Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 558rEminenza

Alessandria 1. Marzo 1864.

Mentre sto aspettando da un giorno all’altro risposte dell’Em. V. R.ma alle precedenti mie, quali, se non erro, devono essere trè, credo bene aggiungere ancora la presente per significarLe che io sono sempre in attenzione per sapere se debbo andare prima in Francia, dove sono aspettato segnatamente da quel P. Provinciale per aggiustare le cose della missione, oppure se debbo prima venire in Roma a baciare il piede del S. Padre, come è mio dovere; conosco molto bene che non sarebbe di necessità essere chiamato in Roma, perché è dovere di andarvi, ma siccome di Francia mi scrivono quei Padri di andare prima colà, la risposta che aspetto sarebbe solo a tale scopo; se Ella non mi risponde, vuol dire adunque che debbo venire prima a Roma.

F. 558v Ricevo oggi di Francia una lettera da una persona che V. E. R.ma anche molto conosce una lettera, nella quale trovo le seguenti espressioni: J’ai appris indirect[e]ment qu’on disait du mal de V. G., et indirect[e]ment aussi, j’ai été assez heureux pour empêcher qu’on n’agit d’après ces idées, que je veux point admettre pour vraies. Non ignara mali miseris succurrere disco... et je trouve monstrueux qu’on condamne même le moins du monde un absent sans l’avoir entendu. L’affaire a un aspect trop grave pour que je la relate par /72/ écrit... Mi rincresce, che all’arrivo di questa lettera io aveva già preso posto sul vapore per Gerusalemme, del resto sarebbe stato mio dovere di partire subito per Roma, ma anderò a Gerusalemme e non mi fermerò colà più di due giorni o tre, e ritornerò subito per il primo vapore, e verrò direttamente a Roma.

Mi permetta, Em. R.ma, di dirLe, se vi è qualche cosa, perché nulla mi scrive? ha forse paura che io facia qualche scappatina? Stia pur tranquilla che io sono un servo fedele di V. Em. e di Sua Santità, e possono anche mandar qui l’ordine di legarmi tranquilli, [f. 559r] poiché l’assicuro che io sono già molto accostumato, e se mi trovassi bene in bracio ai nemici del S. Padre, fuggirei certamente di là per baciare le catene d’oro della Chiesa di Cristo; ciò Le basti per esser tranquillo, dopo tante fatiche e tribolazioni per me sarebbe un gran riposo la S. inquisizione, e L’assicuro che il desiderio mio unico è questo, perché sono intimamente persuaso essere appunto quello che mi conviene.

Io non bramo altro dall’Em. V. R.ma, se non che facia conoscere la mia venuta al S. Padre, e se giudicherà, presentarLe anche questa mia; scriverei io stesso a S. B. ma mi sono convinto che i salti di terza convengono solo ai scuolari di musica, e non ad un vecchio mio pari, voglio perciò ad ogni costo ricevere la benedizione di S. S. per mezzo di Lei, e non di altri, come altresì venendo a Roma, Ella avrà la bontà spero di presentarmi, altrimenti questa volta non mi consolerebbe più vedere Sua beatitudine.

Eminenza, ho mai pianto in vita mia, piango oggi... mi compatisca... Le bacio la S. porpora e sono sempre

D. Em. V. R.ma

Figlio Divot.mo in Cristo
Fr: G. Massaja V.o