Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 441rEminenza R.ma

Gudrù 7. Marzo 1863.

L’anno scorso io sperava di poter sortire da questi paesi e recarmi ai piedi del S. Padre a render conto del mio operato da dodeci anni a questa parte, non che a combinare col medesimo sul futuro di questa missione, come altresì per dividere con lui le tribolazioni che gli fanno provare i cattivi cristiani d’Europa, ma tutti i miei piani sono andati a monte; partito di qui sul fine di Maggio aveva passato il Nilo con questa intenzione, ed arrivato in Gogiam sono stato forzato a ritornarmene in Gudrù: il principe di questo paese che prima interpellato mi aveva promesso il passaggio, avendo tenuto consiglio col clero e coi grandi del suo paese fu come obbligato a negarmelo, e ciò come pare non per spirito d’inimicizia, ma come alcuni mi fanno credere per pure viste di avvicinamento futuro che il paese suddetto pare avere nel cuore; diffatti, benché io sia andato colà nascosto a piedi come un povero monaco mendicante, pure non essendo stato possibile il nascondermi posso dire che il mio viaggio è stato un vero trionfo, mai mi sarei creduto di ricevermi tante marche di rispetto dai piccoli e dai grandi dal popolo e dal clero: volevano come obbligarmi ad entrare in conferenza coll’alto clero radunato ma io mi sono rifiutato, pensando che sarebbe stato forse più utile farmi sospirare, e coltivare questo elemento da lontano che gettarmi di fronte a ferire il sistema vigente, tanto più che io non aveva un titolo, appartenendo questo paese al Vicariato dell’Abissinia. /12/ Per quanto mi sembra, detto paese che teme i Galla come bestie feroci [f. 441v] vedendo noi quì gettati per morti fra i medesimi, ha dovuto fare al medesimo un senso al dilà di qualunque predica e questione; nel mio viaggio al Goggiam un grande si espresse con queste parole «Monsignore De Jacobis con venti anni di questioni non ha potuto vincere il Vescovo Salama, questi fuggendo lo ha ammazzato» e noti che questo grande era il ministro di Ras Aly informato di tutte le nostre questioni; da ciò io argomento che l’Abissinia cristiana eretica si convertirà prendendola dolcemente evangelizzando la sua circonferenza: nei primi anni che noi siamo venuti qui il Gogiam ci disprezzava, e non ci calcolava come preti, ora l’affare è tutto diverso, i nostri sacerdoti indigeni quando vanno in Gogiam per qualche affare sono da tutti molto rispettati, e di là alcuni incominciano [a] venire qui a portare voti alle nostre Chiese, e parecchj sono anche venuti a domandare le ordinazioni, pensando di poter essere ordinati così faceziando come presso Abba Salama: esaminando uno di questi venuti per le ordinazioni ho potuto conoscere che l’alto clero del Gogiam, segnatamente alcuni monaci oracoli del paese, ai piedi dei quali gli stessi principi si umigliano, hanno permesso ai giovani di venir qui a cercare le ordinazioni, dicendo che le medesime presso di noi ottenute non solo sono buone e valide ma apostoliche, distinzione che mi fece ridere, ma che indica il gran rispetto che hanno per noi – Con tutto ciò io non esorterei a mandare preti Europei in Gogiam perchè noi siamo come i soldati una volta entrati in guerra dobbiamo batterci e non possiamo ne tacere, e tanto meno mentire, ed il Gogiam preso di fronte può ancora fare una crisi contraria, essendo il paese più tenace di tutta l’Abissinia; restando la missione in Gudrù potrà coltivare questo paese senza sollevare le odiosità, e trovarsi nel bisogno di contrariarlo e prenderlo di fronte; presentemente ho incominciato l’operazione, ho tradotto le lezioni del breviario quelle del secondo notturno, e nella vita dei Santi rilevo tutto ciò che può battere [f. 442r] i pregiudizii del paese; questa opera scritta in amarigna ed in galligna a misura che sarà conosciuta deve fare un’effetto, è già arrivata alla fine di Giugno, cioè alla metà; quindi sto scrivendo un’altra opera ancor più interessante parimenti nelle due lingue amara e Galla, che potrebbe essere intitolata differenza tra i cristiani d’etiopia ed i cattolici Latini, sia in materia di fede che in materia di rito e di usi, anche quest’opera è già arrivata ad un bel punto, un grosso volume in foglio con a sinistra il testo amara, ed a diritta il Galla scritto in stampella in lettere europee; io ho fatto e spingo questo lavoro per l’istruzione dei nostri indigeni, ma ho veduto che incommincia piacere anche ai Gogiamesi: in essa raduno tutte le questioni teologiche e storiche che possono in qualche modo servire a battere i pregiudizii indigeni, e nel tempo stesso essere un capitale di scienza per il nostro clero indigeno che stiamo educando per il ministero. Trovandomi in Gogiam, come già dissi il principe voleva per forza che io entrassi in conferenza col clero, ed a questo effetto aveva radunato il medesimo a Lieus, dove era aspettato, ed alcuni mi assi- /13/ curarono che colà era preparata già la casa per me pensando trattenermi in Gogiam, ma una disposizione di Dio canciò improvvisamente il piano d’operazione; forti torbidi politici succeduti, uniti alla mia forte resistenza fecero che fui rimandato qui in Gudrù, e dubito che qui sono custodito senza saperlo... lo saprò quando cercherò di ritornare in Lagamara... Comunque nel caso di essere obbligato a restare qui La prevengo che io mi occuperò del Gogiam nel modo sopra indicato, e quando l’avrò portato a un punto che meriti trattarlo apertamente, allora scriverò per le risoluzioni da prendersi; potrebbe darsi che sia una disposizione di Dio la mia fermata qui, non solo per ciò che si può sperare in Gudrù, ma molto più per il Gogiam. Qui in Gudrù i Cristiani fatti da principio, dopo un’allontanamento di otto anni, sono ritornati quasi tutti al vomito; questo paese è il peggiore [f. 442v] di tutti i paesi Galla per il ministero, ma attesa la sua importanza per le comunicazioni non possiamo abbandonarlo, e questo elemento del Gogiam potrebbe renderlo ancor più interessante, poiché qui si può coltivare il Gogiam senza esporsi alle odiosità; noi qui cantiamo la Messa latina tutte le feste ed i Gogiamesi più disposti vengono senza nessuna difficoltà affatto; se ciò fosse in Gogiam non saprei cosa produrrebbe.

Nel mese di Giugno scorso ho mandato due Sacerdoti indigeni ai paesi Galla del Sud detti Urumu vicini al fiume bianco, colà hanno instruito molto ed hanno trovato eccellenti disposizioni, perchè sono Galla meno corrotti e più semplici; nel mese di Settembre uno dei detti preti è ritornato con molte belle notizie, accompagnato da messaggieri di un piccolo principe di quei paesi, venuti per domandarmi le istruzioni necessarie rapporto al suo piccolo paese dicendo che pensa farsi cristiano e governare il suo paese da principe cristiano; quindi mi domandava formalmente i Preti per il suo paese e la facoltà di fare la Chiesa... Il sacerdote è ripartito in Febbrajo scorso con tutte le istruzioni opportune autorizzato a conferire il battesimo agli adulti ben disposti, cosa che prima aveva raccomandato di non precipitare, perchè quei paesi sono molto isolati ed impenetrabili a noi europei, essendovi fra mezzo altri paesi molto barbari... ho ordinato che al suo arrivo colà venisse l’altro prete con i risultati delle istruzioni mandate, e vedremo –

EccoLe, Em: R.ma le cose più interessanti dall’anno scorso in qua; le cose di Kafa sono sempre ancora vertenti come prima; P. Leone sempre in Ghera, Monsignore Coadiutore da pochi giorni trovasi qui con me per conferire sulle cose più essenziali. L’anno scorso ho mandato parecchj quesiti, massime relativamente alla vendita dei schiavi, ed alle mogli o concubine forzate che nutrono buone disposizioni... per carità la risposta... Le bacio la S. Porpora e le sono sempre

Divot.mo figlio in G. C.
Fr: G. Massaja V.o