Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al padre Domenico Gouttes da Castelnaudary OFMCap.
ministro provinciale di Francia – Lione

[F. 1r]M. R. P. Provinciale Amat.mo

Massawah 31. Decembre 1866.

Benché abbia scritto sempre al nostro Vice Prefetto P. Taurino, il quale certamente non ha mancato di fare vedere le mie lettere a V. P. M. R., voglio tuttavia cogliere un momento di tempo per scrivere a Lei direttamente, affinché non possa dire che l’ho dimen- /410/ ticata, benché possa dir io con ragione di essere stato dimenticato da Lei.

Come Ella ha certamente piena cognizione di tutte le somme spedite in Marsilia secondo la promessa fatta; avrà quindi inteso che i ragazzi in numero di dieci sono già arrivati in Cairo; più Ella avrà certamente veduto tutte le mie lettere scritte, con quale spirito, e con quale impegno, mi giova sperare perciò che Ella sarà intimamente persuasa che non ho dimenticato l’opera incominciata, ma che vi penso giorno e notte, e per quella lavoro indefessamente e senza tregua; [f. 1v] ora posso lo stesso sperare di Lei? credo di no, perché le cure della provincia terranno il di Lei cuore abbastanza lontano. Finora non avendo ancora inteso nulla di ciò che si è fatto, ma tutti coloro che mi scrivono osservando sopra di ciò un silenzio completo, mi fa dubitare che la fabrica non si sia ancora incominciata; così colla mia partenza è stato tacitamente addottato il sistema della casa d’educazione in Convento, come si voleva prima; è questo un mio semplice [mio] dubbio, ma ho tante ragioni a credere così, che potrei dire certa scientia.

Supponendo la cosa così io sarei stato ingannato; quando sono partito temeva molto di ciò, ma pure ho messo in loro tutta la mia fiducia, sono partito, e per parte mia tutte le promesse sono adempiute; ora aspetto il risultato per aggiungere a ciò che ho fatto; fino a tanto che vegga qualche cosa di fatto, non mi moverò più; pensi che lo scorno ed il demerito sarà a Lei ed alla Provincia, se quest’opera non va avanti.

Per parte mia ho ancora un debito verso cotesta Provincia che non ho potuto pagare, ed è quello di non aver potuto ancora preparare la strada ai nostri missionarii per recarsi alla missione; [f. 2r] a questo riguardo sia pur persuaso che non ho lasciato mezzo intentato, cosa otterrò di tutti i passi fatti non posso ancora dirlo. Le cose dell’Abissinia invece di aggiustarsi, ogni giorno presentano una complicazione maggiore. Il piano degli Azzabou Galla è per ora ineseguibile, perché detto paese è attualmente dominato da un principe abissinese, e pare aver perduto la sua indipendenza che ha sempre avuto... Il passaggio dell’Abissinia è impossibile per la via tra Massawah e Gudrù; ho qualche cosa di aggiustato per la via di Zejla e dello Scioha, ma aspetto ancora risposte. Se questo ultimo va a male, allora non vi [è] altro mezzo che aspettare. Per la mia persona sola potrei sempre tentare incertissimo di riuscirla, e nel caso disperato sarei disposto a lanciarmi anche con pericolo di essere preso, solamente mi rincrescerebbe lasciare indietro i missionarii, i quali da se per molto tempo non potrebbero introdursi. Gli inglesi sono sempre in catene; il Signor Flat è qui in Massawah di ritorno dall’Inghilterra con duecento e più cassoni di regali destinati per la redenzione di quei miseri; circa un millione di spesa (inter nos) forze non basta per aggiustare il loro affare; non basta questa prova o caro? Se mai la riescono con tali regali [f. 2v] allora error pejor priore, perché accostumati gli Abissinesi a mangiare grossi bocconi con mettere in prigione gli europei, si farà questa una /411/ malattia universale in tutti i principi, sperando sempre di trovar tutti come gli inglesi; qual’europeo potrà ancora passare? io spero che gli inglesi non la riusciranno coi regali e saranno obligati di venire alle armi, e sarà allora che potremo sperare; se l’affare dello Scioha va a male, l’unica nostra speranza sarà quella suddetta; credo che non tarderemo ad avere qualche segnale di decisione. Esorti perciò i nostri missionarii ad aver pazienza, Iddio verrà in nostro soccorso. Se l’affare dello Scioha riesce, allora la cosa si deve decidere a giorni, motivo per cui ho scritto che un missionario aspetti in Egitto, perché dovrà seguirmi. Nel regno di Scioha vi è molta simpatia per me, e quel [re] attualmente più potente di prima desidera di vedermi, ciò è un fatto certo, ma poi se possa farmi passare per Zejla, ciò è ancora in dubbio, ed è per questo che aspetto risposta; se viene affermativamente tutto sarà salvo, e noi potremo sgombrare effettivamente Massawah.

Per carità tenga questa cosa segreta, e si guardi bene dal publicarla, perché ciò potrebbe guastare affatto l’affare per ragioni che ho spiegato al Procuratore ed a Propaganda.

[F. 3r] Ella sentirà dal nostro Vice Prefetto come ho spedito a Marsilia un [nostro] manoscritto in lingua kafina preparato qui in Massawah; questo è il catechismo piccolo che si suole insegnare in Kafa scritto in stampella, secondo il mio solito, con delle note; oltre il catechismo vi sono i misterj del rosario, la via crucis, le preghiere, ed un compendio della storia di Giobbe; in tutto tre quinterni che danno cento diciotto pagine. Questo manoscritto sarà una cosa molto curiosa in Europa, sia perché cosa nuova, sia perché la lingua kafina ha qualche cosa a se che merita essere studiato. Bramo che sia stampato senza testo latino per l’uso dei missionarii. Le note sono un regalo del Signor d’Abbadie, il quale è poi libero di studiarle e cavarne una grammatichetta, che potrà servire di appendice alla grammatica Galla. La dedica del catechismo bramo che sia fatta a mio nome al Comitato del nostro stabilimento di Marsilia.

[F. 3v] Vostra P. Carissima unita al P. Taurino vada a presentare le mie congratulazioni al nuovo Vescovo di Marsilia Charles-Philippe Cardinal Place, n. 1814, Vescovo di Marsiglia dal 1866 al 1878, poi Arcivescovo di Rennes, Cardinale nel 1887, m. 1893 Monsignor Place (?); se questo Prelato fosse disposto ad acettare la presidenza del nostro comitato, godrei molto se le venisse offerta a mio nome; nel caso affermativo sarebbe bene che si facesse prima della stampa del catechismo, perché allora la dedica si farebbe principalmente a lui. Nel caso affermativo, se non vi sono fogli segnati da me in bianco, ne manderò due, uno per la dedica da farsi, e l’altro per la domanda di Presidente; attendo una risposta per mandarli, se pure non manderò io stesso lo scritto.

Se il catechismo suddetto verrà stampato e che sia giudicato di qualche utilità, m’intendo che la proprietà del medesimo sia allo stabilimento, o meglio al comitato del medesimo.

Da questo lavoro Ella comprenderà che [f. 4r] io non sto ozioso; il catechismo Galla verrà anche quello a suo tempo; per questo le riflessioni di Roma mi obligano a rifarlo, motivo per cui domanderà ancora qualche mese di tempo.

/412/ Riguardo al passo che concerne Monsignore di Marsilia suddetto, faciano consiglio, e se tutti i consiglieri d’accordo fossero contrarii, allora si potrà lasciare.

Caro P. Provinciale, o non incominciare, oppure dopo incominciato star fermi nell’operazione, e non lasciarsi spaventare dalle contrarietà; è proprio delle opere di Dio di aver sempre delle difficoltà. Per esempio, se Fr: Raffaele non è riuscito, e nel caso anche che Stefano prendesse cattiva piega, non per questo si deve dire che non riuscirà; si rimanderanno indietro tutti quelli che presenteranno qualche indizio contrario, e se sarà volontà di Dio troveremo tanti ragazzi che vogliamo per far la scielta. Solamente bisogna badare bene che ciò non succeda per nostra incuria; a questo proposito si leggano i regolamenti; in seguito manderò [f. 4v] ancora altri avvisi ed istruzioni tante che basteranno; per parte mia non dubitino, dal momento che ho preso un’operazione a cuore, non è che la morte la quale troncherà la mia cooperazione; per parte della Provincia raccomando costanza ed attività, e l’assicuro che non aspetto altro che segnali di questo per aggiungere energia ad energia, affinché l’opera di Dio vada avanti. Il gran male è l’irresoluzione, ed il non dare tutto il cuore ad una cosa; la Provincia di Francia avrebbe eccellenti soggetti per far cose mirabili, ma quelle benedette missioni, per altro molto buone, sono per molti una vera tentazione, perché il ministero nei nostri paesi appaga l’amor proprio, e si stenta [a] capire, anche da certi santi, che il lato dell’amor proprio è mai meritorio.

Abbracio tutti nel S. crocifisso, mentre di tutto cuore sono

Fratello in S. Francesco
Fr: G. Massaja V.o