Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al padre Fabiano Morsiani da Scandiano OFMCap.
procuratore generale delle missioni – Roma

[F. 1r]P. R.mo

Aden 22. Ottobre 1867.

Le scrivo sul momento, o meglio quasi sul momento di partire per l’Africa, perché stiamo occupati ad aggiustare ogni cosa per l’imbarco.

Appena arrivato qui in Aden ho trovato gli inviati del Re di Scioha venuti qui ad aspettarmi; furono fuori di loro quando mi viddero. Avrei potuto partire subito, perché gli inviati erano impazienti, ma il Vice Prefetto non era ancora arrivato, epperciò mi convenne aspettare qualche giorno. Ora da tre giorni il P. Taurino col suo compagno Ferdinando essendo arrivati, partiremo fra cinque o sei giorni, subito che avremo trovato una barca. Tutte le apparenze sarebbero eccellenti, ed in altra epoca potrei contarvi sopra per una bella campagna apostolica, ora si trova la questione della guerra inglese coll’Abissinia, la quale potrebbe in qualche modo variare il calcolo e produrre crisi opposte, benché la guerra sia dalla parte del nord opposto a noi. Tutto ciò che viene da Dio e dalla parte degli infedeli, tutto bene, e quando vi fosse da soffrire siamo qui per questo; ma il male anzi il peggio è quando la persecuzione viene ab alto, allora abbatte il cuore e qualche volta nasce anche il disanimo e la disperazione: senta perciò...

Il giorno stesso che arrivò il P. Taurino e che io era contento, perché vedeva avanti di me spianate le più gravi difficoltà per la partenza, mi arriva un piego di lettere da Marsilia, dal quale conosco di aver fatto nulla [f. 1v] nel mio viaggio di Europa, di Roma, e di Francia; il Vescovo di Marsilia più baldanzoso di prima, rinnova il suo veto di fabricare e mette delle condizioni molto più strette; prima diceva[:] non lascio fabricare se non veggo tutti i mezzi per finire la fabrica; ora dice[:] non lascio fabricare se non veggo anche il quid per mantenere i giovani; prima era lui che parlava, ora parla spaciando chiaro il nome del Cardinale Barnabò e di Propaganda; segno dunque che tutti hanno mirato ad ingannarmi e nulla più.

Scrissi una lettera al Vescovo di Marsilia tutta di fuoco, nella quale ho domandatola[:] 1. perché non ha risposto alle mie lettere... 2. con che facoltà egli si mischia in un’affare tutto di casa mia ecc. ecc. Quindi l’ho prevenuto che io prenderò uno dei due partiti, o manderò un Procuratore Secolare di quelli che non conoscono il Vescovo per continuare la fabrica, poiché egli si fa forte colla prepotenza sui poveri frati, i quali in Francia non possono lottare col Vescovo, ed io sono come obligato a servirmi di loro; oppure che venderò il terreno e vedrò quid agendum; che intanto badi bene, perché chi ne soffrirà presso il publico sarà lui... Ho mandato la lettera aperta al Cardinale stesso, accompagnata da una mia, in cui parlo anche molto /102/ chiaro. Ora V. P. R.ma facia tanta carità di parlare un poco chiaro a quei Signori, e dica pure che faciano pure una vera comedia di me, hanno ragione, ma badano bene che sopra vi è Dio con dei calcoli un poco diversi...

Intanto io mi trovo qui nel momento di entrare nell’interno e di allontanarmi forze per sempo[!] dai miei affari con tutti questi imbrogli; oh quanto è più dolce combattere coi pagani, che non combattere colla mitra... quando il Vescovo o prete ha dimenticato lo spirito apostolico, non pago [f. 2r] di dimenticare il ministero grave che gli incombe per la conversione degli infedeli, sta fabricando ancore delle bollette per trattenere gli altri.

Nel momento in cui scrivo vengo avvertito che gli inviati di Scioha non sono partiti ancora; da due giorni sono nel porto qui di Aden sopra la barca; da quanto si suppone da alcuni pare che il governo inglese fa dei giri per impedire la loro partenza per calcoli troppo naturali ai belligeranti; se la cosa è così arriverà anche a noi quando cercheremo di partire; non proibisce direttamente, ma minaccia di nascosto gli arabi se vanno; a dirgliela se ciò si verifica allora per me è finita, non so quale risoluzione prenderò, perché il disgusto è arrivato all’eccesso, (nulla dei timori di questo periodo, tutto bene).

In quanto a questa missione di Aden le cose non sarebbero male; P. Alfonzo ha fatto tutto quello che gli aveva suggerito, sia riguardo alle monache, sia ancora riguardo ad altri punti che Ella sa; per parte sua tutto va bene e V. P. R.ma può essere tranquillissima.

Le Monache del Buon Pastore mi avevano promesso, anzi io aveva spinto la loro partenza con me; ora la M. Generale pare che voglia temporeggiare; Ella per carità mandi il P. Alessandro dalla Provinciala di Roma, la quale conosce [f. 2v] tutto questo affare, e guardi di sollecitare per quanto potrà la spedizione di queste religiose; il P. Alfonzo dietro la promessa fatta dalla M. Generale ha fatto una spesa di circa cinque mille franchi; sarebbe ora veramente ridicolo se andasse a monte; siccome io ho scritto qui la cosa come fatta, la cosa caderebbe sopra di me, epperciò mi raccomando molto di sollecitare la cosa; potrà assicurare che la casa è preparata, e può dirsi anche mobiliata di tutto il più necessario.

Riguardo alla missione qui è di tutta necessità l’aggiunta di qualcheduno altrimenti è perduta con tutti i sacrifizii stati fatti; il P. Alfonzo ha eccellenti disposizioni, egli ha ceduto in tutte le questioni, ma ad ogni momento insta per avere soggetti; qui sta la gran questione: se l’affare di Scioha va bene e che il collegio di Marsilia sussista, vi dovrà essere qui di necessità un movimento di missionarii Galla sufficiente per ajutare qui, e fare un poco di famiglia; tanto più che dovendo restare qui i giovani per aspettare l’imbarco di necessità vi dovrà sempre essere qui qualcheduno per custodirgli ed accompagnarli. Ma dalle lettere che tengo l’affare del collegio va molto male, perché M.r Place è sempre più ostile, segno che è appoggiato da Roma; io perciò non farò che aspettare ancora l’ultima decisione di Roma, la quale deciderà di tutto; per poco che Roma appoggi il /103/ Vescovo di Marsilia il collegio non sarà più possibile colà, perché le condizioni del primo impianto so[no] tutte cangiate, e quando prima Marsilia mi prometteva [f. 3r] di fabricarmi la casa e mantenermi i giovani, ora il Vescovo Place mi vuole far grazia di lasciarmi fabricare quando vedrà i mezzi sufficienti per construrre e per mantenere i giovani; ho scritto a questo ragazzo mitrato che se stasse il suo principio si dovrebbero chiudere tutti i stabilimenti di publica beneficenza, i quali contano sopra proventi incerti dipendenti dalla providenza; gli scrissi che un tal sistema è pura incredulità e sollecitudine pagana, molto lontana dal sistema apostolico.

Posto dunque che il collegio di Marsilia cessi di esistere, non vi sarebbe più qui in Aden tutto quel movimento di missionarii da poter promettere qui sempre qualcheduno in ajuto. Due giorni fa io calcolava col P. Alfonzo nel modo suddetto, ed aspettava solo il P. Taurino per combinare con lui di scrivere al Provinciale affinché mandasse qui un soggetto ad aspettare i giovani che aveva promesso a Marsilia per condurli colà; ora dalle lettere di Marsilia io debbo sospendere questa operazione, epperciò la missione di Aden potrà sperare più poco. Vede, caro P. R.mo, come da un momento all’altro cangiano d’aspetto le cose, e se è possibile fare qualche calcolo solido; anticamente mi occorreva questo solamente qui nell’interno; ora ancora l’europa diventa barbara ed i vescovi stessi non vedono più altro che calcoli materiali; un’antico Vescovo pieno di fiducia [f. 3v] in Dio mi avrebbe fatto coraggio, come diffatti il comitato di Marsilia me lo faceva con alla testa il Vicario Generale della diocesi, nell’atto che io benediceva la prima pietra fondamentale in Aprile 1866 assistito dal fiore della popolazione di Marsilia, quando non solo era questione di trovare il necessario per fabricare, ma ancora per pagare il fondo; ora tutto all’opposto il nostro giovane Vescovo vuol vedere coi proprii occhj tutto in contanti persino il vitto dei ragazzi futuri, che progresso! che perfezione! potrebbe fare un passo più in là il nostro prelato, e sarebbe quello di fare montare la guardia alla porta del mondo quando nascono gli uomini, ed obligare a ritornare indietro tutti quelli che non presentano un quid da vivere... Caro P. R.mo, le risposte che mi diede sempre a questo riguardo il nostro M.r Place e che suol dare a tutti mi formerebbero l’argomento ad un bel libro se avessi tempo, ed ancora non so se non lo scriverò...

Intanto V. P. R.ma lascii intendere a cotesti Signori della S. C. di lasciare andare la questione, quando fosse il caso di supporre menomamente l’intervenzione di M.r Place nell’affare del collegio, perché in tal caso non sarebbe che una decisione nominale, e M.r Place col suo tutiorismo finanziario mi farebbe disperare per ottenere nulla, ed io sarò costretto ad annullare il collegio contro il voto della Propaganda. In tal supposto, invece di occuparsi della questione mi mandino la dispenza dal giuramento che ho fatto di non cangiare il testamento, benché questa stricte non sia necessaria, essendo il giuramento mio [f. 4r] di non variare la successione, ma non di legarmi a vendere il benestabile per altro uso; così finirò /104/ la questione e penserò a provvedervi altrove, lasciando tutta la risponsibilità a chi è dovuta.

Ho fatto di questo momento stesso una lunga conferenza col P. Alfonzo sull’avvenire di questa missione e sopra le misure più urgenti da prendersi; egli assolutamente vorrebbe un giovane missionario, o anche due; come egli dice, nulla importa che non sappiano l’inglese, egli promette d’istruirlo. Conoscendo l’impicio in cui V. P. R.ma si trova per [i] missionarj, io aveva cercato, come sopra ho detto di calmarlo con procurargli qualche ajuto fra i missionarii nostri di passaggio, ma egli non è soddisfatto per la ragione che questi missionarii essendo solo di passaggio non possono prendere la cosa a cuore, ed egli non è così libero, come non Superiore loro diretto. Vedendo così, e non potendo più occuparmene per la prossima partenza io lascio a lui stesso di intendere la cosa con V. P. R.ma; egli dice di più = Se i Superiori non possono provvedere missionari, diano questa missione alla Francia; io però sono di sentimento di andare molto adaggio in questo.

[F. 4v] Perdoni, P. R.mo, ho scritto colla testa molto disturbata ed oppresso dalle occupazioni; ho dovuto scrivere nei ritagli di tempo che poteva trovare, motivo per cui troverà uno stile poco eguale, e forze delle ripetizioni; basta che comprenda la posizione delle cose come è per trattarle al uopo.

Preghi e facia pregare per me che di cuore Le sono sempre

Figlio in S. Francesco
Fr: G. Massaja V.o