Massaja
Lettere

Vol. 4

/192/

633

A sua santità Pio IX
pontefice massimo – Roma

F. 165rPadre Santo

[Hennoari – Scioa, 6 maggio 1871]

Alcune notizie incomplete c’informano dei gravi disastri avvenuti alla nostra Europa, e da quanto si dice la Santità Vostra medesima ha dovuto per la seconda volta trovarsi fra le prove di gravi tribolazioni; Iddio ha voluto segnare il di Lei Pontificato con dei caratteri tali che danno a pensare a tutto il mondo cristiano; la di Lei pazienza unita ed offerta a Cristo sarà per la pace della Sua Chiesa un pegno che non sarà certamente dimenticato.

/193/ Dopo la mia entrata in questo paese ho scritto più volte alla S. C. di Propaganda per un’affare molto grave, da cui può dipendere la salute o la rovina totale della missione, ma siano le occupazioni straordinarie per causa del concilio ecumenico, siano i torbidi politici, il fatto si è che ho avuto nessuna risposta. Per questa ragione ho già scritto un’altra mia per la via di Tagiurra e di Aden, aggiungo ora la presente per la via di Massawah direttamente a Vostra Santità, perché da quanto pare le Congregazioni debbono essere sospese; [f. 165v] forze sarò più fortunato, perché la moltiplicità dei consigli e delle formalità non è sempre per il meglio degli affari; ed eccoLe in bre[ve] l’affare: prima ancora di lasciare Roma aveva già parlato della mia rinunzia al Vicariato, non per ritirarmi dalle fatiche del ministero, ma per assicurarmi un successore capace, ed impedire nel tempo stesso gravi inconvenienti che certamente non mancherebbero alla mia morte. Ora lasciando da parte tutte le formalità, ho pregato e prego di nuovo la S. V. di spedirmi una lettera apostolica, colla quale io sia autorizzato a consacrarmi un successore col titolo e sede che Ella mi darà, autorizzato pure a constituirlo Vicario Apostolico, o in vita mia, oppure in caso di morte, come vedrò meglio per il bene della missione. Affinché poi Ella non sia in pena relativamente a Monsignore Cocino Vescovo di Marocco attuale mio coadjutore, Le dirò che questo Prelato in Novembre 1869. mi mandò dal Gudrù la sua rinunzia, di cui tengo l’atto presso di me. Gli eminentissimi Barnabò e Capalti non ignorano le ragioni che mi inducono ad acettare la rinunzia suddetta del Vescovo di Marocco, essendo state da [f. 166r] me personalmente esposte quando mi trovava in Roma, e dopo la mia partenza nelle mie lettere precedenti. La persona, sopra cui io penso è l’attuale Vice Prefetto della Missione P. Taurino, persona abbastanza conosciuta, senza che io mi trattenga ad esporne le qualità.

Di più lasciando l’Europa in Luglio 1867. io aveva lasciato in Francia un Procuratore nella persona del P. Domenico in allora Procinciale nostro di Francia; P. Brunone divenuto Provinciale dopo il P. Domenico annullò la mia Procura suddetta e prese egli stesso l’amministrazione degli interessi di ogni genere appartenenti a questo Vicariato; senza prevenirmi fece delle novità e delle spese enormi, dimodoché mi liquidò e consumò tutti i pochi fondi che aveva colà, e mi trovo ora alle miserie; Prego perciò la Santità Vostra di spedire una lettera senatoria al suddetto P. Domenico, affinché venga reintegrato nella sua qualità di mio procuratore, ed abilitato a liquidare i conti col P. Provinciale medesimo; bramerei di più che il medesimo fosse autorizzato a scegliere qualche buon missionario e spedircelo, perché dopo la divisione di quella Provincia, il Provinciale [f. 166v] mancando di soggetti non può più provedere la missione; il P. Domenico suddetto divenuto Procuratore e commissario potrà farne la scielta nelle tre Provincie, ed anche nel caso eccitare il zelo delle medesime e di altri benefattori per tutti gli altri bisogni materiali della missione, la quale va a trovarsi affatto senza risorze. P. Santo, se le congregazioni di Roma sono chiuse, ed arrestate le limosine del /194/ Consiglio di Lione, come pare, noi qui non sappiamo più dove dare del capo, epperciò Ella pensi a noi; Ella in proporzione si troverà certamente fuori del caso di ajutarci con mezzi temporali, epperciò mi credo in dovere di protestarLe, [che] sento tutta l’afflizione che sente la S. V. nelle presenti circostanze, e mi guarderò bene di avvanzare la menoma domanda a tal riguardo; Ella pensi solo a noi e ci ajuti in tutto il resto che concerne l’amministrazione, per quanto Ella potrà, spianando le difficoltà, e complicazioni fattesi, le quali potrebbero compromettere gravemente l’avvenire della missione; di ciò La prego e La scongiuro per l’amore di G. crocifisso. Prostrato intanto ai piedi della S. V. imploro l’apostolica benedizione per me e per questi poveri paesi, mentre col più sincero figliale affetto godo ripetermi

D. S. V.

Figlio in G. C.
Fr: G. Massaja V.o di Cassia
V. A. dei Galla