Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 726rEminenza R.ma

[Parigi, primi giorni di aprile 1865]

Dopo scritta la qui annessa lettera mi è pervenuto qualche notizia privata da persona del ministero, stante la quale, avrò più niente a sperare dal medesimo; per migliorare la posizione critica della missione. In questo stato di cose, non solo la missione mia, ma la missione stessa dell’Abissinia corrono la via di perdersi, la mia per mancanza di strada, e quella dell’Abissinia, peggio ancora, perché non vi possono restare [i missionari], e correrà il pericolo che non vi possano restare neanche i preti indigeni. Io ho cercato in tutte le maniere d’interessare i Lazzaristi, come religiosi ben veduti da questo governo, ma i medesimi vogliono rimettersi al futuro Vicario Apostolico, quando sarà nominato; oso perciò raccomandarLe la nomina di questo Prelato, perché io sono in attenzione del medesimo per fare gli ultimi tentativi presso questo governo; nel caso anche che questo governo medesimo si rifiutasse assolutamente [f. 726v] io non vorrei fare dei passi presso un’altro governo, prima di assicurarmi dell’opinione del nuovo V.o Ap.o d’Abissinia, e ciò per non esporci ad essere divisi in politica. Sarebbe bene perciò, che il suddetto, appena nominato, venisse subito in Parigi con buone raccomandazioni a questo riguardo, onde intendere la cosa. Io poi, come già Le diceva, bramerei anche un cenno di norma dall’Em. V. R.ma. Le ultime notizie dell’Abissinia, sono, che l’Imperatore Teodoro ha dichiarato crime politico l’entrata di un’europeo colà; stando questa legge, ne io, ne altri missionarii potranno sperare più di potervi porre il piede.

Le bacio di nuovo la S. porpora e sono

Fr: G. Massaja V.o