Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al cavaliere Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore deli/Etiopia – Parigi

F. 167rIll.mo Signor d’Abbadie

Marsilia-Lazzaretto 23. Agosto 1867.

Arrivato avanti jeri a questo porto non ho scritto, perché ancora non sapeva il giorno della nostra sortita; oggi solamente ho potuto conoscere la decisione del tribunale sanitario, che fissa la nostra sortita Sabbato a sera alle nove; ritorneremo al nostro vapore, il quale nella notte ci porterà al porto per sbarcare la mattina di Domenica a tempo per celebrare la Santa Messa.

Ciò posto, eccoLe il mio itinerario: Lunedì mattina partirò per Lyone in compagnia del Prefetto di Tripoli, che Ella ben conosce, e col quale soventi si parla di Lei. Se in Lione trovo delle Sue lettere, dalle quali risulti [f. 167v] assolutamente necessaria la mia venuta a Pariggi io verrò per restarvi non più di due giorni, onde trattenermi con Lei; potrebbe darsi anche che io mi risolva di restare la maggior parte del tempo in casa Sua. Se poi in Lione sentirò che le cose sono come finite, oppure che Ella non sia in Pariggi, allora io prenderò il partito di scriverLe alcuni passi che Ella dovrà fare a Roma, e così mi licenzierò effettivamente da Lei per lettera, per ritornarmene qui in Marsilia, e partire immediatamente per l’Oriente e per Aden, di dove ricevo lettere pressantissime che mi chiamano.

Già Le scrissi che in Roma ho parlato sia col Cardinale Barnaba, sia col Cardinale Antonelli di Lei; quest’ultimo in specie mi [f. 168r] assicurò che volentieri avrebbe fatto tutti i passi per ottenerLe il grado di commendatore; mi pregò solamente di mettere di ciò una memoria nella grammatica che aspetta con molta anzietà; lo stesso mi disse il Cardinale Barnabò; Monsignor Talbot cameriere segreto di S. Santità mi promise di preparare il Santo Padre.

Già Ella sa da una mia che ho qualche cosa da darLe per parte del Santo Padre medesimo, unito alla sua benedizione tutta particolare; discorrendo con lui ho confessato la mia debolezza, nel non avere osato di presentarLa in occasione delle feste, atteso il gran concorso di gente, e quasi ne ebbi un rimprovero, certamente lo ebbe da Monsignor Talbot, il quale mi disse, = io l’avrei presentato =

F. 168v Ho ricevuto e letto, anzi divorato il Fascicolo che mi ha mandato sul viaggio di M.r Palgrave in Arabia; la parte scritta da Lei, cioè l’introduzione mi simpatizzò all’eccesso; in tutto il resto, come Ella è stato indulgente, debbo esserlo anche io, ma senza far torto al grande merito materiale di Palgrave avrei bramato un poco più di rispetto per la massima cristiana e cattolica; un certo paragone dei varii branchi mussulmani con quelli della nostra S. religione ed alcune altre cose, non mi fecero molto piacere, come Ella ben potrà figurarselo. Da ciò che Ella scrisse in questo fascicolo argomento quanto bene Ella potrebbe fare scrivendo su queste materie /78/ più lungamente in senso cattolico, a Lei naturale; la storia della missione, che Ella certamente non dimenticherà, Le presenterà occasione ed argomento di spiegarsi.

Tanti saluti a Madama d’Abbadie e mi creda sempre

Divot.mo Servo
Fr: G. Massaja V.o