Massaja
Lettere

Vol. 3

/305/

427

Al commendatore Armando Prospero Faugère
redattore capo degli affari esteri – Parigi

[F. 1r]M.r Faugère

[Parigi, fine 1865]

Jeri è venuto da me il P. Stella mandato da Lei, e mi disse che ella bramava da me un modulo di lettera all’imperatore Teodoro.

/306/ Ubidiente al cenno fattomi mi sono subito determinato di farla nel modo migliore che ho creduto, e glie la spedisco qui compiegata. Ella giudicherà prima del complesso dell’idea con cui è concepita, e se Le conviene l’acetterò in ogni sua parte; in caso diverso potrà concepirla come crederà meglio.

Come lo scopo principale della medesima è quello di vincere il suo cuore, fargli dimenticare alcuni motivi di disgusto avuto, [f. 1v] per quindi rimetterci in relazione amica con lui, mi sono servito delle idee ed espressioni che credo più potenti sopra il suo cuore, senza compromettere la parola dell’imperatore nostro.

Amo che Ella rifletta sopra certe idee che ho fatto dominare nella medesima, come fra le altre quella di farlo riconoscere dalla diplomazia europea come Principe Cristiano, e specie di potenza in quelle parti. Per miserabile che sia, sarebbe secondo me un’elemento ed un’idea molto da meditarsi; idea molto utile alla Francia, se ciò si ottenesse ad istanza del nostro governo, e come protetta del medesimo. Il certo si è che Teodoro travedendo questa idea nelle parole dell’imperatore nostro, si lascierà prendere, e si disporrà a concessioni straordinarie come spero.

[F. 2r] Come vedrà, l’affare della missione nostra, e quello dei prigionieri, che pur sono i moventi, sono neanche mentovati, appunto per assicurarne la riuscita per via indiretta.

Del resto io come privato sono come in dovere di scrivergli una lettera, per la quale vorrei fare prima una conferenza con Lei, e vedere in ultima analisi le disposizioni del governo per quel paese, perchè nel caso potrei dire io privatamente [dire] quello che non può dire l’Imperatore nostro, attesoché la mia parola non fa legge e non produce obligazione di sorta. Ben inteso che questa lettera non la farò, e non la spedirò senza fargliela vedere.

Come pare questo affare va a finire presto, se Ella potesse ancora procurarmi l’abboccamento col Ministro al più presto, allora potrei [f. 2v] partire al più presto per Marsilia, dove sono aspettato per inaugurare il nuovo collegio dei giovani Galla, di cui Le ho parlato.

Fatto questo, e finita la stampa della grammatica, partirei subito per l’Affrica per prendere dei giovani; potrebbe darsi che potrei ritornare nell’epoca in cui verranno gli ambasciadori di Teodoro.

Gradisca i sentimenti della più viva riconoscenza, coi quali godo raffermarmi

D. S. V. Ill.ma

Divot.mo Servo
Fr: G. Massaja V.o I.