Massaja
Lettere

Vol. 2

/232/

258

Al padre Fabiano Morsiani da Scandiano OFMCap.
procuratore generale delle missioni – Roma

[F. 1r]R.mo Procuratore Generale

Kafa – festa di S. Francesco [4 ottobre] 1860.

Ho scritto qualche volta a V. P. R.ma, ma siano o non siano arrivate le mie lettere nulla so. Per lo meno coll’intermezzo del P. Leone des Avancher V. P. R.ma ha dovuto essere stata interessata parecchie volte sul bisogno di provvedere a questa missione soggetti capaci ed addattati; anzi so che la cosa era già intesa colla Provincia di Francia, la quale teneva già in pronto soggetti da spedirci, quando per compiacere Monsignore Persico l’affare è stato gua- /233/ stato; così vanno le missioni del nostro Ordine, motivo per cui, benché, forse a tutti gli altri Ordini superiori nel numero, nessuna ne abbiamo un poco storica per il nostro decoro. Si acettano missioni di nessun avvenire storico, le quali sono più cappellanie di europei dispersi ed indisciplinati che altro, come sono la maggior parte delle missioni d’Oriente, delle Indie, ed anche d’America, ma poi quelle missioni fra i nomadi di nuova creazione, e che saranno sempre storiche per miserabili che siano, perché l’Ordine avrà sempre l’onore d’aver calpestato il primo un terreno infedele, e di averlo dissodato e coltivato alla Chiesa ed alla società, questa sarà dimenticata, perché il povero uomo che ha avuto il coraggio il primo di gettarsi nel fuoco, soffocato dalle fiamme, non ha potuto gridare e far sentire la sua voce di compassione e [f. 1v] dolore. Gran che, ricevo nell’anno trenta o quaranta e più lettere di Secolari Europei, i quali ammirano l’impresa e ne conoscono il peso, e non ricevo una lettera, ne dai Superiori, ne dai religiosi, quasi che non avessi circa dieci mille fratelli nell’Ordine, e che fossi un trovatello senza parenti; io ho forse figli? se questa missione farà qualche cosa di bene e di decoroso, non è forse all’Ordine? se va male, non sarà forse disdoro all’Ordine? perché dimenticarla in questo modo, mentre fra tutte sarà forse la più bisognevole? io sono vecchio vicino a morire, avrei bisogno trovarmi colle cose aggiustate per assicurare l’avvenire dell’opera di Dio, credeva che tutto doveva essere aggiustato, invece ricevo lettera che tutto è stato guastato. Benone, almeno fossi stato avvertito, avrei scritto a chi di ragione, ed anche nel caso pensato a farla dare ad un’altro Ordine, ma invece col silenzio mi vogliono portare al sepolcro senza nessuna provvidenza. Così parlando non è per perdere rispetto a V. P. R.ma, perché come Figlio dell’Ordine sarò sempre disposto a lavarLe i piedi come è di dovere, ma com[e] Vescovo avente per le mani un’interesse della Chiesa in pericolo, invece di lavarLe i piedi, mi prendo anche la libertà di lavare... e ciò, perché so che essendo lontano, se non parlo forte otterrò niente; il mio scopo è niente più che scuotere chi dorme. Vedendo le cose guastate da ogni lato sono stato costretto a determinarmi di mandare in Europa [f. 2r] il P. Leone des Avancher arrivato qui con tanti stenti e spese; da ciò potrà argomentare la gravità del bisogno. Come questo Padre non potrà partire subito, perché le cose di questi paesi vanno adagio, ed egli verrà con qualche lavoro che non è ancora in pronto, e con una quantità di comissioni, affinché nel suo arrivo trovi le cose spianate, La prevengo che ho fatto precedere lettere alla S. C. di Propaganda ed al S. Padre, e non contento ho scritto in Francia, di dove e probabile che venga un Padre da me incaricato per trattare gli affari principali di cui ho bisogno; Ella per carità si presti per quanto potrà, persuasa di fare un’opera santa, quanto santa sarà quest’opera, da cui dipende; [intanto] La prevengo che ho dato le mie dimissioni, ed ho detto alla S. C. suddetta, che se f[orse per] anni non mi arriverà ciò che domando, io considererò le dimissioni come acettate, e me ne partirò per non morir qui inutilmente a coltivare una cosa che sarà /234/ abbandonata. La Procura delle missioni sempre tenuta da persone nove, fa che io non conosco V. P. R.ma, e potrebbe darsi che io me la prenda con un grande mio amico, o con un grand’uomo di santità, ma la mia collera è colla Procura e non col Procuratore, e vorrei che la Procura delle missioni sia perpetua, perché è già una cosa per se difficile ad impararsi, l’aver sempre persone nuove, fa che nessuno se ne cura, perché non si conoscono le missioni da chi le governa –

[F. 2v] Dal calcolo che facio la curia generalizia deve essere nuova, epperciò presento a tutti le mie congratulazioni, e V. P. R.ma sia il mio interprete presso la medesima; vorrei dirLe ad multos annos, le nostre superiorità sono troppo brevi, appena qui ho conosciuto i nomi dei Superiori, scrivendo gli trovo cangiati, e si può trattare nessun affare –

La prego d’assicurare tutti del mio attaccamento all’ordine, di cui sono figlio, mentre abbraciandola in spirito nel S. crocifisso godo esserLe sempre

D. P. V. R.ma

Divot.mo figlio in S. Francesco
† Fr: G. Massaja V.o Capp.no

Al R.mo Padre Col.mo / Il P. Procuratore Gen.le / dei Cappuccini / Roma //.