salute del medesimo; se V. P. M. R. avrà la fortuna di conoscere il nuovo eletto, Le dirà che venga tranquillo e che non abbia paura di me, non è passione che mi abbia fatto rinunziare, ma puro calcolo per il bene dell’opera di Dio – Fin qui si è fatto qualche cosa, perché Iddio ha voluto abundare con me incapacissimo; si trattava di sgrossare e vi voleva un paesano mio pari, ma per continuare l’operazione vi vuole una persona di una capacità e di una santità ben diversa dalla mia – Faciano premura a finire tutte le cose, perché il domani è incerto... Se l’eletto verrà mentre io vi sono, spero di poter aggiustare tutte le cose, e vincere tutte le difficoltà [f. 2r] che si presenteranno, se poi verrà che io non vi sia più, allora non saprei, Iddio /232/ farà lui, e farà ciò che supera il mio calcolo attuale. Se il Padre Leone potrà venire per tempo in Europa spianerà molte cose, perche lui conosce abbastanza lo stato delle cose, e tutto quello che io penso, temo però che il medesimo sarà costretto ad aspettare qualche tempo a partire di qui, perché le cose di questi paesi sono più lunghe di quelle di Roma ancora, e quando gli riuscirà di partire dovrà consummare molto tempo in viaggio, perché le strade di qui alla costa sono difficili, tanto più a lui che avrà un quantità di gente. Arrivando egli instruirà quelli che verranno sulla strada da prendere, e sul modo di regolarsi nella medesima. Noi qui siamo ancora in via di esplorazione per vedere se ci riesce di aprire la via per la parte del Sennar; abbiamo mandato a questo effetto un Prete indigeno, ed attendiamo il suo ritorno con’anzietà – Il certo è, che chi viene è bene che venga segreto, e per poter venir incognito sarebbe desiderabile che si tenesse anche nascosto in Europa; ciò sopratutto per il caso di dover venire per la via di Abissinia, come sarà facile – Del resto, caro P. Provinciale, io credo bene per cotesta Provincia, e per questa missione che l’affare si finisca, la Provincia non potrà dispensarsi dall’acettare qualche missione, ed in questo caso, questa la credo migliore di molte altre, a fronte che abbia delle difficoltà grandi, perché ha un numero storico, ed anche un’avvenire; ma La prevengo che acettandola devono fare tutti i sforzi per coltivarla, affinché ne sorta con vantaggio delle anime e decoro della Provincia, e dell’Ordine.

[F. 2v] Mi saluti tutta la M. R. Definizione, ed abbraciandoLa nel S. crocifisso, mi glorio esserLe

Umil.mo Servo, e Fratello in S. Franc.
† Fr. G. Massaja V.o Capp.no

Al M. R. P. P.on Col.mo / P. Provinciale dei Capp.ni / Lione / Francia //.