Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 1336rEminenza R.ma

Licee-Villa reale di Scioha 21. Aprile 1868.

Vengo in questo momento esser avvertito della partenza di un corriere reale al campo inglese di Magdala, e mi risolvo a scriverLe due linee per informarLa della mia esistenza per grazia di Dio.

Le ho scritto più volte per la via di Tagiurra e di Aden, ma come potrebbe darsi che le mie lettere o ritardino notabilmente, oppure vadano perdute, voglio cogliere questa circostanza forze più sicura e più speditiva.

Nelle altre precedenti mie lettere ho sempre insistito nella domanda delle mie dimissioni dalla mia qualità di Vicario ap.o; questa stessa domanda replico ancora con questa mia nei termini i più formali, assicurandoLa essermi assolutamente impossibile più continuare, attesa la mia età e la diminuzione notabile delle mie forze materiali per adempire a tutti [f. 1336v] i doveri che vanno uniti alla carica. Sono così risoluto, che già ho rimesso ad altri le relazioni colla Francia su ogni riguardo, e se non mi viene risposta io farò altrettanto di tutto il resto rimettendomi pienamente ad altri senza tratto di risponsabilità, poiché ho parlato abbastanza in proposito.

Con ciò io non mi intendo di ritornare in Europa, ma continuerò a fare qui tutto quello che posso per il bene di questi popoli, ai quali mi sono dedicato sino alla morte.

Questo Re di Scioha ci ha ricevuto molto bene e ci tratta anche troppo bene; pare molto edificato di noi, e disposto anche a prestarsi, ma per ora nulla di positivo posso ancora dire, tanto più che i trionfi ultimi dell’armata inglese potrebbero in qualche modo troncare ogni calcolo ed operazione. Il Re per parte sua mi ha promesso di farmi fare [f. 1337r] una casa e chiesa fra i Galla della sua dipendenza; se questo si effettuerà sarà per stabilirvi i nuovi missionarj francesi fino a tanto che abbiano [ap]preso bene i costumi e le lingue.

Per ora non so ancora quando mi sarà permesso di sortire da questo reg[n]o, nel quale sono entrato con consenzo del S. Padre, come Ella sa, e dal quale non potendo partire è chiaro che non potrei essere risponsabile delle missioni dell’Occidente prima stabilite; neanche so ancora se il Re permetterà al Vice Prefetto di andarvi; in caso negativo, essendo senza dubbio, con viste non contrarie a noi ma favorevoli alla causa cattolica, come giova sperare, Ella non deve allarmarsi per ora; solamente ne sia avvertita, perché altrimenti io non posso essere più risponsabile, ed Ella è libera di prendere tutte le misure che crederà convenienti per la missione, dove [f. 1337v] ho lavorato sin qui; essendo più che probabile che non potrò recarmi colà.

Del resto qui tutto va bene, solamente sarà difficile che possiamo aprire le nostre comunicazioni colla costa di Zejla e di Aden; /132/ dopo che ho veduto la strada ho conosciuto le difficoltà che vi sono. Più facilmente dalla parte di Massawah se il governo inglese sarà in pace con questo Re, come giova sperare; tutto resta a vedersi. Per di Lei norma le lettere potranno sempre essere mandate in Aden, di dove prenderanno la strada migliore per arrivarci.

Mi perdoni, termino in tutta fretta, perché parte il corriere di questa notte, ed è già oscuro in modo che non posso più vedere: Le bacio la S. porpora sono sempre

Figlio in G. C.
Fr: G. Massaja V.o