Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al padre Fabiano Morsiani da Scandiano OFMCap.
procuratore generale delle missioni – Roma

[F. 1r]R.mo Padre mio Amat.mo

Massawah 24. 7.bre 1866

Non so se abbia ricevuto tutte le mie lettere che Le ho scritto dall’Egitto, da Aden, e di qui; sperando di sì vengo ora a darLe brevemente notizia di me e delle operazioni da me fatte.

/399/ Per fortuna che sono arrivato io qui del resto la povera missione era davvero all’estrema miseria, come mi risulta, non solo dalle lettere venute, e che ho spedite a Lei, ma dalle persone della missione stessa arrivate qui.

Presentemente sono per finire la spedizione di sei o sette mille franchi con molti oggetti di cui avevano colà estremo bisogno; i Lazzaristi non conoscendo l’interno, a fronte di tutte le loro buone intenzioni non possono trovare come posso trovare io che conosco e sono conosciuto da tutti; per questa ragione i poveri nostri missionarii sono rimasti tre anni senza nulla ricevere, ed accadde ai Lazzaristi [f. 1v] ciò che accadde al P. Gabriele, il quale un bel nulla ci spedì in cinque anni di procura dopo aver costato alla missione venti mille franchi di spesa la procura, e così accadere a qualunque procuratore venuto d’Europa.

Se Iddio custodisce le spedizioni attuali, la missione non avrà fame per due o tre anni, fino a tanto che io posso prendere delle misure più in grande che sto prendendo energicamente.

La politica abissinese rende ogni giorno più difficile la comunicazioni coll’interno dalla parte di Massawah, e l’estremo bisogno dei paesi meridionali di comunicare colla costa pare che sia per stabilire la strada dalla parte di Zejla e di Aden. Il Re dello Scioha essendosi potentemente separato da Teodoro è alla testa di questa operazione d’accordo con altri principi del Sud; detto principe, non volendo più ad ogni costo sapere del Vescovo eretico, e di fama conoscendomi e rispettandomi, mi ha spedito un messaggiere per il quale mi invita a recarmi nel suo paese, disposto, come pare [f. 2r] non solo di lasciarmi passare avanti, ma di farmi accompagnare sino alla missione, solamente egli protesta di volere i miei consigli, sia rapporto alla religione, sia ancora sul modo di consolidare il suo regno. Il regno di Scioha è metà cristiano abissino, e metà Galla, epperciò di spettanza nella sua maggior parte alla missione Lazzarista; questa sarebbe l’unica ragione che m’imbarazzerebbe ad acconsentirvi; pure, calculatis calculandis, sono tentato di accondiscendere per tutto quel bene che potrei ancor fare prima di morire; certamente io non penso più per una posizione a me; nel caso di andarvi sarebbe colla condizione di rimanere qualche tempo per stabilire fra i Galla della sua dipendenza uno stabilimento intermediario, per quindi ritirarmi fra i Galla da me già iniziati, dove ad ogni costo vorrei morire. È perciò probabile che io ritorni in Aden per prendere la via suddetta, appena avrò finito le spedizioni da questa parte; in questo supposto resterebbe indietro il piano degli Azzabu Galla già immaginato.

[F. 2v] Una sol cosa mi da fastidio ed è di non potere subito chiamare qui il Vice Prefetto con un missionario; io aveva promesso di scrivergli subito appena arrivato in Massawah affinché partissero nel mese di Ottobre prossimo, ma le difficoltà trovate qui mi obligano a ritardare un poco, e raccomandare loro un poco di pazienza. Qui non ho passato il tempo invano, ho radunato giovani e già ne tengo sei o sette pretti [pronti] a partire alla volta di Marsilia /400/ per il nostro collegio; questi saranno spediti direttamente di qui in Cairo, se si presenterà il bastimento, oppure gli prenderò con me in Aden, e di là gli spedirò; in Cairo sono ricevuti nel collegio degli ignorantelli, presso i quali ho già lasciato il necessario per la loro pensione; là aspetteranno che vengano a prendergli da Marsilia. Se Aden col tempo deve essere rimesso alla missione Galla potrebbe partire subito il Vice Prefetto col P. Paolo, quello che sarebbe fatto per Aden; in caso diverso abbiano pazienza di aspettare che io abbia aperta la via e che possa dire per dove devono venire. Preghi per me che Le sono sempre figlio

Fr: G. Massaja V.o