Massaja
Lettere

Vol. 4

1868

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Al padre Alfonso Cianfanelli da Macerata OFMCap.
pro prefetto apostolico – Aden

[F. 1r]Caro P. Alfonzo mio

Ambabo-Tagiurra 25. Gennajo 1868.

Essendo vicina la nostra partenza per l’interno non voglio lasciare questo littorale senza scrivervi due linee, a fronte che l’attuale mia debolezza sia tale, che ho dovuto rinunziare di scrivere pressoché a tutti. La nostra partenza pare fissata per il 31 di questo mese, cioè immediatamente dopo le feste che seguono il Ramadan dei mussulmani; tutto è preparato, e le spese passano gli ottocento talleri, pagati in parte qui in contanti, e parte in oggetti che voi conoscete esistenti presso il Console De Crety. Voi conoscevate una cassa di fucili Nº 25. esistente presso il medesimo; ora vi dirò che sono [f. 1v] venuti di Francia altri quaranta, e sono in tutto Nº 65. Di questi fucili ho già rimesso il biglietto ad Abu Beker per ritirargli dal Console; in caso di contestazione voi avete la mia Procura, scrivendo al P. Provinciale di Francia vi manderà i titoli e documenti per trovargli.

Riguardo alle casse che ho lasciato nella missione presso di voi potrete mandare le più piccole, cioè quelle che saranno giudicate di misura per il porto del camelo; le altre dovranno essere aperte e divise, e questa operazione nessuno può farla che voi, oppure un’altro Prete della missione vostra; se non potete sospendete. Quando farete la spedizione l’accompagnerete con lettere [f. 2r] a me ed al P. Taurino con diverse date e per diverse vie; se vi diranno di pagare il porto del camelo lo pagherete prendendo ricevuta; notate che tutto sia sempre diretto ad Abu Beker con consegna fatta alla presenza di Bonaventura Mas, il quale conosce tutte le persone del medesimo, a scanzo d’imbroglio.

Il nostro viaggio è di circa un mese parte sopra mulo, parte sul camelo, e parte a piedi; ho preso tutte le misure prudenziali da poter giudicare umanamente che nulla accadere di sinistro strada facendo; posso dire di aver fatto anche dei grandi sacrifizii per sollevare nessuna questione e per non dar causa a querele; tutto il resto poi è a Dio, in quo vivimus movemur et sumus, et per quem solum laboramus; faciamo una strada chiusa [f. 2v] agli europei da 26 anni in qua, fra popoli, non solo selvaggi ma i più barbari, e maneggiati /121/ da mussulmani fanatici, i quali nel loro senso religioso sarebbero gloriosi di vederci morti, come ognun sa. Da ciò potete argomentare il bel servizio fattoci dal Console nel mandarci il Signor Verdier, uomo di un carattere tutto violento, il quale pretenderebbe passare col solo suo fucile... ed alle spese dei poveri preti, et quidem senza incontrare il dovere di riconoscenza; questo povero uomo è arrivato qui a complicarci di più il nostro affare, ed a cagionarci mille angustie... (inter nos), ma Iddio aggiusterà ogni cosa.

Frattanto, non potendo io più a lungo scrivere, attesa la debolezza, vi prego di fare le mie veci presso tutti gli amici vicini e lontani, raccomandando il nostro viaggio e la nostra missione alle orazioni di tutti, e raccomandando me stesso alle vostre orazioni di cuore mi segno vostro

Aff.mo Fratello
Fr: G. Massaja V.o