Massaja
Lettere

Vol. 4

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A monsignore Felicissimo Cocino da Cortemilia OFMCap.
vescovo coadiutore dei Galla – Gemma-Lagamara

[Liccé, aprile 1868]

[F. 3r] Oggi Domenica 14. Giugno

Ieri otto ho mandato il P. Paolo in Baso con lettere mie, e colle vostre [di p. Leone des Avanchers] lettere onde cercare un mercante che le porti in Massawa, e per fargli fare alcune piccole provviste per me, e per voi, ed in pari tempo lo mandai presso il nuovo Principe del Gogiam a presentargli i miei saluti, nello stesso tempo cercherà un negoziante mussulmano di Derita che tiene presso di se la somma di 300. tallari consegnategli da Monsignore Massaja in Massawa in Ottobre 1866. e che non me li volle mandare, portando mille pretesti, per non mandarmeli. Ieri sperava che sarebbe ritornato, e non ritornò, ho domandato ai mercanti che sono venuti da Baso, e mi dissero, che non avendo terminato i suoi affari restò, e che verrà Sabbato prossimo.

Il vino che mi avete mandato arrivò qui affatto guasto. Le medicine che voi cercate non le ho, ho lasciato tutto in Lagamara. [F. 3v] In questo momento arrivò qui un corriere venuto da Scioa mandato dal Ven.le nostro Monsignore Massaja venuto in quel paese per la strada di Togiurra. Eccovi due lettere dirette a voi, mi sono arrivate qui in un buon momento, perchè domani con i mercanti di Lagamara, aveva deciso di rimandarvi il vostro Guddato; il quale nell’estate venturo lo potrete rimandarlo qui. Dalla lettera di Monsignore vedrete le notizie, e come mi dice Egli vi sono con lui due Missionarii Francesi, ed il Chierico Stefano fratello del P. Matteo, con un altro chierico, che noi non conosciamo, uno di questi Padri ha il titolo di Vice-prefetto. Dalle loro lettere pare che il Re di Scioa li abbia molto bene ricevuti, e che voglia trattenerli presso di se.

Il corriere è venuto per la strada di Leca, e Lagamara, dopo dimani vuole partire perchè teme che i fiumi si empiano.