Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al commendatore Armando Prospero Faugère
ex redattore capo degli Affari esteri – Parigi

F. 12rMonsieur Faugère

Alessandria 18. Aprile 1867.

La lettera qui compiegata scritta da P. Taurino di mio ordine per uno sbaglio non essendo stata spedita a suo tempo, ed avendola trovata ora nel mio portafoglio, posso aggiungere qualche cosa di più preciso.

Sono arrivato qui di Aden il 14. corrente; non parto col vapore del 19 perché non voglio trovarmi in mare nelle feste di Pasqua, ma partirò per il primo vapore che troverò dopo Pasqua. Di qui vado direttamente a Roma, dove sono chiamato per alcuni affari; non so se il S. Padre mi permetterà di venire in Francia prima della gran festa di S. Pietro; nel caso affermativo io mi troverò in Parigi sul fine di Maggio ed avrò il piacere di vederLa; in caso contrario poi ci vedremo in Luglio, se Ella pure non sarà in campagna.

Sarò obligato di venire a Parigi, perché la stampa della mia grammatica essendo finita vorrei presentarne una coppia a S. M. l’imperatore nostro e ad altre persone di prima convenienza, come Ella ben può immaginarsi; oltre di ciò tengo un’altro manoscritto in lingua di Kafa, [f. 12v] quale pure bramerei stampare per Fuso della missione, ed anche perché è una cosa per se stessa interessante. Le spese della grammatica hanno passato di due terzi la somma datami dal ministro, potrò sperare qualche aggiunta?

Avrei cose interessantissime a dirLe, ma come Ella non è più al gabinetto politico, non so se ancora gradisca simili relazioni; nel caso se vorrà degnarmi di qualche Sua risposta, io penserò al modo di farlo, benché abbia pochissima speranza che cotesto governo voglia prendere in considerazione le mie osservazioni, attese le complicazioni attuali della diplomazia europea sempre più allarmanti. Caro Signor Faugère, tutti i miei sforzi, fatiche, e spese passate sono andate in fumo, epperciò poco mi resta a sperare per l’avvenire, tanto più che Ella si è ritirata. Persino il credito mio antico che tengo col ministero per le spese fatte in Massawah da Fr. Pasquale sarà stato dimenticato, come credo, pazienza, pazienza! Con tutto ciò io non dimentico la riconoscenza dovuta a Lei, perché so certo, che Ella vorrebbe, [f. 13r] ma non può tutto; io perciò sarò fortunatissimo di poterLa rivedere, e di attenermi sempre ai di lei consigli per tutti i passi che mi occorrerà di fare al mio arrivo in Parigi.

Se il S. Padre non mi permetterà di recarmi in Francia prima della festa di S. Pietro, allora avrò pochissimo tempo di restare in Parigi, dovendo trovarmi in Aden al più tardi nel mese di Ottobre, epoca in cui dovrà sciogliersi il famoso problema inglese coll’Abissinia, da cui unicamente dipendono ora le nostre speranze di salute per quelle missioni, stanteche il governo di S. M. l’imperatore nostro /36/ pare molto lontano dall’occuparsi di quei paesi. Bramerei perciò che Ella mi significasse in Roma, se in Luglio potrò sperare di trovarLa in Parigi, perché nel caso contrario potrebbe darsi che prescinda persino di venirvi.

Tanti saluti a Madama Faugère alla quale dirà che non l’ho dimenticata mai nelle mie deboli preghiere. Del resto mi voglia sempre bene e mi creda tuttora

Divot.mo Servo
Fr: G. Massaja V.o