Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al cavaliere Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Parigi

F. 172rIll.mo Signor d’Abbadie

Cairo 24. Settembre 1867.

Non voglio lasciare l’Egitto senza scriverLe due linee, benché forze questa mia dovrà aspettarla in Pariggi.

/96/ Incomincio per dirLe che il giovane Galla di cui Le aveva parlato non è stato giudicato abbastanza bravo per mandarlo a Lei; sicché a ciò non ci pensiamo più fino a tanto che Iddio non farà incontrare miglior commodo ed incontro.

Arrivato qui in Egitto ho trovato che l’affare della spedizione inglese è più vicino e grave di quanto ci sembrava essendo in Pariggi. Pare che il governo inglese abbia preso delle misure molto solide e molto in grande: oltre dieci mille di truppe indiane che già si trovano in via per Massawah, qui in Egitto [f. 172v] pare svilupparsi un gran movimento, perché vi sono commissarii inglesi, i quali invitano i mercanti a portare provisioni di ogni genere a Suez, e secondo alcuni dicono, sono autorizzati dal Vice Re a reclutare soldati di ogni genere; multi multa dicunt sulla maniera con cui sarà fatta la spedizione e sul luogo dove incomincierà, ma fin qui ho veduto nulla di officiale. Solamente dalle apparenze tutto è in grande; volesse Iddio che abbondassero non solamente di materiali, ma più di consigli, i quali sarebbero forze più forti delle armate. Ella conosce l’Abissinia, la quale è facilissima a prestarsi, principalmente nelle presenti circostanze di abbattimento quasi universale, quando la cosa con mezzi morali fosse ben maneggiata; ma guai se prende l’aspetto di guerra formale e nazionale, allora i poveri inglesi potrebbero trovare non delle [f. 173r] battaglie gloriose ma delle imboscate orribili; è questa una guerra che potrebbe avere un buonissimo e semplicissimo esito felice, e nel tempo stesso presentare una complicazione molto difficile; tutto sta dalla maniera che la prenderanno, e che maneggieranno l’elemento dell’opinione publica.

Anche l’apostata Stella ha organizzato una compagnia di disperati alla moda del conte Bisson, e di Monier; in Alessandria molti dei suoi socj vennero da me per consigli, e senza dubbio ho dovuto far loro conoscere il precipizio... io credo che la finitiva sarà di unirsi agli inglesi.

Io partirò di qui domani per Suez, e Venerdì di là per Aden col vapore del 27.; arrivato in Aden avrò relazioni più precise da scriverLe; frattanto Ella abbia tanta bontà di sollecitare l’affare che Ella sa, e fare in modo che sorta il suo effetto [f. 173v] e che almeno le lettere di spedizione arrivino in Aden prima della mia partenza di là.

Io temo molto che questo movimento di guerra non produca un cattivo effetto sull’operazione che io sto per fare; dopo venti anni che io lavoro per aprire la strada alla missione, bisogna che sorta l’effetto in questa circostanza così critica; qui vi è dentro un colpo della providenza straordinario che io non ho ancora potuto scoprire, oppure tutto all’opposto un colpo del diavolo contro l’opera di Dio; guarderemo di trovarci preparati a tutto.

Mi saluti la nostra casa madre Madama d’Abbadie, e gli dica che io confido nelle Sue preghiere. La lascio per recarmi a celebrare la S. Messa alle monache francescane, e mi dico in fretta tutto Suo Servo

Fr: G. Massaja V.o