Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 1222rEminenza R.ma

Ambabo-Tagiurra 27. Gennajo 1868

Sul principio di questo mese ebbi l’onore di scriverLe una lettera, nella quale fra le altre cose La pregava di dare corso alla domanda già da me fatta in Marzo 1866 per essere posto in libertà dall’amministrazione di questo Vicariato Galla e di ogni peso di risponsabilità annessa. Mi giova sperare che detta mia lettera sia arrivata al suo destino, e che Ella non mancherà di secondare detta mia domanda; ma ad ogni evento aggiungo ancora questa seconda mia, colla quale intendo ripetere le medesime istanze, assicurandoLa che la mia risoluzione è tale, che un rifiuto mi esporrebbe a non so quale risoluzione, [f. 1222v] perché assolutamente non ho più il cuore di andare avanti e non ne posso più. Farò ogni mio possibile per portare i miei due missionarii all’interno, e spero che fra poco partiremo di qui, ma appena arrivato colà assolutamente io voglio essere libero per ritirarmi a fare quello che potrò; sappia che già ho incominciato a rimettere molte cose al P. Prefetto, e finirò per rimettere ogni cosa al medesimo. Non si lusinghi adunque, perché la mia risoluzione è troppo seria.

La nostra partenza di qui pare fissata per il 30 o 31. di questo mese, e da quanto si dice arriveremo in Scioha verso la fine di Febbrajo. Ho preso tutte le misure per assicurare che nulla arrivi di sinistro per la strada, [f. 1223r] dopo molti sacrifizii fatti ho potuto formarmi una coscienza che nulla arriverà di contrario, tanto più /122/ che siamo in compagnia dei deputati del Re di Scioha; tuttavia è bene riflettere che questa strada è stata chiusa agli europei da 26 anni in qua in seguito a pregiudizii di queste popolazioni; le popolazioni medesime sono le più barbare di tutti questi littorali, e ci troviamo nella necessità di lasciarci guidare da mussulmani fanatici nostri capitali nemici. Se per avventura accadesse qualche cosa di tragico allora Iddio acetterà il sacrifizio della nostra vita e ci conterà le nostre buone volontà; la guerra attuale dell’Inghilterra coll’Abissinia ci obligò a fare tutti i sforzi per aprire questa strada onde salvarci dalle odiosità politiche che si sarebbero incontrate dalla parte del nord mescolandoci colla spedizione inglese; è questa una gran ragione mai abbastanza calcolata, e che io solo [f. 1223v] posso valutare, perché solo conosco l’interno, e mi trovo colà con persone [e] fra gente certamente poco favorevole ai movimenti attuali inglesi.

Ecco Eminenza lo stato attuale delle cose; l’unica mia speranza in questo mondo è di ritirarmi in qualche spelunca a fare per la missione quel poco di bene che mi sarà possibile libero dai disturbi dell’amministrazione. Voglio sperare che Ella entrerà in queste mie viste; in caso diverso io cederò egualmente ogni cosa e faranno altri a mio nome, ma La prevengo che neanche più mi curerò di scrivere e rendere i conti per evitare tutte le questioni che mi riscaldano, per le quali manco della necessaria virtù.

Mi benedica ed implori la benedizione del S. Padre sopra di me e sopra tutta la missione e baciandoLe la S. porpora godo raffermarmi

D. Em. V. R.ma

Figlio in G. C.
Fr: G. Massaja V.o