Massaja
Lettere

Vol. 4

/191/

632

Al padre Alfonso Cianfanelli da Macerata OFMCap.
prefetto apostolico – Aden

F. 30r Padre Alfonzo in G. C. Carissimo

Scioha 2. Maggio 1871.

Coll’arrivo di Workie ho ricevuto la vostra carissima del 27. Novembre scorso, nella quale ci spedivate la nota delle spese fatte per nostro conto; nelle lettere dei Padri nostri missionarii troviamo citate altre lettere vostre e di altri, ma sappiate che nessuna ci è arrivata. In materia di lettere nella nota delle spese trovo citate una gran quantità di lettere sia partite che arrivate, le quali sono affatto cose nuove per noi, di cui abbiamo nessuna idea; come pure nella detta nota trovo citate molte spese di oggetti che non ci sono pervenuti, come fra gli altri la bolla di giovari bianco, che neanche sappiamo cosa sia, eppure costa 22. rupìe... Con ciò voglio dirvi che la strada di Tagiurra ci è divenuta molto sospetta, sia rapporto al trasporto degli effetti, sia ancora dei denari, perchè dovete sapere che la somma di 240. talleri che voi ci notate consegnati ad Abu Beker per noi, non gli abbiamo ricevuti, ed avendone domandato conto ai figli di Abbu Beker ci hanno risposto che ne sapevano nulla. Dobbia- [f. 30v] mo perciò riflettere molto seriamente sulla strada di Tagiurra prima di consegnare alla medesima persone, effetti, denari, ed anche lettere, perchè non è più un mistero, Abbu Beker ha apertamente voltato casacca. Da quanto posso vedere per il passato sono infiniti gli oggetti e le lettere perdute a fronte che si protestasse amico, ora che ha levato la visiera cosa ne sarà?

La colpa non è tutta sua, ma anche vostra, perchè nelle spedizioni non prendete le precauzioni di uso e di necessità da prendersi; per esempio nella spedizione delle casse che avete fatto l’anno scorso, e che mi arrivarono a Pasqua, nessuna lettera, nessuna nota è venuta colle medesime, dimodoché la buona fede del Re, a cui furono portate me le consegnò, o tutte o in parte, Iddio lo sa; le casse furono tutte aperte in strada, g[l]i oggetti alla peggio aggiustati in tanti involti, e così il rubato fu senza fine... Coll’arrivo di Workie io veggo nella nota vostra 240. talleri dati ad Abu Beker per me, ma poi domando a Workie, e questi mi dice di saperne nulla, leggo le lettere dei missionarii e trovo nessun segnale di questa somma spedita; [f. 31r] dimodoché, se non credessi alla vostra persona avrei ancora diritto di dubitare della spedizione di detta somma. Caro mio, dopo tante altre perdite se si perdesse ancora questa somma, allora sarebbe un’affare finito, e non saprei più dove voltarmi; se dunque avete veramente consegnato detta somma ad Abu Beker prendetelo in giudizio in Aden e fatela rimborzare, altrimente voi stesso ne perdete del vostro, perchè nella lettera scritta a Monsignore d’Egitto ho messo questa condizione. Da quando in qua si spedisce denari senza mandare la ricevuta dei medesimi, la quale /192/ deve essere fatta in doppio, una presso di voi, e l’altra da mandarsi a me? Guardate dunque di rimediare a questo inconveniente ad ogni costo.

Del resto vi dirò che in seguito al rifiuto di Abu Beker di far passare i missionarii, questo Re ha chiamato i figli del suddetto, gli minaciò, e prese delle misure forti, affinchè i medesimi possano venire sicuri; se questi missionarii sono ancora in Aden all’avviso di Abu Beker potranno venire, ben inteso con tutte le precauzioni possibili in Aden; di questo stesso corriere ne scrivo al Governo di Aden, pregandolo di occuparsene officiosamente per quanto potrà, e spero che non mi rifiuterà [f. 31v] questo servizio; in caso contrario, e che vi siano motivi forti da temere, i missionarii potranno recarsi a Massawah e poco per volta introdursi da quella parte, come potranno, e come loro scrive il P. Vice Prefetto. In caso che questi missionarii si trovino mancanti di moneta per il loro viaggio e per qualche scorta necessaria alla missione, in virtù del documento qui unito voi potrete prestar loro o far loro imprestare in Aden qualche somma che voi riceverete da Monsignor Ciurcia in Egitto. Rapporto ai vostri bisogni particolari sappiate che ho scritto a Monsignor Ciurcia medesimo, ed ho destinato una somma che deve venire di Marsilia, con alcune condizioni che sentirete dal medesimo; ben inteso che detta somma quando verrà a voi rimessa non sarà che a titolo di imprestito sulla casa nova, e che voi spedirete poi poco per volta.

I miei saluti e la mia benedizione al compagno ed ai missionarii, non che alle brave monache, che ringrazierete del regalo fattomi, e di tutto cuore mi segno sempre

Padre e Fratello in G. C.
† Fr: G. Massaja V.o