Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al commendatore Armando Prospero Faugère
ex redattore capo degli Affari esteri – Parigi

F. 17rMonsieur Faugère

Alessandria – Egitto 20. Settembre 1867.

Appena arrivato in Egitto voglio prendere la penna per scriverLe, non fosse altro per ringraziarLa del passaggio gratis che Ella ebbe la bontà di procurarmi per me e pel mio seguito; a norma di quanto Ella mi disse ho parlato qui al Console, e mi promise altrettanto da Suez in Aden; ne sia dunque di tutto ringraziato Lei e per mezzo Suo il Ministro, a nome di cui è stato accordato.

Come Ella sa, il Signore d’Abbadie ha dato il ricorso al ministero per i due cannoni in favore del Re dello Scioha; non so se tale ricorso sia stato fatto al Ministro degli esteri oppure al ministro della marina; Ella certamente deve saperlo, poiché il Signor d’Abbadie ha fatto niente senza di Lei; mi raccomando perciò, affinché questo affare sorta il suo effetto al più presto possibile, in modo che, se non i due cannoni, almeno la lettera officiale arrivi in Aden al Vice Console De Crety prima della mia partenza di là per Zejla, la quale sarà sul fine di Ottobre; converrebbe che nella lettera al Signor De Crety suddetto [f. 17v] il ministro facesse menzione del regalo spedito da quel Re, per il quale io era destinato ad esternare i sentimenti di riconoscenza.

Ella mi disse ultimamente in Pariggi che il ministero rinnovò la concessione statami fatta nel 1850. concernente il trasporto dei missionari e persone della missione sui bastimenti del governo; dietro ciò, se Ella potesse col mezzo di qualche Suo amico procurarmi ancora qualche raccomandazione speciale per i vascelli di trasporto della marina che tengono la linea di Suez per le Indie e per la Cina, questa mi sarebbe molto utile, come le sole che si prestano per noi.

Debbo poi notificarLe, che la spedizione inglese in Abissinia è stabilita, e da quanto pare le truppe si concentreranno in Massawah. Avanti jeri essendo sortito a fare qualche visita mi si disse che un commissario inglese è stabilito qui in Egitto per raccogliere provviste di ogni genere; a tale oggetto sono stati invitati i negozianti egiziani a portare i loro generi a Suez, dove si farà il deposito. Pare anche certo che questo governo egiziano abbia autorizzato il comissario inglese [f. 18ar] a reclutare delle truppe fra gli arabi, ma non so ancora come ed in che senzo.

Questa spedizione è di interesse non solamente inglese ma europeo, ed Ella sa quanto io avrei desiderato che cotesto governo imperiale prendesse parte nella diplomazia che ha preceduto presso Teodoro ad oggetto di ajutare gli inglesi, e come il fu ministro già era entrato nelle nostre viste, e già aveva presa la risoluzione, e determinata una missione diplomatica. Se al primo mio movimento cotesto governo avesse subito operato, l’Inghilterra non sarebbe forze stata /95/ obligata di venire a questi estremi, e la Francia avrebbe aquistato un diritto di più di riconoscenza presso l’Inghilterra, il quale non sarebbe cattivo in questo momento.

La spedizione di cui è caso ha le sue difficoltà gravissime, e crescono le medesime per la ragione che non mi pare abbastanza al corrente della maniera di prendere quel paese, come non lo è abbastanza la Francia stessa a fronte che entrambi abbiano fatto grandi sacrifizii in missioni politiche precedenti; di tutto ciò Ella ha sentito da [me] più volte le ragioni nelle varie conversazioni che abbiamo fatto. Ritornando alla spedizione suddetta le dirò che se l’Inghilterra ha bisogno di dieci la Francia avrebbe potuto fare con cinque e forze meno, perché le prevenzioni contro di questa sono molto minori, ed a questa sarebbe stato molto più facile utilizzare gli elementi indigeni, dai quali [f. 18av] si può dire che dipende l’esito della spedizione. La ragione si è, che dal maneggio degli elementi indigeni può dipendere il divenire si o no una guerra nazionale, e sollevarsi il popolo in massa, oppure una semplice guerra particolare di qualche capo abissinese ecc. Se mai gli inglesi facessero causa comune coll’Egitto forze si complicherebbe molto di più l’affare loro, perché dal momento che sarebbe questione di battersi coi turchi abbiamo a temere una sollevazione generale in forma di crociata...

Basti ora la mia politica; io dico questo con Lei, perché Ella mi conosce, ed intanto lo dico ora, perché Ella non è più nella posizione di prima, del resto forze anche con Lei avrei misurato più le mie parole, essendo queste cose molto lontane dallo spirito che mi tiene in quei paesi. Come Sacerdote di Dio, Ella sa che io ho sempre bramato la pace e Dio sa come sarei stato disposto a recarmi io stesso da Teodoro con pericolo anche della mia vita, se avessi avuto qualche speranza di poter impedire lo spargimento di sangue, ma sgraziatamente non sempre sono valutate le più pure intenzioni, quando Iddio vuole agire per i destini futuri di una nazione; col capo chino aspetteremo perciò quel che Dio farà, anche per la parte che potrebbe interessare la nostra missione.

Mi saluti tanto Madama Faugère, si ricordi di me che Le sono sempre

Divot.mo Servo
Fr: G. Massaja V.o