Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al padre Alfonso Cianfanelli da Macerata OFMCap.
pro prefetto apostolico – Aden

[F. 1r]Caro P. Alfonzo in Cristo Amat.mo

Scioha 22. Febbrajo 1869.

Dopo sedeci mesi dalla nostra separazione e circa un’anno dal nostro arrivo in questo paese abbiamo finalmente avuta la consolazione di ricevere un piego di lettere provenienti dall’Europa, e speditoci dal Console sul principio di Agosto dell’anno scorso. La consolazione nostra fu per metà dal momento che ci viddimo privi delle vostre lettere. Il console diceva nella sua che vi erano, e non le abbiamo trovate; probabilmente il corriere di Zejla pressato di partire non diede tempo alle vostre lettere, così abbiamo pensato. Comunque sia per essere, giova sperare che non dimenticherete la povera missione Galla e gli interessi della medesima, di cui siete il Procuratore.

/147/ Il M. R. P. Vice Prefetto Taurino si trova a due o tre giornate distante in paese Galla di questo Regno, dove stabilisce una missione; con lui si trova pure il P. Ferdinando ed i due allievi Stefano e Luigi, dimodoché io sono qui solo, e scrivo a nome di tutti, perchè il corriere mi fa premura e non da tempo ai medesimi [f. 1v] a mandare le loro lettere; del resto posso assicurarvi che pensano molto a voi ed alla missione di Aden.

Ho sentito da una lettera del Console, che le buone Sorelle del bon Pastore sono venute, e mi ha fatto molto piacere; guardate di assisterle quanto potete; queste povere religiose in un paese di tribulazione non hanno altro protettore che il missionario, epperciò, troppo giusto che il medesimo si occupi di loro ed abbia tutta l’attenzione; non nascondo essere anche questa una parte molto delicata, ma la vostra prudenza arriverà a tutto.

Alcuni mi assicurano che le nostre casse siano già in strada prossime ad arrivarci; se ciò è vero, una sollecitudine di meno per me; Iddio facia che ci arrivino, vi sono nelle medesime degli oggetti di prima necessità per il ministero. Non so come abbiate aggiustato le cose relativamente alle spese del porto, comunque come avete fatto sarà sempre bene, e venendo le lettere d’accompagnamento vedremo.

Vi prevengo che ho date le mie dimissioni come Vicario Ap.o ed attendo da Roma l’acettazione; non è che voglia ritirarmi dalla medesima, essendo venuto risoluto di morire [f. 2r] sul campo di battaglia, ma solo perchè bramo di morire sgravato di tale risponsabilità: continuerò a lavorare come semplice missionario sotto l’ubbidienza del Superiore che mi daranno.

Se il Signor Bonaventura Mass è ancora in Aden presentategli i miei saluti, non dimenticando Madama; ringraziategli dei servizii fatti alla missione.

Sento ancora che avete ricevuto un compagno, e ne godo molto, benché non abbia il piacere di conoscerlo, non mancate perciò di salutarlo; in Aden l’affare del compagno è stato sempre un’affare delicato, guardate dunque di tenervelo caro, e di essere con lui legato nella più stretta carità di Cristo.

Non mancate di raccomandarmi alle preghiere del compagno e delle monache, assicurando tutti che io non mi dimentico di loro nelle mie miserabili preghiere.

Chiudo la presente abbraciando tutti nel S. crocifisso Gesù, col quale e nel quale vi lascio dicendomi sempre

Fratello in S. Francesco
Fr: G. Massaja V.o

[F. 2v] P. S. il Signor Mekev inviato del Re in Aden, quello che era venuto a prendermi mi prega di salutarvi e ringraziarvi, e prega voi di salutare Meroedar, il suo secondo, ed in particolare il Signor Mass.