Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al padre Bruno Sibelin da Vinay OFMCap.
ministro provinciale di Francia – Lione

[Liccé, 23 ottobre 1868]

[F. 1r]

P. S. Dopo la partenza degli Inglesi l’Abissinia è caduta nell’eccesso della guerra civile per i molti pretendenti che si disputano l’impero nominale della medesima. Attese le abitudini del paese il nuovo vescovo eretico non mancherà di avere in politica la sua parte, e se sarà del carattere del suo predecessore non mancheremo di avere delle persecuzioni; sopratutto la missione nostra sarà sempre tribolata per causa della strada per i nuovi missionarii che attendiamo dalla Francia.

Come dopo la campagna fatta dagli inglesi le potenze europee hanno guadagnato un gran prestigio, se il governo Francese col mezzo del console di Massawah facesse qualche intimata ai principi più notabili per ottenere una semplice tolleranza ci basterebbe per salvare la causa cattolica, la quale non ha bisogno che di questo, essendo ora abbastanza conosciuta e rispettata da tutti nel fondo del cuore. Nel caso non sono necessarie missioni politiche, ma una sola istruzione al console di Massawah di adoperarsi con semplici lettere nel modo [f. 1v] più energico che potrà, potrebbe ottenere qualche cosa certamente.

La strada di Tagiurra che abbiamo fatto noi ci è affatto chiusa; col mezzo di Abu Beker il governo Francese potrebbe anche ajutarci per l’apertura della medesima. Abu Beker spaleggiato dalla Francia parlerà forte al Re di Aussa, il quale colle sue manovre ha chiuso la strada che abbiamo aperto noi per avere il monopolio dei mercanti, e prendere per la gola i principi dell’Abissinia.

Ella non manchi di far consiglio col Signor d’Abbadie, e guardi se può ottenere qualche cosa in questo senso dal governo dell’imperatore, altrimenti la povera missione è perduta a fronte delle belle speranze che presenterebbe. Se questa strada non si apre, o non si /139/ farà qualche passo energico dalla parte di Massawah, come sopra, non abbiamo più altra strada che quella di Matamma dalla parte del Sennar – Per carità non dorma in questo affare. Affinché il governo non tema d’imbrogliarsi in qualche modo in affari di guerra, guardi di far conoscere che la posizione attuale non è come prima: l’orgoglio abissinese è battuto: una semplice intervenzione con minacie per mezzo di lettere basta.