Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al cavaliere Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Parigi

F. 84rIll.mo Signor Cavaliere

Alessandria 7. Aprile 1864.

Ho ricevuto jeri sera la di Lei gentilissima del 14. Marzo scorso, e se il vapore del 29. non mi avesse tradito con partire il 26. mentre io era in Cairo, la di Lei lettera non mi avrebbe trovato più qui, ed io a quest’ora sarei già a Roma, comunque, deve sapere che parto dopo domani 9. Aprile per Civitavecchia, e se Roma mi lascierà in libertà, al più dopo due settimane verrò in Parigi, perché penso di far stampare colà il catechismo, mentre tratterò gli interessi della missione col governo dell’imperatore; caro Signor Cavaliere, deve sapere che la missione sta per perdersi per mancanza di strada, e farò ogni sforzo per aprirla, questo è lo scopo del mio viaggio; come Lei sa, vi sono ora tre [f. 84v] tre missionarii in viaggio, i quali potranno mai entrare colà se non si ottiene qualche operazione... Lei dice che è impaziente di vedermi, ed io dico che sono impazientissimo di vedere Lei, e dirò di più, io ho molto bisogno di Lei, ho un monte di cose da dirLe, ed un’altro monte di cose che voglio fare, ma che non farò senza parlare con Lei – Grazie del suo godo o goggiò, ma più grazie ancora del bravo domestico di Gabba, perché debbo dirLe che con l’elemento di uno schiavo di Gabba comprato in Gondar dal fu P. Cesare nel 1847., abbiamo fatto molte cose, ed ora questo è prete zelantissimo, il quale sta appunto evangelizzando le regioni di Gabba sino al confluente nel Barò alla punta Sud dell’alto platò di Affilò – Io spero che questo servo di Gabba /82/ sarà un’altro angelo di Dio preparato per quella missione; la storia dell’altro sopra citato [f. 85r] sarebbe un romanzo dei più curiosi se io potessi scriverla... chi sa che nel suo anche non vada a scoprirsi qualche cosa simile?

Intanto Ella deve fare una cosa, ed è di mandare a monte la gita in Aragorì per carità mi aspetti in Parigi: ecco che Le mando col mezzo del caro Dottore La Garde alcune notizie, le quali Le serviranno per appagare la sua curiosità sino al mio arrivo, e quando arriverò verserò tutto quel poco che ancora tengo in cuore non scritto ancora. Ella intanto col Signor Dottore facia tanto il favore di disporre le cose in modo i nostri piani siano sentiti dal governo, perché altrimenti sono morto e sarà morta la missione –

Rimango poi come non mi dica un mot dei due di Lei fratelli che io amo molto, facia il piacere di far pervenire loro i miei saluti. L’abbracio in spiritu nel S. crocifisso e mi dichiaro

D. S. V. Ill.ma

Divot.mo Servitore
Fr: G. Massaja V.o