Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al padre Davide David da Pinerolo OFMCap.
ex discepolo di M. – Torino – Ospedale Mauriziano

[F. 1r]P. Davide sempre Amat.mo

Lione 25. Settembre 1864.

Godo l’occasione che il buon Padre Aurelio è di ritorno per la via di Torino onde scrivervi due linee, ed attestarvi la mia affezione.

Prima di tutto devo dirvi, che relativamente alla speranza da voi concepita, di accompagnarmi a Roma, sarà questa una cosa possibile, e che probabilissimamente si farà, ma non dovete aspettarlo, che verso la fine dell’inverno, perché i miei affari sono lunghi, e posso dirvi, che sono appena incomminciati: della settimana ventura mi recherò a Parigi, e là si incomincierà l’operazione della stampa del catechismo, il quale solo basterà per due o tre mesi; quindi gli affari, che contemporaneamente avrò col ministero, non solo affari che si possano finire subito –

[F. 1v] Ho scritto al P. Medico di mandarmi gli oggetti da me lasciati a Torino, massime il breviario, di cui ho bisogno, perché quello che tengo, come sapete serve solo per sei mesi, e finirà nell’avvento; bisogna mandare il tutto qui a Lione coll’indirizzo al convento dei Cappuccini di Lione – al monumento Brettaux, questi me lo spediranno.

Voi poi non mancate di dire tante cose a coteste brave monache dell’ospedale, massime alla bravissima madre Colomba, raccomandando loro di pregare Iddio, affinché i miei affari gravissimi, per i quali sono venuto, riescano bene; direte loro, che per parte mia, stiano pur certe, che non mi dimenticherò di loro e delle cortesie ricevute in Torino.

Parimenti vi prego di scrivere al buon P. Camillo in Testona, assicurandolo che ho sempre avuto intenzione di scrivergli, ma che le mie [f. 2r] occupazioni sono tante, che mi rendono quasi impossibile il farlo, tanto più che non ho Segretario; basti il dirvi, che oltre il catechismo, dopo la nostra separazione ho scritto un’opera forse ancor più grossa, la quale deve aprirmi la strada ai piani ideati con questo governo. Direte pure al P. Camillo di portare i miei saluti al Signor Toez, e di salutare pure colà il P. Cipriano, e tutti quei buoni Padri, dei quali mantengo ancora viva memoria.

Voi poi non mancate di fare altrettanto colla buona Contezza del Piazzo, colle damigelle Borzarelli, con Monsignor Vicario Zappata, e con tutti quei buoni ecclesiastici nostri amici di Torino, senza dimenticarvi dei nostri buoni Padri Cappuccini, come il buon Filiberto, Grisogono, e tanti altri che sapete, pregandoli tutti di pregare Iddio per il buon esito degli affari che sto trattando, dai quali dipende la missione affidatami; anche al Sig. Borelli i miei saluti.

[F. 2v] Avrei ancora tante altre cose a dirvi, ma sono troppo occupato, ed il P. Aurelio farà lui da parte mia, e voi poi non mancate /132/ di ajutarlo, per quanto potrete, per alcune cose di cui ha bisogno in Torino.

Se vedete il Signor Marietti, gli direte, che nel poco tempo che mi sono fermato in Torino aveva intenzione di fargli una visita, ma non mi è stato possibile, come voi ben sapete, e che perciò mi scusi, e non attribuisca tale ommissione a incuria o disprezzo, quanto avrei avuto piacere di trattenermi con lui, ma il mio tempo è troppo prezioso.

Vi abbracio nel S. crocifisso, e raccomandandomi alle vostre preghiere senza cerimonie mi raffermo

Di voi sempre

Aff.mo P. Lettore
Fr: G. Massaja V.o Capp.no