Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 840rEminenza R.ma

Marsilia 3. Aprile 1866.

Dopo due anni dal mio arrivo in Europa, e quasi tre dalla mia partenza dalla missione, avendo ricevuto fin qui niente di positivo che giustifichi una più lunga dimora in Europa dall’Em. V. R.ma, credo essere arrivato il momento di pensare alla mia partenza. I gravi motivi che mi hanno condotto e trattenuto qui, essendo in gran parte cessati, o resi inutili tutti i tentativi, non vi resterebbe altro che il motivo di completare alcuni lavori, dei quali Ella ne ha cognizione in parte; ma per completar questi vi bisognerebbe un tempo troppo lungo, essendo le stampe di queste cose in lingue straniere, lavori che non finiscono mai. Stanco, annojato, e vergognoso di trovarmi fuori della missione, ho risolto di partirmene ad ogni costo, e tentare di riunirmi ai pochi cristiani miei figli, non ostanti tutti i gravi pericoli che vi scorgo, ed il dispiacere di ritornarvi con nulla di fatto e di ottenuto fra le molte cose tentate. Il mondo mi è stato contrario dovunque, invece di gettare le mie ancore nel mare per salvarmi dal naufragio voglio gettarle in alto, se sarà assorbita la barca fra le onde, non saran perduti i miei voti e desiderii al tribunale di Dio misericordioso.

Dai segnali avuti nelle due visite fatte al S. Padre, potendo argomentare che il medesimo non ci tiene [f. 840v] molto ad una seconda mia visita, la quale mi porterebbe un ritardo ed una spesa notabile; ho creduto perciò potere con tutta sicurezza determinare la mia partenza per il 19. corrente. Tuttavia oserei pregare V. Em. R.ma di passargliene parola e pregarla della sua benedizione, la quale mi è molto preziosa, e mi servirà di conforto nei duri cimenti che mi rimangono a passare per finire la mia carriera dolorosa, ma ben dovuta alla mia superbia.

Vostra Eminenza poi in particolare sarà abbastanza generosa per perdonarmi, se nelle mie lettere precedenti ho detto qualche cosa di troppo e con uno stile troppo libero. Un capitale di superbia non manca certamente per parte mia, ma se non altro Ella abbia riguardo alle mie buone intenzioni e desiderii di giovare alla causa delle anime. In Propaganda si potrà credere che io abbia dei sentimenti ostili; tutto all’opposto, il rispetto e la venerazione intima che porto a questo tribunale, da me creduto intimamente come il primo che gravita sopra le spalle del Santo Padre in virtù della Sua missione divina, perché, secondo me, il precetto di diffusione evangelica, che riposa sopra di lui, appartiene all’ordine di generazione della Chiesa, il quale naturalmente precede la conservazione; la venerazione dunque a questo tribunale è appunto quella che mi [f. 841r] spinge qualche volta a parlare un poco forte nella persuasione di giovare, benché /354/ io non sia infallibile. Ella potrà essere certo del mio sistema di diffendere sempre i Superiori in tutti i casi prattici di sentirli censurati, i quali sono ben frequenti nel secolo di analisi e di critica in cui viviamo. Del resto poi venti anni passati in un ministero di continue prove terribili in ossequio agli ordini di cotesta S. C. di Propaganda potrebbere [!] essere una prova sufficiente. Se no, eccomi di nuovo in movimento con tutto il bisogno e diritto che avrei di riposarmi, e con avanti un temporale che grida morte: ne spero perciò un compatimento benigno, al quale ho un certo diritto.

Nel caso che Sua Santità, oppure V. Em. R.ma avessero qualche cosa di contrario alla presa risoluzione, ho ancora tempo di sentire i loro ordini prima del 19. corrente fissato per la mia partenza, e quindi in Egitto, dove sarò costretto a fermarmi qualche giorno.

Riguardo ai detagli delle cose occorrenti qui in Europa ho scritto al R.mo P. Fabiano nostro Procuratore, dal quale potrà sentire a misura che Ella lo bramerà, come pure potrà essere informata dal P. Taurino Vice Prefetto, il quale resterà ancora qualche tempo in Europa per eseguire alcuni lavori colla mia Procura. Io parto per preparare la strada ai missionarii e per raccogliere qualche giovane. F. 841v Non voglio prolungare di più la presente, bastando il disturbo datoLe per il passato; se Iddio mi ajuterà in modo di poter o morire, oppure rientrare fra i miei Galla, Ella potrà essere più tranquilla, avendo un seccante di meno alle spalle.

Bacio all’Em. V. R.ma la Sacra porpora, nell’atto che mi dichiaro

Suo divotissimo figlio † Fr: G. Massaja V.o