Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al padre Alfonso Cianfanelli da Macerata OFMCap.
pro prefetto apostolico – Aden

[F. 1r]Caro P. Alfonzo mio in G. C. Amatissimo

Licee – Scioha 14. Novembre 1869.

Sul principio di questo mese mi arrivarono le due vostre lettere, una per me e l’altra pel V. Prefetto Taurino, detto qui abuna Jacob. Io rimango come in detta lettera voi vi lagnate di non aver ricevuto alcuna delle nostre lettere. Prima del mese di Marzo, data delle vostre lettere, abbiamo spedito due o tre volte corrieri, i quali devono essere arrivati; dal mese di marzo in qua ne ho spedito altri tre sempre con molte lettere per voi e per l’Europa. Nel corriere partito di qui subito dopo Pasqua abbiamo mandato risposta alla vostra lettera, nella quale ci indicavate l’arrivo di missionarii dalla Francia; tanto io che il Re abbiamo scritto di venire, ma finora nessuna notizia dei medesimi se siano o no partiti di Aden. Poco tempo dopo partì di qui un’indiano chiamato Abba Merzì, mandato da questo Re con lettere alla Regina d’Inghilterra; a questi pure ho dato parecchie lettere. Il terzo corriere è una persona di Abu Beker, al quale [quale] furono parimenti consegnate parecchie lettere, fra le quali la patente di Procuratore di questo Re al Signor Bonaventura Mas con molte istruzioni al medesimo riguardanti la procura suddetta. Ora tutte queste lettere siano o non siano arrivati, nulla qui sappiamo, ed aspettiamo tutti [f. 1v] con anzietà notizie sia /168/ dei missionarii suddetti, sia di molte lettere spedite. Qui venne la notizia che Abba Merzì spedito dal Re, dopo molti mesi di malattia in strada sia felicemente arrivato in Aden, ma che arrivato costà abbia rifiutato di consegnare le lettere all’intendente generale del governo, e che perciò si siano sollevate questioni; ora se questi abbia consegnato o no il piego che teneva per voi Dio lo sa. Noi siamo qui perciò in gran pena ad ogni riguardo.

Tengo notizie che la strada che abbiamo fatto noi è chiusa, e non si sa quando si riaprirà; i mercanti tengono la strada di Haussa lunga quasi del doppio, e molto soggetta alle febbri; lascio perciò considerare quanto il mio cuore debba essere in Pena nel pensare che abbiamo in via missionarii ed oggetti di tutta necessità. Le ultime casse venute erano le meno importanti e contenevano oggetti che sono qui più di peso che di utile. Ne io ne il V. Prefetto P. Taurino abbiamo finora ricevuto lettere dai missionarii che supponiamo in viaggio, epperciò non ci diriggiamo ai medesimi, non sapendo chi siano; nel caso che questa mia arrivi e trovi questi missionarii in Aden non mancate di far conoscere le nostre sollecitudini e pene per i medesimi; ditegli che pensino a sollecitare con tutti i mezzi che potranno la loro venuta prendendo tutte le misure opportune per assicurare il loro viaggio; noi qui possiamo far nulla per loro, perchè questo Ré ha nessun potere sopra gli Adel, ma siamo forzati di essere passivi. Nel caso che il Passaggio per la via di Tagiurra sia assolutamente impossibile [f. 2r] allora o ritornino in Francia ad aspettare, oppure tentino la via di Massawah rimettendosi colà ai consigli del Console Mussingher, il quale potrà fare qualche cosa. Da quella parte la strada per il centro dell’Abissinia è impossibile, perchè i principi fra loro non gli lascieranno passare certamente; in questo caso dovranno tenere la strada fuori dell’Abissinia a levante, oppure quella di Matamma, tutte due anche difficilissime e pericolosissime.

Noi qui, grazie a Dio, siamo tutti in buona salute; le cose della missione vanno lentamente bensì, ma sufficientemente bene, sia qui in Scioha, sia nelle missioni antiche da me stabilite, colle quali siamo perfettamente in relazione. L’Abissinia trovasi divorata dalla guerra civile, la quale non lascia d’incutere timore; finora questo paese di Scioha è tranquillo, ma durerà molto tempo? ecco tutto il male, per cui siamo perfettamente nelle mani di Dio.

Non mancate di fare anche voi tutti gli impegni presso Abu Beker, onde aggiustare, sia il viaggio dei missionarii, sia la spedizione degli oggetti; a tale effetto il nostro caro Bonaventura Mas vi potrà assistere, e qualche amico di Aden ancora vi ajuterà.

Godo che le buone monache faciano del bene in Aden, non mancate di salutarle per parte nostra; godo pure della speranza che avete di ottenere gli ignorantelli. Iddio compisca l’opera Sua.

Salutatemi tutti, massime il vostro compagno che non conosco. Pregate per me che vi sono sempre

Aff.mo Padre
Fr: G. Massaja V.o